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Brennero – La Recensione della terza puntata della serie in onda su Rai Uno

Brennero
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E’ uno dei nuovi successi targati Rai Uno, e non è per niente male. Ve lo diciamo così, subito, su due piedi. Senza effetto sorpresa. Sarà merito anche del da sempre interessante attore Matteo Martari (che arriverà presto su Netflix), da sempre quasi una garanzia per le produzioni italiane. Brennero è una Fiction (che potrete recuprare qui) che ci prova e ci riesce. Lo fa senza prendersi troppo sul serio e senza cadere in trappole troppo drammatiche. Apre le porte al genere thriller in una prima serata firmata Rai Uno e fa il suo, senza esagerare o chiamare in causa un livello a cui non arriva. Riesce a mantenersi perfettamente nel mezzo, non privandosi però di una propria identità. Lo fa attraverso una caccia al serial killer e attraverso un’identità da trovare, che adesso – giunti a questa puntata – si fa sempre più vicina.

A trainarci in questa narrazione troviamo infatti una PM di lingua tedesca e un ispettore italiano dal passato difficile. Entrambi, volendo o no, sono costretti a collaborare per arrivare alla risposta che cercano. Una risposta che apre le porte non soltanto alla vera identità del serial killer, ma anche una tematica socio-culturale. Al passato, alle domande che sono rimaste tali per anni. E in mezzo a tutto questo, lui: lo spietato serial killer che è tornato a ferire la città di Bolzano, dopo una pausa che sembra averlo fatto sentire ancora più forte.

Brennero si avvicina così sempre di più nel vivo della storia, aprendo le porte a una domanda dalla conseguenze sconvolgenti: e se il serial killer fosse più vicino ai protagonisti di quanto si potesse immaginare?

nell'immagine, Matteo Martari e Elena Radonicich in una scena di Brennero

Le puntate di Brennero si muovono spesso in due fili intersecati tra di loro. Da una parte abbiamo il caso generale, che ruota sempre attorno al caso del serial killer, e dall’altro un caso specifico. Un omicidio o un tentato omicidio che però sembrano sempre essere opera del serial killer. Distinta sia da una trama orizzontale che verticale, Brennero procede così in una narrazione dinamica e coinvolgente, che non mette però da parte anche la sua parte più emotiva. L’ispettore Paolo Costa e la PM Eva si avvicinano sempre di più, e questo legame comincia ad avere delle conseguenze anche sul matrimonio della donna.

Il matrimonio in cui è adesso, davvero ha a che fare con un sentimento? La risposta, inutile dirvelo, è no. E l’arrivo di Paolo Costa per la donna sarà un terremoto vero e proprio che scombinerà ogni cosa, portandola non solo a mettere in dubbio il suo matrimonio, ma anche se stessa. Eva, già in queste poche puntate, non sembra più la stessa di prima. Sta compiendo un solido percorso di evoluzione, supportato soprattutto dall’arrivo di Paolo che, come ogni personaggio che meriti, non lascia mai nessuno come lo aveva incontrato la prima. E in questa puntata, seppur per un breve momento, i due protagonisti sono riusciti ad avvicinarsi, con tutto il vento a sfavore.

Il caso da seguire ha inoltre un forte e prepotente impatto sulla vita dei personaggi. Li mette alle strette sia con loro stessi che con le loro convinzioni. E quell’orrore che si consuma in mezzo alle strade non fa altro che renderli ancor più diffidenti, seppur avvicinandoli sempre di più.

In questo terzo episodio le cose si avvicinano sempre di più a una risposta, e niente – se confermata – potrebbe più essere come prima. Matteo, un giovane ragazzo che gioca a hockey, viene colpito dal collega tedesco Mirian durante una partita. In un primo momento, chiaramente, questa situazione non solo dà per certo il colpevole, ma inoltre accentua quell’astio culturale che Brennero decide di affrontare. Nessuna apparente competizione, in questa gara. Soltanto la certezza di un distacco, di una lontananza, di un senso di pregiudizio. Ma le cose potrebbero essere molto più complicate di quanto immaginato.

nell'immagine, Matteo Martari e Elena Radonicich in una scena di Brennero

Più si va avanti nell’indagine di Matteo, e più vengono fuori dettagli che fanno pensare al peggio. Il giocatore di hockey, come si scopre al momento degli esami, è infatti stato colpito alla testa il giorno prima della partita. Per questo colpo, Matteo stava per rimetterci la vita. Ma la domanda, come sempre, resta la stessa: chi c’è dietro questa aggressione? Le domande continuano a essere tante, certo, ma nessuno sembra cadere da un pero. Sono tutti consapevoli di chi possa nascondersi dietro a tutto questo. Sanno che, probabilmente, il serial killer, il mostro, ha colpito Matteo, provando a farlo diventare una sua nuova vittima.

Paolo ed Eva continuano così a occuparsi del caso, dando a ogni indizio il giusto il peso. Ogni dettaglio potrebbe indicare la via, e il momento della verità sta per arrivare. Ma la verità potrebbe essere non solo una liberazione, una risposta alle domande, ma anche qualcosa da cui doversi difendere. Di cui aver paura. Lo scoprirà bene Paolo quando comincerà a mettere insieme i vari tasselli, scoprendo quanto spesso si ripeta il nome Gerhard Kofler, che altri non è che il padre di Eva. Ogni volta che si tratta di lui, succede qualcosa di strano. Il suo nome si concretizza sempre di fronte a un’indagine che non pensavamo potesse minimamente riguardarlo. I dubbi di Costa saranno dunque più che leciti, e saranno terribili: il padre di Eva è il serial killer che stanno cercando?

Con questa domanda, Brennero si concretizza come un’ottima Fiction. Merito delle interpretazioni e delle scelte narrative convincenti che, seppur senza aver in mente di fare un capolavoro, riescono a tenere alta la suspense del telespettatore che può contare sulla dinamicità di questa produzione. Seppur abusando di qualche luogo comune, Brennero riesce anche a gestire l’aspetto culturale della sua storia, facendo luce non solo sulle diversità, ma anche sulle cose che legano i protagonisti. Su quelle cose in cui, alla fine, lottano sempre e comunque insieme. A qualunque costo e sempre. Perché non esiste divisione quando in gioco c’è la vita. Sia nostra o degli altri.