Attenzione! Se non avete visto la 1×09 di Castle Rock evitate la lettura, o vi imbatterete in qualche spoiler!
Castle Rock, giorni nostri. Un giovane è appena tornato nella sua città natale perché suo padre si è tolto la vita. Ora vive in un moderno e luminoso appartamento, con la donna che ama e le speranze di avere un figlio. Fa il medico e sta lavorando a una cura per l’Alzheimer. Il suo nome è Henry Deaver. Noi lo conosciamo come il ragazzo senza nome di Shawshank.
In un episodio all’insegna del “forse un giorno ci capirò qualcosa, ma evidentemente quel giorno non è oggi”, tra il ragazzo che diventa Henry Deaver, Henry Deaver che diventa il ragazzo, e quella che sembra una realtà alternativa, forse Castle Rock ci dà più indizi di quanti pensiamo. Oppure…
Quella che ci viene presentata è una Castle Rock in cui il ragazzo di Shawshank è Henry Deaver, figlio di Ruth e del reverendo Matthew Deaver. In questa realtà alternativa, Ruth ha accettato la proposta di Pangborn, fuggendo con lui e portando via Henry (il ragazzo) che non vede più suo padre da quando aveva circa undici anni. Henry si trova però a dover tornare, ormai adulto, quando Pangborn lo avvisa del suicidio di suo padre, e scoprirà su di lui cose che non avrebbe potuto sospettare.
Qui è Matthew Deaver a trovare un ragazzo (l’Henry bambino che conosciamo) e a chiuderlo in una gabbia, come l’ex direttore Lacy aveva fatto nella Castle Rock “originale”. Registra su dei nastri i suoi pensieri, per anni, e le sue parole ricordano tanto quelle di Lacy: è convinto che il ragazzo che ha trovato – che afferma di essere suo figlio e cerca di provarglielo – sia il diavolo, oltre che la fonte del male che affligge Castle Rock.
Il ragazzo di Shawshank/Henry trova il bambino/Henry nello scantinato del padre e lo libera.
Ce lo aveva detto il ragazzo, nello scorso episodio, che era stato lui a tirare fuori Henry dalla gabbia in cui era prigioniero. Dal momento in cui viene liberato, il bambino sembra essere inseguito da una scia di sangue, proprio come avveniva per il ragazzo di Shawshank. Quest’ultimo invece, in questa dimensione alternativa, sembra completamente diverso da quello che abbiamo conosciuto nell’arco di otto episodi. Molto più equilibrato, molto più umano.
La sua storia è più o meno la stessa dell’Henry che conosciamo noi, almeno fino al momento in cui ha lasciato Castle Rock. Lo stesso era il suo rapporto con Molly, che incontra di nuovo al suo ritorno in città e che lo aiuta con il piccolo Henry. Saranno loro due a condurre il bambino nei boschi, che lo attirano come una calamita con inesorabile impazienza. Sarà qui che Molly, mentre accompagna il piccolo Henry e percepisce ciò che lui vede e sente mentre è immerso nello Scisma, morirà accidentalmente per un colpo di avvertimento sparato da Dennis Zalewski. Sì, lo stesso Dennis della sparatoria a Shawshank.
Grazie a Molly, l’Henry/ragazzo di Shawshank riuscirà a percepire lo Scisma, e finirà per passare alla realtà alternativa da cui proviene il piccolo Henry – ovvero la Castle Rock che conosciamo – nel momento in cui il ragazzino riuscirà a farvi ritorno.
Ora, veniamo a noi. Questo episodio ha causato confusione fin dal primo momento, e il turbine di interrogativi non ha fatto che ingigantirsi. Prima ci chiediamo che diavolo stia succedendo e perché il ragazzo sembri essere una persona normale. Poi ci viene detto che si chiama Henry Deaver e scopriamo che la sua vita è fondamentalmente una riedizione modificata di quella dell’Henry che abbiamo conosciuto. Rimaniamo nella più totale incomprensione, finché la storia della realtà alternativa non si affaccia alla nostra mente e cominciamo a unire un po’ di puntini. Ma giusto un po’, non sia mai che ci capiamo troppo.
