ATTENZIONE! L’articolo contiene SPOILERS della serie tv Daredevil Born Again.
Contrariamente a quello che potrebbe sembrare, considerato il titolo e il dietro le quinte, Daredevil Born Again non è affatto un reboot. A tutti gli effetti, la nuova serie tv dell’MCU e disponibile su Disney+ è un seguito delle avventure del diavolo rosso e lo mette in chiaro da subito. Il primo episodio, infatti – senza per ora fare spoilers – ci riporta, tra fumi e criminalità, nel quartiere di Hell’s Kitchen (ri)presentandoci tre personaggi che conosciamo molto bene. La serie comincia in medias res, non abbiamo introduzioni o recap del genere “dove eravamo rimasti”. No, se il pubblico non ha seguito la storia di Matt Murdock tra serie tv stand-alone, crossover e apparizioni sporadiche, allora tanto peggio per lui.
Quindi, siccome ci sentiamo particolarmente magnanimi, abbiamo pensato bene di scrivervelo noi un breve riassunto delle puntate precedenti, prima di passare alla recensione vera e propria di Daredevil Born Again.
Quando Netflix annunciò nel 2013 di voler produrre una serie su Daredevil, i fan accolsero la notizia con entusiasmo misto a scetticismo. Il film del 2003 con Ben Affleck aveva lasciato l’amaro in bocca, e c’era il timore che un altro adattamento non fosse all’altezza del personaggio. La serie Daredevil, uscita nel 2015, divenne rapidamente uno dei prodotti più apprezzati dell’universo Marvel televisivo, tanto da aprire la strada a un intero universo narrativo che ha trovato il suo punto di arrivo con The Defenders.
Nella prima stagione abbiamo esplorato le origini del personaggio, diviso tra la vita come Matt Murdock e quella del suo alter ego. Per la prima volta assistiamo alla lotta contro Wilson Fisk, un boss criminale che vuole “risanare” Hell’s Kitchen attraverso il terrore e la corruzione. Nella seconda stagione, i toni noir lasciano più spazio all’azione e alla brutalità, grazie anche all’introduzione di due personaggi iconici come Elektra e The Punisher (l’interpretazione di Jon Bernthal gli è valsa, d’altronde, uno spin-off tutto suo).
Dopo gli eventi di The Defenders, Matt Murdock torna protagonista assoluto in una terza e ultima stagione stand-alone.
Dopo il crollo del grattacielo alla fine del crossover, Matt è creduto morto. Tuttavia, viene ritrovato e curato da suor Maggie, che lo accoglie nella chiesa dove è cresciuto. Fisicamente e mentalmente distrutto, Matt ha perso la fede in Dio, nella legge e persino in se stesso. Decide quindi di rinunciare a essere Matt Murdock e di abbracciare solo la sua identità come Daredevil, questa volta senza limiti o regole. Nel frattempo, Wilson Fisk riesce a manipolare il sistema giudiziario per uscire di prigione con la scusa di collaborare con l’FBI. In realtà, riesce a corromperlo dall’interno, tornando così a essere il vero re di New York.
La minaccia si intensifica con l’arrivo di Benjamin “Dex” Poindexter, meglio noto come Bullseye. Fisk lo trasforma in una macchina da guerra psicopatica, un uomo instabile che può colpire con precisione letale qualsiasi bersaglio. Per distruggere Daredevil, Fisk lo manipola per fargli indossare il suo stesso costume, in modo da screditarlo pubblicamente e far credere che sia diventato un assassino. Mentre Matt cerca di fermare Fisk, Karen Page e Foggy Nelson, suoi colleghi e amici di lunga data, cercano di affrontare il re del crimine in modo legale, ma si rendono presto conto che Fisk ha il controllo totale del sistema. Con gli amici minacciati e Hell’s Kitchen sull’orlo del caos, Matt deve decidere se oltrepassare il limite e uccidere Fisk per porre fine alla sua tirannia.
Il culmine della stagione è la battaglia finale nel rifugio di Fisk.
Daredevil e Bullseye combattono brutalmente mentre Fisk cerca di manipolarli entrambi. Il momento più sorprendente arriva quando Bullseye, dopo aver capito di essere stato usato, cerca di uccidere Fisk. Matt, infuriato, sconfigge Fisk e sembra essere sul punto di ucciderlo. Tuttavia, all’ultimo secondo, decide di risparmiarlo, dimostrando di essere migliore di lui.

