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Che Dio Ci Aiuti 6 – La recensione del disastroso finale

Che dio ci aiuti
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È proprio il caso di dirlo: che Dio ci aiuti!

Ho deciso di iniziare così questa recensione per chiarire – sin da subito – che la puntata non mi è piaciuta. Se fosse solo il finale di stagione potrei anche starci, ma se questa dovesse essere la puntata finale dell’intera serie, per citare Mercedes Jones di Glee, HELL TO THE NO e vi dico subito perché.

Partiamo dal presupposto che due episodi da cinquanta minuti non sono mai abbastanza per risolvere tutte le storyline aperte in diciotto precedenti se non si hanno i presupposti per farlo. Dunque, dopo anni e anni di esperienza televisiva, mi viene spontaneo chiedermi: ma gli sceneggiatori questo lo sanno? Perché dopo questo finale mi sembra proprio di no. Lungi da me voler fare lezioni di sceneggiatura televisiva ma queste sono le basi, signori! Non si può mettere carne al fuoco se non si è convinti di poterla cuocere decentemente. Se la lasciamo troppo tempo si carbonizza e diventa immangiabile, se la si lascia troppo poco si rischiano la toxoplasmosi e probabilmente diverse forme di epatite. Tutto questo per arrivare alla prima critica di questa recensione: la storyline Carolina/Sara.

Sul serio non potevano darle un’uscita di scena più dignitosa? Carolina, falsa identità di Sara, ci è stata presentata a inizio stagione come la nuova barista senza esperienza che riesce a trovare un modo per farsi assumere all’Angolo Divino, riuscendo – allo stesso tempo – a diventare una delle ragazza preferite di Suor Costanza. Immediatamente ci siamo accorti che c’era qualcosa in lei che non ci convinceva e – da spettatori abituati di Che Dio Ci Aiuti – è stato semplice capire che nascondesse qualcosa. Come solitamente succede in questi casi, a occuparsi di risolvere il mistero è Suor Angela, ma stavolta non è successo. Stavolta, dopo un primo segnale di interessamento di Suor Costanza nei confronti di questa ragazza, l’intera questione di Carolina viene archiviata, messa da parte per dare rilievo alle storyline dei volti più noti: Azzurra, Monica, Nico, Ginevra e la new entry, Erasmo.

Nonostante sia lo stesso Erasmo a rendersi conto che la ragazza sta nascondendo qualcosa, visto il documento con l’identità diversa che ha trovato in camera sua, nessuno muove un dito. Questo non è il Che Dio Ci Aiuti a cui siamo abituati. E quando finalmente riusciamo a conoscere la storia di Sara, vero nome di Carolina, ecco che il tempo a nostra disposizione non è abbastanza. L’ultimo episodio sta per cominciare e lei ha intenzione di andare via. La cosa più assurda è che la lasciano andare e nessuno se ne preoccupa. Addirittura Suor Costanza arriva a menzionare Carolina solo brevemente, esordendo con quanto segue:

Se non ci ha chiamato vuol dire che sta bene.

Ma io dico, ma vi siete rimbecilliti tutti? Che v’hanno messo nell’acqua del convento? Avete accidentalmente ingerito un parassita che vi sta ammazzando lentamente i neuroni o siete tutti in uno stato di coscienza alterato dovuto al coniglio porchettato? Non potete essere seri! No, perché la storyline più interessante della stagione che sta andando via e voi vi preoccupate di chi deve fare da testimone a Gineva, il personaggio più inutile in tutte le stagioni di Che Dio Ci Aiuti. E quella frase, se non ha chiamato vuol dire che sta bene. Ma cosa? Ma in quale mondo? Se non ha chiamato vuol dire che potrebbe essere morta da qualche parte, che il marito potrebbe averla trovata, la prima cosa da fare è chiamare la Sciarelli e fare uno speciale di Chi l’ha visto in merito. E ovviamente, poi, chiamare la polizia.

Perciò, anche solo per il trattamento subito dalla povera Carolina, in visibili difficoltà, ma ignorata da tutti, questo finale è da bocciare. Ma non è l’unica cosa che non ha funzionato. Mi spiace dirlo, ma il più grande problema di queste puntate e soprattutto di queste ultime stagioni è la stessa Suor Angela.

Dov’è finita la Suor Angela che amiamo e a cui tutti siamo affezionati? In queste ultime due stagioni mi è sembrata sempre più fiacca, sempre più stanca, sempre meno la suora ficcanaso di cui ci siamo innamorati e sempre più una sua versione sbiadita. Sembra quasi che lei e Suor Costanza si siano scambiate i ruoli e no, non solo quelli ufficiali. Quella più seriosa era Suor Costanza che adesso sembra quasi la caricatura del personaggio che era una volta e mi va anche bene perché me l’ha fatta amare ancora di più, però questo progressivo spegnimento di Suor Angela, non so se sono pronta ad accettarlo.

Già qualche estate fa, in occasione di un noto festival del cinema, Elena Sofia Ricci dichiarò di essere un po’ stanca di questo personaggio e io che ero lì per di più vestita da suora e in procinto di consegnarle un premio, ho sentito lentamente il cuoricino spezzarsi. Ma poi ho pensato, se l’attore sente di non poter più dare nulla al personaggio, è meglio che lasci la serie o che la serie si concluda prima che possa diventare insopportabile restare a guardare il suo progressivo peggioramento, il che è – in poche parole – ciò che sta accadendo adesso. Perciò, Suor Angela bocciatissima e anche piuttosto inutile sul finale dove addirittura c’è voluta la presenza dell’inutilissima e insopportabile Gin per salvare la giornata.