Partiamo dal nome. Quando è stato liberato dalla cisterna e gli è stato chiesto come si chiamasse, il ragazzo ha risposto: Henry Matthew Deaver. Primo puntino.
Se il ragazzo è davvero l’Henry Deaver di una Castle Rock alternativa, ciò spiegherebbe perché sa tante cose su Ruth, su Molly e su Henry stesso. Secondo puntino.
Apriamo una piccola parentesi. Per chi ha letto i romanzi della Torre Nera di Stephen King, il tutto aveva un’aria molto ma molto familiare. Certamente con qualche differenza dall’elemento letterario, lo Scisma per molte sue caratteristiche ricorda incredibilmente quelle che nella saga di King si chiamano sottilità.
Le sottilità sono punti in cui la realtà si fa, appunto, più sottile. Sono riconoscibili, prima di tutto, per il suono che emanano, un tremolante suono metallico. Hanno l’aspetto che ha l’aria in una torrida giornata estiva, quando guardi in lontananza e ti sembra che tutto ondeggi freneticamente come se fosse una parete d’acqua. Standovi troppo vicini si rischia di venire ipnotizzati e attirati da esse, e ascoltare troppo a lungo il suono che emettono può portare alla follia. Le sottilità inoltre, se attraversate, possono condurre da un mondo all’altro, ma farlo è tremendamente rischioso.
Vi ricorda niente?
Per tutto l’episodio il piccolo Henry guarda al bosco come sotto l’effetto di un sortilegio, e viene preso dalla smania di inoltrarvisi, di correre, come fosse ipnotizzato e attirato da una forza impressionante. Quando anche il ragazzo riesce a percepirla, sente anche lui quel suono. Così vede ciò che vede il bambino, tutte le cose orribili avvenute in quel luogo, e il mondo intorno a loro sembra tremolare. Infine, si ritrovano in un altro luogo, in un altro tempo. Eppure, è sempre a Castle Rock.
Hanno attraversato una porta da una realtà a un’altra. Terzo puntino.
Sappiamo che il piccolo Henry, negli anni in cui è stato prigioniero di suo padre, non è cresciuto, mentre è cresciuto normalmente da quando è tornato nella sua realtà. Lì, invece che anni, erano passati solo dei giorni. Forse lo stesso sta succedendo al ragazzo di Shawshank: non invecchia perché ha attraversato lo Scisma e non si trova nel suo mondo, dove magari invece di 27 anni sono passate solo un paio di settimane. Quarto puntino.
Non dimentichiamo poi questo: se l’Henry Deaver che conosciamo era seguito da tragedie nella Castle Rock alternativa come il ragazzo di Shawshank lo era in questa, ciò potrebbe significare che quest’ultimo non è davvero l’essere demoniaco che causa tutto il male di Castle Rock. Potrebbe essere causato dallo Scisma stesso o da ciò che lo scatena.
Il ragazzo sarebbe solo la vittima che afferma di essere. Quinto puntino.
In questa puntata, che mantiene alto il livello, nonostante quella che sembra una grande confusione molte cose ci vengono comunque spiegate.
Molte cose sembrano tornare. Oppure… Oppure è tutta una menzogna.
Tutto questo episodio di Castle Rock potrebbe essere la vera storia del ragazzo o la grande, geniale storia confezionata dal giovane per abbindolare Molly e mostrarsi come un innocuo ragazzo che voleva solo fare la cosa giusta, trovandosi coinvolto in qualcosa di più grande di lui.
“You believe me, don’t you?” chiede il ragazzo a Molly. Sono le ultime parole dell’episodio. E in fondo il nocciolo della questione è tutto lì: noi gli crediamo?