Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla 4×08 di Black Sails
Black Sails ci rende claustrofobici. Il respiro viene a mancare dopo averlo trattenuto a lungo, delle pareti immaginarie si stringono intorno a noi in una morsa letale e non esiste più uno spazio, né il tempo. Non c’è più tempo, maledizione. Ogni episodio è un tassello che ci avvicina alla fine, e le nostre percezioni ci associano idealmente all’approdo della Walrus nell’angusta terra della leggenda. Siamo arrivati, e non ce la facevamo più. L’ultimo mistero, la tanto agognata Isola dello Scheletro, si è svelato di fronte ai nostri occhi dopo un’attesa lunga quattro anni. Ha fatto il suo ingresso in scena accompagnato dal racconto di Flint, e il disorientamento abituale del mare aperto ha lasciato spazio ad un pensiero fisso, iconico e allo stesso tempo inquietante: siamo arrivati, alla fine. Manca solo una “e”, sempre più nitida.
La 4×08 è malinconia nella sua essenza più pura, dettata da un addio imminente e l’ennesimo tradimento, inevitabile. È un gatto che si morde la coda, un giro della morte nel quale c’è chi ha imparato dai propri errori e chi non cambierà mai. Chi è vittima e carnefice nella stessa Isola. Chi si sta abbandonando tra le braccia della Storia e chi sogna invece di scriverla, vanamente. Il terzultimo atto della saga di Black Sails è attesa spasmodica, un oceano libero che si chiude in una pozza d’acqua dal tanfo mortifero. Il capitolo XXXVI è, inoltre, lo spunto per analizzare due parole chiave che hanno caratterizzato le quattro stagioni del capolavoro della Starz, “evoluzione” e “tradimento”.
Quando si parla di evoluzione, non si può non pensare subito a Max, capace di chiudere un cerchio aperto con il pilot. È cresciuta e tanto, ma rischia di pagare a caro prezzo lo sviluppo della sua personalità. Lei, come Silver, aveva fatto dell’opportunismo l’unica filosofia di vita possibile, prescindendo sempre da quel che gli altri pensassero di lei per cause di forza maggiore. È diventata grande e l’ha fatto da sola, ma il mondo di Black Sails tende sempre a rigettare gli idealisti e chi crede fino in fondo nell’amore. Il contrappasso potrebbe essere dietro l’angolo: la scelta di rifiutare la proposta di Madame Guthrie è coraggiosa e, purtroppo, inopportuna. Che fine farà? Quale sarà il prezzo da pagare? La Storia ci ha consegnato una biografia di Anne Bonny che non lascia presagire nulla di buono, almeno per la sua amante (in Black Sails).
Il percorso evolutivo di Max è associabile a quello di Silver, dal punto di partenza fino all’arrivo. Del personaggio egoista che avevamo conosciuto nelle prime stagioni non è rimasto nulla, se non un tesoro nel destino. L’amore di Madi ed il rapporto con Flint l’hanno plasmato profondamente, trasformandolo in un leader carismatico incapace tuttavia di essere sempre lucido come dovrebbe. L’aver assecondato le volontà di Rogers l’ha privato di un esercito (come ha evidenziato Flint) e di un compagno che si è ora trasformato in un nemico (difficile pensare che i due si siano messi d’accordo per proteggere il tesoro e salvare Madi). Cosa gli resta? Una situazione quasi ingestibile in una terra dimenticata da Dio ed un prezzo da pagare senza garanzie sul riscatto.
Quando si parla di “evoluzione”, talvolta, il gatto si morde la coda, la fine abbraccia l’inizio in un unico coro e sfocia, inevitabilmente, in un “tradimento”. L’ennesimo, alla faccia dei pentimenti di Max. Flint, pur essendo cambiato tanto, non cambierà mai. Da Gates a Silver il passo è breve, quasi impercettibile. Ma c’è e si vede, se l’osservatore è lucido. L’ultima mossa del famigerato capitano è la sintesi ideale del suo percorso all’interno di Black Sails: passionale, romantico, cinico e brutale. Il piano è illeggibile e folle, tendente alla disperazione. Lui, come l’amico perduto, è intrappolato e probabilmente senza speranze. Il sogno, morto da tempo, l’ha stretto nella morsa letale di Silver, Rogers e Rackham: un gatto ha sette vite, ma prima o poi finiscono. Quando arriverà il momento? Lo scopriremo entro due settimane, ma una cosa è certa: l’Isola dello Scheletro terrorizza ognuno di noi, ancor più di chi la vivrà in prima persona. La fine è sempre più vicina, presto potremo respirare. E rileggere poi un capolavoro che ha cresciuto in quell’isola milioni di bambini, sognatori non ancora disillusi.
Antonio Casu
Un saluto agli amici di Black Sails Italy, Black Sails – Italian fans e Black Sails Italia Fans!
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