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Black Sails rievoca i fantasmi del passato

Black Sails
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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla 4×04 di Black Sails

Quando il peso del passato incombe come un macigno, vivere diventa impossibile e non resta altro che lottare per la sopravvivenza. Non c’è speranza, quando il destino è segnato da una macchia indelebile. Questa, in fondo, è la lezione che ci ha lasciato il trentaduesimo capitolo di Black Sails, un episodio fortemente introspettivo che ha portato avanti uno dei temi portanti della serie prodotta dalla Starz: la pericolosità della memoria. L’abbiamo vissuto direttamente grazie ai flashback della seconda stagione nei quali Flint è stato protagonista assoluto, e l’abbiamo capito di riflesso per mezzo delle esperienze di vita di buona parte dei personaggi di questa storia incredibile.

Black Sails è un racconto nel quale i vincoli temporali portano ad una narrazione unica a prescindere dalla consequenzialità. Passato, presente e futuro si intrecciano costantemente, senza confini delimitati. E uniscono con coerenza i punti di partenza con i punti d’arrivo. Sappiamo già come questa storia andrà a finire perché abbiamo un’idea precisa di come fosse iniziata. Non ci credete? Proviamo a dimostrarlo attraverso un’analisi della 4×04.

Black Sails

Sappiamo, per esempio, che la storia sarà più generosa con chi ha incarnato una leggenda rispetto a chi, di fatto, l’ha costruita. Flint uscirà sconfitto e non realizzerà mai il proprio sogno: i pirati saranno sempre i reietti e di lui non resterà altro che l’ombra di un tesoro da lui ritenuto un semplice mezzo. Non altro. Vincerà Silver, re per esigenza. Trionferanno gli inglesi, portatori di una civilizzazione artificiosa imposta con un giro di chiglia e la rabbia di chi, come i nemici, avrà sempre uno o più nomi da vendicare (ne abbiamo parlato nella recensione della 4×03, la trovate qui).

Flint, legato per una vita al fantasma di Thomas Hamilton, verrà condannato dalla ricerca disperata di un’utopia. L’accordo con Eleonor sarà il suo contrappasso: si è aggrappato a Nassau al punto da farne la sua prigione, esattamente come la Guthrie. E ha smarrito di conseguenza ogni logica. Flint ha preferito l’effimero sapore della vittoria al trionfo stesso. Lasciato solo da un destino crudele, il capitano corre verso la morte, facendo sì che la storia possa dimenticarsi di lui. L’ultimo barlume di luce era rappresentato dal rapporto incostante con John Silver, ma dell’amico di poche notti non è rimasto altro che un nome divenuto leggenda per cause di forza maggiore. Long John non si fida più di lui e l’abbandonerà presto, spinto dalla tesi illuminante di uno scaltro Billy che ha fatto leva sull’unico suo punto debole, l’amore per Madi.

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Flint è stato costretto ad interpretare un ruolo più vicino ad una maschera che alla realtà, un po’ come Eleonor. Pur essendo divisi da una guerra, la commistione continua di passato, presente e futuro li unisce indissolubilmente. La Guthrie si è riavvicinata a Max, al punto da rievocare il momento nel quale è finito l’amore tra le due: la rinuncia ad una fuga incerta che avrebbe tuttavia regalato una speranza. Le due donne sono tornate al punto di partenza, seppure il gioco delle parti le abbia divise. E l’accordo di Eleonor con Flint segna l’ennesima svolta. La moglie di Rogers è stanca, e non ha voglia di indossare l’ennesimo abito che non sente proprio. Tradirà il marito anche se porta in grembo un figlio? Realizzerà il sogno di Max? In questo momento non abbiamo certezze.

Sappiamo invece che fine farà Anne Bonny, e in questo caso è il suo futuro a darci ogni risposta necessaria. Anne, infatti, è un personaggio storico realmente esistito e conosciamo già il suo destino. Non morirà sulla forca grazie ad una gravidanza, e vivrà a lungo sotto l’ala protettrice del padre che la riscatterà dalla prigionia e di un marito al quale regalerà quindici figli. La rivelazione di Max a John sul destino di alcuni uomini facoltosi in fuga dall’Inghilterra è pienamente funzionale in questo senso, e ci conferma che non morirà da eroina neanche all’interno di Black Sails, seppure sarebbe stato il finale più giusto. Una conclusione che avrebbe intrecciato lo scorrere della storia in un unico filo, come successo a Flint ed Eleonor. Un punto finale che avrebbe forse fatto sorridere la stessa Anne, ingabbiata invece in un destino non suo. Talvolta le macchie indelebili della storia non regalano neanche la morte desiderata: ogni speranza è effimera, e Black Sails è una serie fantastica anche per questo.

Antonio Casu 

Un saluto agli amici di Black Sails Italy, Black Sails – Italian fans e Black Sails Italia Fans