ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILERS della miniserie Cassandra.
Cassandra è la nuova miniserie tedesca (disponibile sul catalogo Netflix) che promette una storia spaventosa e ansiogena, degna di Black Mirror. Una famiglia in lutto decide di ricominciare da zero trasferendosi in una nuova città e in una nuova casa. La nuova abitazione, però, non è come qualsiasi altra. Si tratta infatti di una smart home, interamente gestita e programmata da una IA, che ha il preciso compito di prendersi cura dei suoi inquilini. Tale intelligenza artificiale, di nome Cassandra, ha le fattezze di un computer retrofuturistico, ma dotata di un processore avanzatissimo e in grado di soddisfare ogni richiesta dei suoi padroni umani.
Costruita negli anni Settanta e misteriosa abbandonata dopo uno strano incidente, la smart home è rimasta inabitata per 50 anni. Fino all’arrivo della famiglia Prill. La trama si dipana, fin dai primi episodi, attraverso due distinte linee temporali: la prima, nel presente con i Prill, mentre la seconda nel passato con gli Schimtt. Nel presente, i Prill sono entusiasti delle nuova casa e dell’IA Cassandra che promette di agevolare loro la vita in ogni modo possibile. Solo Samira, la madre, percepisce qualcosa di sbagliato nei comportamenti del robot e inizia a indagare. Scopre così che Cassandra assomiglia, in maniera molto inquietante, a una certa Cassandra Schmitt, che abitava lì negli anni Settanta, insieme al marito e al figlio.
Un po’ Jetsons, un po’ Black Mirror, la miniserie Netflix combina l’estetica retrofuturista ad argomenti sci-fi attualissimi come, appunto, l’intelligenza artificiale.
Le due linee temporali sono molto semplici da gestire. Entrambe scorrono in maniera lineare, mettendoci al corrente di fatti e personaggi e degli intrecci che uniscono passato e presente. Samira e Cassandra non sono due donne tanto diverse. Sono madri e mogli che vogliono proteggere i figli e che tentano di salvare il proprio matrimonio. Si tratta, però, anche di due donne che appartengono a periodi storici molto diversi e, forse per questo, inevitabilmente influenzate dalla società del loro tempo. Laddove Samira è una artista emancipata e indipendente, che guadagna e “porta a casa il pane”, Cassandra rimane ancorata al tradizionale ruolo di casalinga. Una forma mentis che si riflette anche nel suo alter ego robotico.
Tuttavia, le due donne condividono un elemento molto simbolico: un matrimonio fallimentare. Desiderio, gelosia, ossessione e amore sono tutte emozioni che si mescolano senza capire più dove inizi l’una o l’altra. Esiste una assoluta mancanza di fiducia tra i partner delle due coppie, che sta alla base delle esperienze negative di cui sono protagonisti. Horst Schmitt è uno scienziato privo di empatia e affetto, che tratta la propria famiglia come accessori di poco valore. David Prill è uno scrittore che si rifugia nei suoi romanzi erotici poco accattivanti piuttosto che affrontare la totale mancanza di desiderio da parte della moglie.
![L'IA Cassandra nell'omonima serie tv](https://www.hallofseries.com/wp-content/uploads/2025/02/Cassandra-1024x683.webp)
Ci sono alcuni momenti in cui Cassandra ci porta davvero a chiederci chi sia il vero villain di questa storia.
Chi è più deprecabile? L’IA malvagia o il creatore che le ha insegnato a esserlo? Alla tregua di un altro show come Black Mirror, icona del tecnopessimismo, anche Cassandra ci porta a riflettere sulla responsabilità dell’individuo sull’IA. Ci sono molti personaggi, apparentemente puri e di buon cuore, che si dimostrano invece crudeli e spietati. La loro crudeltà è celata rispetto magari a quella di Cassandra che, in fondo, è solo un robot creato da mani umane (dovreste assolutamente recuperare Sunny, su Apple TV+).
L’alternanza tra passato e presente, seppur riservi qualche plot twist, rimane semplice nel suo sviluppo. Tanto da risultare a tratti noiosa. A ogni azione nel passato corrisponde una reazione nel presente che ci permette di capire come e perché si sia arrivati a questo momento. Siamo ben lontani dagli intricati collegamenti di Dark (ecco 5 serie da guardare se ti è piaciuta), il che non è di per sé un male, ma occhio a semplificare troppo la storia. Il rischio è quello di non riuscire a tenersi stretto lo spettatore. E, nel mondo televisivo moderno che stiamo vivendo, il tempismo è la chiave di un buon matrimonio tra pubblico e prodotto seriale.
I plot narrativi sono piuttosto scontati. Cassandra non presenta guizzi inventivi degni di nota, eppure rimane una miniserie davvero godibile.
Ci sono tematiche forti, affrontate con la giusta dose di ansia e tensione. La vicenda dei Prill ci trasmette perfettamente le paure e le speranze dei suoi membri, in particolare modo di Samira, la voce della ragione. Persino l’estetica si costruisce attorno alla narrazione, per trasmetterci al meglio la finta tranquillità della vicenda familiare. I colori freddi, tendenti al grigio, sono caratteristici della linea temporale incentrata sul presente. I Prill sono una famiglia unita, che si vuole bene, ma è possibile notare le piccole crepe nei rapporti interpersonali tra i suoi membri che rischiano di diventare vere e proprie spaccature a causa di Cassandra.
D’altro canto, il passato è rappresentato attraverso un filtro aranciato, associabile agli anni Settanta e il cui scopo è dunque quello di trasmettere un senso di nostalgia. Molti cliché sarebbero stati largamente evitabili, visto che sono proprio questi a interrompere il flusso di una narrazione che avrebbe convinto in ogni caso il pubblico.