“Non è un uomo, è qualcosa… Qualcosa di più… Molto, molto più forte”
Come ogni appuntamento settimanale, siamo ancora in terra celtica e questa volta in Britannia le cose stanno per cambiare drasticamente per i nostri personaggi. L’episodio si apre con un Divis incerto, preoccupato, insicuro. L’antitesi di tutto ciò che è stato nelle puntate precedenti. Un uomo che ha visto Aulo Plazio e ha compreso il vero pericolo che incombe nella sua terra. Aulo Plazio non è solo un generale. Egli incarna la determinazione e il sangue freddo di Roma. I suoi occhi sono la massima espressione di un impero disposto a tutto per giungere alla vittoria e onorare Roma. Divis abbandona così Cait dirigendosi verso una meta sconosciuta. Cait dal canto suo è finalmente gioiosa di essersi ricongiunta al padre e decide di avviarsi vero Grugdunon, per avere la protezione dei Cantiaci.
Nel frattempo la situazione nelle terre dei Cantiaci si fa sempre più tesa e scottante.
Re Pellenor riceve Veran, il capo dei druidi, e chiede il giudizio degli dei nei riguardi di sua figlia. Parliamo di una donna tenace, intraprendente e sicura delle sue decisioni. Non si pente di quel che ha fatto al fine di sventare una possibile guerra e salvare delle vite. Non si pente di amare sua madre. Un amore naturale e primordiale così forte che le permette di sfidare lo spietato giudizio degli dei. L’aspetto religioso si accentua ancor di più in questo episodio valorizzando ancor di più ogni dicotomia tipica della fede.
Kerra ama il suo popolo e i suoi dei, ma è disposta a rifiutarli se essi non possono accettare il normale amore provato nei confronti di una madre. Ma ciò che realmente Kerra rifiuta più di ogni altra cosa sono i druidi e il potere che esercitano sul suo popolo. Sono considerati i mandanti degli dei, i quali parlano attraverso i loro riti e le loro profezie. I druidi gestiscono di fatto ogni aspetto organizzativo dei Cantiaci, nominando i successivi re e influenzando per conto degli dei le decisioni più importanti del popolo. Ed è proprio questo che accade nel quarto episodio di Britannia. Un episodio intriso di colpi di scena. Il primo ed estremamente importante riguarda proprio Kerra e il suo ruolo agli occhi degli dei. I druidi decidono di salvarla e sacrificare suo padre, re Pellenor.
“Gli dei hanno parlato”
Queste parole giustificano l’aspra e inaspettata sentenza. Una sentenza che come vedremo in seguito avrà ripercussioni sul destino della Britannia. Nel frattempo Phenel, il fratello di Kerra, si reca dal loro prigioniero romano. Phenal è un uomo destinato a divenire re, il legittimo erede al trono. Egli è un uomo semplice e all’apparenza dalle buone intenzioni. Purtroppo è anche un uomo debole e lo dimostra in questa scena mostrando un suo invalidante e determinante aspetto. Phenal vuole dimostrare a se stesso di essere un uomo forte e in grado di affrontare, con la giusta saggezza e tenacia, l’invasore romano.
Disperazione e nuovi re
Proprio per questo chiede al suo prigioniero qual è la cosa più terribile da temere dei suoi nemici. Con questa domanda dimostra tutta la sua insicurezza e debolezza confermata proprio dall’espressione del suo sguardo a seguito delle forti parole di risposta del legionario. Egli deve aver paura di Aulo Plazio e della sua terrificante nona legione, i quali non si fermeranno di fronte a niente e nessuno. Un uomo, Aulo Plazio, in grado di plagiare con mille modi subdoli i suoi nemici e schiacciarli sotto l’aquila di Roma.
Difatti riguarda proprio Aulo Plazio il secondo colpo di scena in Britannia. Il generale dimostra nuovamente le sue doti strategiche nell’intento di salvare il suo legionario ed avere preziose informazioni sui Cantiaci. Come se non bastasse il suo incontro con i druidi, risalente alla seconda puntata, ci rivela nuovi aspetti interessanti. Aulo era a totale conoscenza del sacrificio di re Pellenor e della proclamazione del suo successore.
La proclamazione del successore al trono dei Cantiaci è il terzo, e vero, colpo di scena dell’intero episodio.
Dinnanzi allo stupore e l’incredulità generale, durante le fasi conclusive del rituale di sacrificio agli dei, i druidi proclamano Kerra regina dei Cantiaci. La figlia del re ha già dato modo di dimostrare tutte le caratteristiche di un ottimo leader. Sicuramente un leader degno di combattere contro Roma. Deluderà le nostre aspettative in Britannia? Ci auguriamo di no. Tuttavia l’incoronazione di Kerra non è importante solo per i risvolti politici dei Celti ma anche per il suo aspetto religioso. Il rituale viene gestito brillantemente concedendo ampio spazio alla cerimonia. Tra canti e danze un re viene ucciso e uno proclamato sotto gli occhi e il giudizio impassibile degli dei.
Kerra, l’erede al trono prescelta dagli dei.
“Dove sono i miei dei?”
Dulcis in fundo, anche in questa puntata di Britannia abbiamo dei ritagli riservati a Cait, la bambina “senza nome”. Suo padre venuto a conoscenza della morte di sua figlia maggiore cadrà in uno stato di follia e disperazione. Tale dolore lo porterà a inscenare un rituale con Cait nella speranza che i suoi dei lo ascoltino, riavvolgendo il tempo e riportando sulla terra la figlia. Consapevole del suo fallimento Britannia si chiude insieme al suo urlo disperato.
Le premesse per un ottima quinta puntata ci sono tutte e come direbbe Giulio Cesare, primo condottiero romano ad aver messo piede oltremanica: “Alea iacta est”, il dado è tratto. Britannia ha ingranato e con decisione si avvia verso il fulcro della sua guerra. Una guerra senza esclusioni di colpi che vedrà schierati uomini e dei.