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Brooklyn Nine-Nine 8×05/8×06 – L’ultima avventura del Bandito delle Pontiac

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Siamo arrivati senza nemmeno accorgercene al punto di svolta dell’ultima stagione di Brooklyn Nine-Nine. Le puntate 8×05 e 8×06 ci trasportano infatti verso la seconda metà del capitolo finale delle avventure dei poliziotti del Novantanovesimo e lo fanno con una vena di nostalgia atipica ma perfettamente calzante, tanto da sottolineare ancora una volta la profonda consapevolezza degli autori nel progettare un’ottava stagione quasi perfetta, che possa rappresentare la vera eredità di Brooklyn Nine-Nine. Secondo lo schema ormai consolidato di questa stagione (come avevamo già notato nella recensione di settimana scorsa), la struttura degli episodi vede alternarsi puntate più strettamente canoniche, improntate alla chiusura delle storyline personali dei personaggi, ad altre che invece abbracciano l’intenzione di denuncia dell’abuso di potere delle forze dell’ordine che sia il cast che gli autori di Brooklyn Nine-Nine hanno dichiarato di avere particolarmente a cuore.

Attenzione: la recensione contiene spoiler.

La puntata 8×05 di Brooklyn Nine-Nine è un nostalgico addio a Doug Judy, il Bandito delle Pontiac che ha saputo conquistare il cuore di Jake Peralta e anche il nostro

brooklyn nine-nine 8x05

Che la 8×05 avrebbe rappresentato l’ultima puntata di Brooklyn Nine-Nine con protagonista il Doug Judy di Craig Robinson lo avevamo intuito già dal titolo dell’episodio, PB&J, acronimo che sta per Pontiac Bandit e Jake. Salutare un personaggio così fondamentale per la serie, capace in pochissimi episodi di conquistare il cuore degli spettatori quasi fosse uno dei membri del cast principale, non poteva essere semplice. La fuoriuscita di Doug Judy infatti è un momento fondamentale all’interno della serie, perché rappresenta il primo vero momento in cui è chiaro che Brooklyn Nine-Nine sta per volgere al termine. Certo, sapevamo già che i dieci episodi dell’ottava stagione sono gli ultimi che andranno mai in onda, ma fino alla 8×05 avevamo vissuto in un limbo, in un nuovo inizio piuttosto che in un momento conclusivo. Forse è per questo che la puntata, già caratterizzata da toni fortemente nostalgici, colpisce lo spettatore con così tanta forza.

Protagonisti assoluti della puntata sono Doug Judy e Jake Peralta, mentre gli altri personaggi si limitano a comparsate di pochi minuti. Il rapporto di amicizia tra i due, sviluppatosi contro ogni aspettativa e tanto coinvolgente da aver conquistato il cuore del pubblico in sole otto puntate distribuite su otto stagioni, è il cuore pulsante della 8×05 di Brooklyn Nine-Nine, un episodio nel quale le contraddizioni della relazione simbiotica tra i due vengono a galla in un momento di realizzazione che dimostra una nuova maturità tanto in Jake quanto in Doug Judy.

Sebbene non manchino i momenti di alta comicità a cui le interazioni tra i due ci hanno abituati – dai rap improvvisati agli outfit coordinati, fino ad arrivare all’esilarante quiz dell’amicizia a cui li sottopone Charles – a prevalere nel corso della puntata è un sottile clima di tristezza, di consapevolezza di essere giunti a un capolinea che non necessariamente porterà a nuovi inizi. L’addio di Jake e Doug Judy, quell’abbraccio carico di parole non dette e quella telefonata finale, è il primo momento in cui il pubblico si rende davvero conto che Brooklyn Nine-Nine sta finendo. Se le precedenti puntate che coinvolgevano il Bandito delle Pontiac erano caratterizzate da colpi di scena incredibili e una mancanza di limiti alla spassosa follia messa in scena da Craig Robinson e Andy Samberg, PB&J è un canto malinconico, le risate strappate velate di una tristezza che coinvolge personaggi e spettatori. Ecco allora che l’episodio 8×05 di Brooklyn Nine-Nine è splendido nel suo distaccarsi dai toni prevalenti della serie, perfetto nell’aiutarci a renderci conto che stiamo arrivando al capolinea di un viaggio meraviglioso e che forse, proprio come ripetuto più volte nella puntata, è proprio su questo viaggio che dovremmo concentrarci, molto più che sulla destinazione. Una destinazione che inevitabilmente raggiungeremo presto.

brooklyn nine-nine 8x05

La puntata 8×06 “The Set Up” si ricollega al filone di denuncia del funzionamento delle forze dell’ordine negli Stati Uniti, mettendo coraggiosamente Jake Peralta dalla parte dei cattivi.

