Sono sempre belli i recap di Blackout – Vite Sospese 2. Sono belli perché sembrano una Serie Tv a parte, come se stessimo vedendo due prodotti diversi. Non ci siamo dati d’altronde altre spiegazioni dopo che, in quel minuto e trenta, abbiamo capito cose che non avremmo compreso neanche se i protagonisti ci avessero fatto il disegnino. Poco importa, comunque. Perché Blackout – Vite Sospese 2 è giunto al suo atto finale, all’ultimo episodio della sua seconda stagione. L’ultima volta che siamo giunti a questo punto, a salutarci è arrivata l’aurora boreale in Italia, i protagonisti hanno cominciato a menarsi e altri hanno deciso di fidanzarsi con l’amante del cugino della stanza numero 5 accanto al bar.
E’ dunque legittimo che, giunti a questo punto dopo due anni, il timore di ritrovarci di nuovo con un pugno di mosche in mano è tanto. O almeno, così era. Perché adesso va bene così. Abbiamo capito, dopo tanto tempo, che Blackout – Vite Sospese 2 è la nostra cugina Lost in versione Rai Uno e con il Buon Giovannino al posto di Jack Shephard. Per l’occasione ri-scongeliamo così una frase vecchia vent’anni: l’importante non è più la destinazione, ma il viaggio.
Con le loro crisi nervose, i protagonisti di Blackout – Vite Sospese 2 sono riusciti a dare un senso a ciò che senso non ne ha. Alziamo dunque le mani in alto in segno di pace, e ci avventuriamo verso l’atto finale di una Serie Tv che è più confusa di Ted Mosby quando deve scegliere tra l’amore di una vita, Robin, o la prima ragazza pronta a dire sì appena giunta sull’altare.
E’ la fine di Blackout – Vite Sospese 2. Ma è anche l’ultimo martedì prima della settimana Santa di Sanremo. E questo ci basta per scioglierci e farci perdonare tutto, anche i finali di stagione che non hanno né meta né destinazione
Mentre la giovane Anita cerca di dar vita al trono classico di Uomini e Donne tra i monti provando a capire chi scegliere tra Mimmo Cesaroni e PiantaMan il Parapendio Umano, Elena capisce che il momento di sentirsi una delle protagoniste di Severance è finito. Bisogna fare i conti con la realtà: la memoria è tornata, non è momentaneamente in viaggio con la il padre e il fratello playboy e non è neanche la protagonista della Serie Tv Apple TV+, ma di Blackout – Vite Sospese 2. Volendo indolare la pillola, possiamo più o meno dire che fa parte del settimo episodio di From, ma della puntata di cui ancora oggi non abbiamo capito neanche i titoli di coda.
La tradizione si rispetta sempre, motivo per il quale Blackout – Vite Sospese 2 decide di rimettere in campo alcuni punti chiave utilizzati già nello scorso finale di stagione. A quanto pare, questa Fiction non può scrivere la parola fine se Giovanni non viene arrestato almeno una volta a stagione, preferibilmente nel corso dell’ultima puntata. Sarebbe anche una tradizione discreta, se solo mettessero in carcere qualcun altro e non l’unico sveglio della cerchia. A prescindere da qualsiasi nostra considerazione, comunque, anche in questa seconda stagione la tradizione viene così rinnovata, riuscendo a stupirci anche per l’ottimo utilizzo degli spazi grazie ai quali questo albergo continua a trasformarsi sia in terapia intensiva che caserma all’occorenza. Perché la poliedricità non te la puoi inventare: o ce l’hai o non ce l’hai, e Blackout – Vite Sospese 2 ce l’ha.
Sparatorie, celle improvvisate, gente che ri-acquisisce la memoria e adolescenti che si lasciano mentre intanto tutti si promettono che sarà meglio non incontrarsi tra dieci anni perché non sai che ti faccio. In mezzo a tutto questo caos, Mercoledì Addams continua a suonare il suo violino ri-dando vita a quell’iconica scena del Titanic in cui, mentre la nave affonda, l’orchestra non sbaglia una nota continuando a suonare scrupolosamente.
Giunti a quest’ultima puntata, dopo due stagioni, siamo sorpresi nel vedere i nostri Avengers della Valle ancora vivi e sopravvissuti. Se è vero che l’istinto fa più della metà del lavoro, questo cast dovrebbe essere stato dimezzato più di quello di Grey’s Anatomy. E invece no: eccoli ancora qui, come sempre, incapaci di capire la più ovvia delle equazioni. Con un Marco che si allea con chiunque gli prometta di annientare il nuovo amico dell’ex moglie e una Lidia che, speriamo, possa meditare di cambiare lavoro una volta andata via dalla Valle perché davvero sorella: questa non è la tua strada. Fai altro, qualsiasi cosa. Ma interrompi i tuoi contatti con l’arma perché saresti capace di giurare anche sull’innocenza di Hannibal Lecter.
In quest’ultima puntata abbiamo visto di tutto. Parenti in viaggio verso i soccorritori accompagnati a braccetto da dei criminali, un sopravvissuto essere ucciso mentre stava già perdendo la vita in autonomia, l’unico sveglio della cerchia chiuso dietro le sbarre. Ex fidanzati pronti a ri-fidanzarsi capendo che almeno così avranno delle attività extra curriculari durante il lungo soggiorno nella Valle, Anita raccogliere fiorellini come se fosse completamente dissociata dalla realtà per curar solo i suoi intrallazzi.
Insomma, ancora una volta – giunti alla fine di questa seconda stagione – la nostra speranza è che nessuno domani ci chieda di parlare dell’ultima Serie Tv che abbiamo visto. Perché a quel punto le scelte sono due: o mentiamo asserendo di aver trascorso la serata a recuperare l’ultimo episodio di Severance, o diciamo la verità cercando di sorvolare sulla trama il più possibile, perché a quel punto l’unica cosa certa che potremmo dire è che tanti amici si ritrovano in un hotel di lusso, ma chi non deve stare insieme sta insieme e chi deve starci non ci sta. Nel mezzo, qualche criminale.
Va bene così. Va tutto bene così. Vanno bene le diagnosi certe fatte senza alcun esame ma solo con la forza della passione. Vanno bene i miracoli, le aurore boreali e i lupi che con un solo sguardo scongiurano una condanna a morte. Va bene tutto perché va bene Blackout – Vite Sospese 2. Tanto, con un finale di stagione di questo tipo, siamo certi che questo non sarà un addio. Torneremo di nuovo a non capire niente, ma a sorridere comunque. Adesso è un altro momento. Dobbiamo dedicarci ad altro. Dobbiamo tornare lì dove il cuore riposa e l’ansia scompare: Sanremo 2025. Ammesso che gli artisti – dato quanto successo negli ultimi giorno – salgano davvero sul palco e non decidano di ritirarsi anche loro nella valle.