Fine. Cala il sipario su Daredevil. Netflix, infatti, nonostante l’enorme successo della stagione, non rinnova la serie a causa della fine dell’accordo con la Marvel. Passa del tempo, i fan insorgono e il mondo dell’internet non molla la presa. Charlie Cox fa quindi delle brevi apparizioni, prima in Spider Man: No Way Home, poi in She Hulk (con un costume senape e ketchup) presagendo un possibile ritorno ufficiale all’interno dell’MCU. Ed effettivamente il suo ingresso nell’universo espanso viene confermato, sancito da una nuova stagione dedicata al diavolo di Hell’s Kitchen.
Daredevil Born Again si apre come se non ci fossimo mai detti addio.
Forse per questo motivo sarebbe meglio definirla la quarta stagione del franchise. Matt, Karen e Foggy sorridono, stretti l’uno all’altro ricordando i tempi andati e parlando del futuro. Sono diretti a una rimpatriata con altrettante facce note, ma la tragedia avviene poco dopo. Foggy muore tra le braccia di Karen. Matt si annulla completamente e lascia che sia il diavolo rosso ad agire per lui. Gettando Bullseye dal palazzo, con il chiaro intento di ucciderlo, Matt oltrepassa un confine ben preciso e decide di rinchiudere l’alterego e gettarne la chiave.
Il rapporto con Karen sembra ormai incrinato per sempre e i giorni da vigilante sono finiti. Nel frattempo, Wilson Fisk ha fatto ritorno ed è intenzionato a prendere in mano le redini della città e riplasmarla a suo piacere. Candidatosi sindaco, Fisk vince le elezioni con una schiacciante maggioranza e promette sin da subito di ripulire le strade dai vigilanti mascherati e “make New York great again”. E Matt Murdock? Rimarrà a guardare? La sua vita continua a scorrere dritta e in apparenza serena. La morte di Foggy è un peso che gli schiaccia il cuore, ma l’arrivo di una nuova donna potrebbe permettergli di iniziare un nuovo capitolo e lasciarsi il passato alle spalle.
In questi primissimi due episodi, senza neanche il tempo di salutarci come si deve, assistiamo al ritorno e alla morte di Daredevil. Il tutto nell’arco di due ore circa. Un incipit che ribalta quanto avvenuto nella terza stagione e che pone le basi per un grandioso percorso introspettivo. Sempre che la maledizione delle serie tv Marvel non l’abbia vinta anche in questo caso.
Daredevil Born Again è stilisticamente un reboot con la narrativa di un sequel. I toni noir, così rappresentativi della produzione Netflix, lasciano il posto a una freschezza tipica del duo Disney-Marvel.

Già nel primo episodio, i personaggi compiono delle scelte molto forti e singolari che li pongono in una posizione di partenza diversissima rispetto al passato. La morte di Foggy è il biglietto da visita di una serie tv che sembrerebbe avere tutte le intenzioni per rompere con il passato. Salvo poi scegliere un terreno già battuto, a livello narrativo quantomeno. Non ci sono combattimenti o i piani sequenza diventati iconici nelle passate stagioni, eppure c’è la stessa tensione e la dualità che contraddistingue il nostro protagonista. Soprattutto c’è il duello, ancora solo mentale, tra l’eroe e il villain.
Matt Murdock e Wilson Fisk si ritrovano faccia a faccia nel secondo episodio. Il loro è un confronto pacato, freddo e conciso. Non ci sono battaglie o acrobazie di sorta, il tutto si conclude con una stretta di mano metaforica e uno status quo molto labile. Da un lato Matt ha ormai appeso la tuta al chiodo, promette di non venire a cercare Fisk se lui non infrangerà la legge. Dall’altro lo stesso Fisk si dichiara un uomo diverso, cambiato nello spirito e in pace con il cosmo e le sue creature. Certo non si farà però alcuno scrupolo a distruggere Matt se dovesse di nuovo indossare la maschera. Nessuno dei due fa accenno ai rispettivi alterego durante la conversazione. Come se non nominarli significasse annullarne il potere e la relazione di lunga data che intercorre tra i due.
Perché se Daredevil e Kingpin sono acerrimi nemici, Matt Murdock e Wilson Fisk sono solo due uomini che amano la propria città e portano avanti i loro ideali.
La collisione all’orizzonte è inevitabile. Lo status quo non durerà ancora a lungo. Le loro storyline sono talmente intrecciate dal destino che è impossibile fuggire, anche volendo. Già alla fine del secondo episodio, scopriamo che la nuova ragazza di Matt Murdock è anche la terapeuta di coppia di Fisk e sua moglie Vanessa. E non abbiamo dubbi sul fatto che il caso di Ayala avrà, in qualche modo, delle ripercussioni sugli interessi di Fisk. Gli alterego che i due stanno cercando così strenuamente di dimenticare, rimangono una parte essenziale del loro percorso. Per quanto Matt si sforzi a non essere Daredevil, non può negare che sia una parte fondamentale.