Quando è stato annunciato che l’intera ottava stagione di Brooklyn Nine-Nine sarebbe stata riscritta per affrontare approfonditamente la questione degli abusi di potere della polizia in seguito a quanto avvenuto nell’estate 2020 e all’omicidio di George Floyd, non avremmo mai immaginato che sarebbe stato uno dei poliziotti del Novantanovesimo a finire dalla parte dei colpevoli. D’altra parte non è forse vero che il comportamento della squadra di Holt è spesso stato ineccepibile? In realtà, come brillantemente dimostrato da The Set Up, non è sempre stato così e per una volta qualcuno dovrà pagarne le conseguenze. Infatti non possiamo dimenticare che per quanto bene intenzionato, il protagonista di Brooklyn Nine-Nine Jake Peralta ha la tendenza a credere di essere l’eroe di un film d’azione, immaginando di essere al centro di complotti e trame intricate. Proprio l’incapacità del detective di distinguere tra realtà e fantasia lo porta a perseguire un comportamento spericolato, fino a che non arresta senza motivo un innocente. Ecco allora che ci accorgiamo che forse l’abuso di potere della polizia è talmente radicato che persino i poliziotti più eticamente inattaccabili possono caderne vittime.

Eppure sia noi che una buona parte degli altri protagonisti rifiutiamo di credere che Jake possa aver commesso un errore, tanto che tifiamo per Amy e Rosa mentre involontariamente ubriache cercano le prove che l’O’Sullivan di John C. McGinley (il personaggio ricorrente di cui non sapevamo di avere bisogno, esilarante in ogni sua spiacevole apparizione) stia tentando si incastrare Peralta. Jake è convinto di essere al centro di una trappola e noi, memori di quanto effettivamente lo sia stato in passato, vogliamo crederci a tutti i costi. L’amara verità verrà però a galla: Jake Peralta ha abusato dei suoi poteri di poliziotto per arrestare e importunare un uomo innocente, senza che vi fosse nessuna trama contro di lui ordita dal sindacato delle forze dell’ordine di New York. La scelta degli autori non è solo coraggiosa, ma è anche brillante, poiché riesci in modo perfettamente coerente e credibile a mettere sulla gogna il protagonista assoluto di Brooklyn Nine-Nine, ribaltando il punto di vista canonico che vede la squadra di Holt come moralmente ineccepibile.

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Il detective Jake Peralta non viene tuttavia dipinto come un uomo cattivo, bensì come una persona che è inserita in un sistema corrotto e che ne è diventato suo malgrado complice. Il dialogo rivelatore con il capitano Holt, figura che rappresenta la bussola morale di Brooklyn Nine-Nine, è allora il momento chiave dell’episodio, che fa sì che Peralta non si nasconda dietro scuse e sindacati per proteggersi, bensì riconosca i suoi errori e faccia ammenda. Jake pagherà le conseguenze delle sue azioni in modo esemplare, perché sa di meritarselo e che solo assumendosi le sue responsabilità potrà essere parte attiva di quel cambiamento nelle forze dell’ordine che Amy in primis e l’intero distretto stanno perseguendo con forza. Rimane da vedere come in questi ultimi quattro episodi che ci separano dalla fine di Brooklyn Nine-Nine gli autori decideranno di gestire la sospensione di Jake, sicuramente un elemento narrativo inedito e interessante, ma che lascia più di qualche dubbio per il suo inserimento così tardivo. Le carte in regola per avere fiducia e aspettarci il meglio ci sono tutte, ma il tempo scorre e noi non potremo mai essere pronti alla fine di una serie tv così rivoluzionaria per il mondo della televisione.

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