Colgo la palla al balzo per spostarmi proprio su questo personaggio che non mi è mai piaciuto e che a mio parere non ha ragione di esistere, Ginevra. Ginevra, fin dalla sua prima apparizione sullo schermo, mi è risultata piacevole come: 1) il corso di recupero di matematica al termine di ogni semestre, 2) la gastroenterite acuta che ho avuto a quattordici anni, 3) quella volta che ho dovuto mettere i punti perché mi tagliai il dito scambiandolo per un würstel e 4) il coronavirus che ho preso poco prima delle vacanze di Natale e che è restato a farmi compagnia fino al mese successivo. Lei, la sua odiosissima ingenuità, la sua orribile dizione, le orrende sopracciglia alla Stefano Belisari in arte Elio e la continua e perenne lagna che sono più che sicura sarà il mio scenario di dannazione eterna una volta passata a miglior vita, sono tutto ciò che potrebbe spingere anche il più credente tra i credenti a lasciarsi tentare dalla blasfemia.

Credo seriamente di aver inveito contro la televisione più io in questo episodio che imprecato il tizio che ha appena sbattuto il mignolo del piede allo spigolo. L’unica cosa di cui dovremmo esserle grati è che ha salvato il bell’Erasmo da una fine tragica. Per il resto possiamo anche farle un bell’over party nella speranza di non doverla rivedere mai più.

Ma passiamo a colei che mi ha dato il dolore più grande, quello che ancora non riesco a processare: Azzurra. Azzurra, la mia preferita da sempre, colei che ci ha fatto sognare con Guido, adesso vuole farsi suora. Per davvero. E io non riesco a metabolizzarlo, non dopo la storyline che ha avuto con Penny. Speravo che avrebbe capito di voler adottare quella bambina più di quanto volesse prendere i voti. Ero convinta che la sua scelta di diventare suora fosse dettata dalla paura di soffrire di nuovo come le è successo con la morte di Guido e Davide, che quella vita fosse una sorta di via di fuga, di spazio sicuro dai dolori futuri ed ero convinta che Penny le avrebbe fatto cambiare idea. Ma non è andata così e io non riesco ancora a farmene una ragione.

Inoltre, avevo puntato sulla presenza di quel manzo rarissimo di Can Yaman con la speranza che le facesse aprire gli occhi su quanto ben di dio c’è in giro e le facesse cambiare idea, ma niente. Nemmeno lui c’è riuscito. Praticamente l’hanno portato in Che Dio Ci Aiuti (qui 10 curiosità sulla serie) per fare il belloccio e basta. E, devo ammettere che non appena i miei occhi si sono posati su di lui, per usare le parole di Eliana Michelazzo a Live! Non è la d’Urso:

Povero amore! E come se non bastasse, gli hanno pure dato un nome che non gli si addice per niente, Gino, ma insomma potevano dargliene uno un po’ più sexy e che non mi ricordasse quel cartone animato sul pollo che navigava nel cyberspazio. Se non avete capito a chi mi riferisco, vi allego la sigla del cartone qui di seguito.

A un certo punto ho addirittura pensato che fosse un’apparizione, un delirio di Azzurra, il suo inconscio che stesse cercando di farle capire tramite cotanta bellezza che non doveva farsi suora. E, ammetto, sono arrivata anche a pensare che potesse essere una specie di apparizione divina in perfetto stile Joan of Arcadia solo per scoprire che non era così e vederlo andare via con la tristezza negli occhi e la voglia di dargli asilo a casa mia.
Ovviamente sto scherzando per la questione di Gino e Azzurra assieme. Siamo realisti, nessuno potrebbe mai prendere il posto di Guido e Davide, ma mi sarebbe piaciuto vederla ripartire da Penny e con Penny, dedicarsi completamente a lei e assieme a lei guarire dalla feroce sofferenza causatale dalla perdita di marito e figlio.

Una delle rare gioie in questo finale decisamente deludente è stata la coppia Monica-Nico che ho shippato fin dalla loro prima apparizione al matrimonio di Guido e Azzurra. Dopo anni e stagioni che sembravano interminabili, finalmente sono una realtà, finalmente stanno insieme. Certo, anche qui ci sono stati elementi che stonavano come la decisione di prendere Penny con loro dopo neanche cinque secondi di relazione e il fatto che siano passati letteralmente dieci minuti da quando lui ha mollato all’altare Gin, ma vabbè, l’importante è che l’amore abbia trionfato.

Bisogna riconoscere anche dei meriti al personaggio di Erasmo che è stato protagonista di una storyline decisamente interessante in questa stagione e che, allo stesso tempo, ci ha regalato una straordinaria performance nel finale. Lui, assieme a Nico e Monica è stato uno degli elementi positivi della puntata. Quell’escalation sul tetto dell’aeroporto è stata pazzesca e sinceramente mi hanno ceduto un po’ le ginocchia perché ho creduto realmente che si sarebbe ammazzato. Fortunatamente non è stato così.

Insomma, seppure io sia consapevole di non potermi aspettare nessun tipo di capolavoro dalle serie per famiglie della Rai, questo finale mi ha lasciato l’amaro in bocca, più di quando da piccola mia madre mi faceva prendere l’antibiotico dicendomi che era yogurt e ingannandomi astutamente. Sono certa che c’erano tante cose che avrebbero potuto gestire diversamente e sono nera per la faccenda di Carolina. L’ultimo frame è sembrato un saluto definitivo agli spettatori con il saluto in macchina, ma spero vivamente che non sia così e che gli sceneggiatori di Che Dio Ci Aiuti abbiano la voglia di redimersi dopo un finale così tanto insoddisfacente e pieno di buchi narrativi.

P.S. che fine ha fatto Mattia?

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