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Chernobyl 1×01 – La ricerca della verità passa attraverso il dolore

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Il primo episodio dell’attesissima serie tv Chernobyl è finalmente stato trasmesso in italiano, andando in onda su Sky Atlantic. Nelle ultime settimane si è fatto un gran parlare dell’approccio chirurgico alla drammatica vicenda avvenuta la notte del  26 aprile 1986. In questo articolo vi abbiamo parlato del primo episodio (che grazie a Sky Atlantic abbiamo avuto l’onore di vedere in anteprima) senza spoiler.

Ora che la 1×01 è stata trasmessa, ci concentreremo sulle sue caratteristiche, analizzando i punti focali che in così poche settimane hanno portato Chernobyl al centro di ogni discussione.

Il primo impatto con Chernobyl ha a che fare con il dolore.

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La ricerca della verità passa attraverso il dolore e la rinuncia ma è l’elemento che fa la differenza. In questa serie sembra da subito essere questo il senso intrinseco, il messaggio da veicolare. Con lunghe inquadrature dei suoi alti palazzi conosciamo Pryp”jat’. Una città che nell’aprile 1986 si apprestava a passare le sue ultime ore di vita. Una consapevolezza straziante. Il tempo appare da subito un elemento importante del racconto, in cui si alternano frangenti incalzanti e lente riprese.

Mentre quello che scopriremo alla fine dell’episodio essere Valerij Legasov riascolta le sue confessioni la notte del 26 aprile 1988 (due anni esatti dopo l’esplosione del reattore 4), la macchina da presa indugia su un orologio che segna l’1:10 del mattino. Quando le lancette saranno arrivate all’1:24 quell’uomo che stringeva tra le mani un fazzoletto sporco di sangue come fosse un rosario, si sarà tolto la vita.

Qual è il prezzo della verità? Non che le confondiamo con le bugie. Il vero pericolo è che abbiamo ascoltato tante di quelle bugie da non riconoscere più la verità. In questa storia il colpevole perfetto era Anatolij Djatlov.

Le parole di Legasov, il chimico sovietico che indagò sul disastro, conducono lo spettatore verso la consapevolezza che il racconto degli eventi di Chernobyl è più complesso di quanto non  si creda. La ricerca della verità comporta un dolore totalizzante e l’estremo gesto di Legasov non è stato altro che un urlo disperato. 

pilot hbo

Il tentativo da parte dei vertici dell’URSS di insabbiare l’accaduto viene descritto in questo primo episodio di Chernobyl con lucidità e senso critico.

L’approccio ai fatti ben contestualizza il racconto nell’Unione Sovietica che stava vivendo gli ultimi anni della guerra fredda. Lo fa mostrando passo per passo i processi che hanno portato alla scelta di minimizzare il disastro, per quanto possibile. Ma Chernobyl narra i fatti attraverso i personaggi che li hanno vissuti, all’inizio da spettatori come noi, poi da interpreti principali.

Così, mentre da un lato c’era chi insabbiava e minimizzava, dall’altro conosciamo gli operatori della centrale, il personale medico e i pompieri. La catena umana della salvezza che non smette mai di sorprendere. Chernobyl mostra il dolore e la paura senza spettacolizzarli.

Affida a suoni metallici, freddi e nitidi il compito di fare da sottofondo alle immagini più concitate dei momenti successivi all’esplosione. Racconta l’inconsapevolezza dei residenti di Pryp”jat’ attraverso i loro occhi incantati che osservano i giochi di colore provenienti dal fumo della centrale. Bagliori mortali ai quali uomini donne e bambini sono stati esposti per trenta ore prima dell’evacuazione.

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Il racconto per immagini dell’esplosione del reattore 4, nel primo episodio, è affidato a una finestra aperta in un’abitazione a caso di Pryp”jat’.

L’intenzione era chiaramente di mostrare quanta potenza ebbe l’innesco chimico che portò all’incendio, visibile per chilometri e chilometri. Mentre il suono forte e ovattato dell’esplosione si propagava all’interno dell’appartamento di Vasily e Lyudmilla Ignatenko, nessuno dei due sapeva che quella notte avrebbe cambiato per sempre le loro vite

La radioattività che uccide silenziosamente e senza mostrarsi si palesa attraverso squarci nelle carni bruciate degli operatori della centrale. Vediamo la grafite, parte finale delle barre di controllo del nocciolo, cosparsa ai piedi dello stabilimento. Questo elemento chiarisce da subito, con evidenza lampante, la gravità dei fatti. Ciò contribuisce ad accrescere il fastidio dello spettatore nei confronti delle alte sfere intente a negare l’evidenza.

In una scena dell’episodio 1×01 di Chernobyl vediamo un’infermiera che osservava il fumo in lontananza chiedere ai medici di quante pillole di iodio disponessero in ospedale. Chiaramente già persuasa del pericolo che incombeva su di loro e consapevole che a breve sarebbe iniziata la loro corsa contro il tempo. 

cast chernobyl

Il finale dell’episodio è decisamente un pugno allo stomaco e fornisce la misura di quanto grave sia stata la decisione di non evacuare subito la città.

Negli ultimi istanti del pilot, la ripresa temporeggiava su un gruppo di ragazzi ignari e spensierati durante il loro ingresso nella scuola. L’inquadratura si abbassa gradualmente fino a riprendere l’asfalto e l’impatto al suolo di un uccello moribondo. La radioattività ha iniziato a uccidere.

In questo primo episodio ogni passaggio viene reso estremamente digeribile e fruibile. Attraverso diversi espedienti narrativi viene assicurata allo spettatore la piena comprensione dei fatti al di là di tecnicismi e concetti scientifici. Sotto il profilo recitativo la serie è toccante e curata e il cast principale (non del tutto eviscerato in questo primo episodio) concorre a tenere alte le aspettative.

L’impressione è che Chernobyl non deluderà e in questa suggestione gioca un ruolo decisivo il senso di forte inquietudine e orrore che permane addosso allo spettatore anche dopo la fine dell’episodio.

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