La prima stagione di Dark Matter, la recente e attesa serie fantascientifica di Apple Tv+, si è da poco conclusa, dopo un piccolo viaggio durato un paio di mesi e un totale di nove puntate. Parliamo di una serie tv di cui non si è discusso poi molto ma per la quale vale davvero la pena di spendere qualche parola.
Basata sull’omonimo romanzo di Blake Crouch, che per la serie riveste il ruolo di showrunner e sceneggiatore di cinque episodi, Dark Matter si propone di portare gli spettatori in un viaggio che esplora le possibilità della mente umana, le sfide della scienza e che prova a dare le sue risposte a domande esistenziali sull’identità e sul destino, tra universi paralleli e scenari alla Sliding Doors, ma molto più complessi e distopici che più si avvicinano, come concetto (e non per tono o stile), a Evereything Everywhere All at Once. Una serie che, nonostante i buoni voti su Rotten Tomatoes e IMDb, puntata dopo puntata, sembra aver diviso l’opinione di critica e pubblico.
Ma quindi com’è Dark Matter?
Un nuovo punto a favore di una fra le piattaforme più apprezzate per la qualità dei suoi prodotti o uno dei suoi primi colpi a vuoto? Restate con la nostra recensione per scoprirlo.
La trama di Dark Matter ruota tutta attorno al personaggio di Jason Dessen (Joel Edgerton), un fisico e stimato professore universitario, che vive una vita tranquilla con sua moglie Daniela e il loro figlio adolescente Charlie. La sua quieta esistenza subisce però una svolta radicale quando, una notte, viene rapito e trasportato in una realtà alternativa dove non ha mai sposato Daniela e non ha avuto figli. In questo nuovo mondo, le cose appaiono ben diverse: Jason è infatti un grande scienziato noto per aver sviluppato una tecnologia rivoluzionaria che permette di accedere a universi paralleli.
Mentre Jason cerca disperatamente di tornare alla sua vita originale, si trova a dover affrontare versioni alternative di se stesso e a confrontarsi con le conseguenze delle sue scelte passate. La serie esplora così temi profondi come l’amore per la famiglia, il sacrificio e il rimorso, l’ambizione e il rimpianto, ponendo domande dalla complessa risposta su cosa significhi davvero essere se stessi.
Uno spunto che anche solo alcuni anni fa ci avrebbe sin da subito incuriosito, ma che arriva sui nostri schermi in un momento in cui il pubblico inizia a essere in parte saturo di viaggi interdimensionali, di versioni alternative degli stessi personaggi e di multiversi.
Capolavoro o disastro?
In un’epoca fatta di poche sfumature, il pubblico spesso si sente costretto a schierarsi. Eppure, anche nell’intrattenimento esistono le vie di mezzo, ed è in questo limbo che ci sentiamo di collocare la nuova serie fantascientifica di Apple Tv+.
Dark Matter, infatti, nonostante le alte ambizioni e una buona resa estetica, presenta alcuni difetti che hanno in parte penalizzato l’esperienza complessiva di visione, rendendola a tratti discontinua. Tutto da buttare, quindi? Assolutamente no. Non sarà forse la serie più innovativa e originale degli ultimi tempi, ma la serie di Apple Tv+ riesce a gettare semi a sufficienza per cogliere l‘interesse dello spettatore, soprattutto con il procedere delle puntate.
Godibile ma non indimenticabile. Capace di spingere lo spettatore a voler venire a capo della sua trama ma non a tal punto da farlo appassionare al 100% e in tutto e per tutto alla sua storia.
La serie non riesce infatti sempre a mantenere le promesse fatte a causa di sbalzi di tono, genere e ritmo che, invece di risultare innovativi, talvolta finiscono per danneggiare una buona base di partenza. Ma andiamo con ordine.
La sceneggiatura, curata dallo stesso Blake Crouch, rimane fedele allo spirito del romanzo, pur introducendo nuove sfumature e parecchi colpi di scena alla storia, gli stessi che, grazie a cliffhanger ben piazzati portano lo spettatore a voler proseguire la visione. Tuttavia, l’adattamento non riesce sempre a mantenere la propria coerenza narrativa e mette in scena dialoghi che a volte risultano artificiosi e spiegazioni che possono apparire forzate. Un problema che si riflette anche nella regia, che a volte soffre di una certa incoerenza stilistica.
Inoltre, se alcuni episodi risultano interessanti e ricchi di tensione, altri non riescono a reggere il confronto e finiscono per spezzarne il ritmo. Si passa infatti da momenti emozionanti e ricchi di suspense a scene più lente e spesso poco incisive senza che tra le parti vi sia una transizione fluida fino ad arrivare ad un finale che abbiamo trovato alquanto anticlimatico e non spiegato proprio benissimo.
La resa visiva di Dark Matter è, invece, come capita per la maggior parte dei prodotti di Apple Tv+, davvero di ottimo livello.
La serie impiega infatti effetti visivi di grande qualità per rappresentare i vari scenari, creando atmosfere mozzafiato che spaziano da ambientazioni futuristiche a versioni distopiche della realtà. Effetti sbalorditivi e cinematografici che reggono anche nelle scene più concitate. Anche la fotografia è curata nei minimi dettagli grazie ad un sapiente uso della luce e dei colori, volti a creare atmosfere diversificate e a sottolineare i vari toni emotivi della storia. L’atmosfera generale della serie è cupa e avvolgente, nonché in grado di trasmettere al pubblico una costante sensazione di misteriosa tensione.
Un discorso a parte va fatto invece per il cast della serie.
Il Jason Dessen di Joel Edgerton non riesce a convincere fino in fondo: il suo personaggio non riesce infatti a veicolare tutte quelle che dovrebbero essere le sfumature delle emozioni provate dal protagonista. Rimpianto, rammarico, disperazione… Migliori sono senz’ombra di dubbio le performance di Jennifer Connelly, interprete di Daniela, moglie che Jason tenta disperatamente di ritrovare (anche se il suo personaggio rimane spesso in secondo piano) e quelle di Jimmi Simpson, che già avevamo avuto modo di amare in Westworld.
E dal punto di vista delle tematiche di Dark Matter?
Sicuramente Dark Matter non manca di fornire interessanti spunti: come può una nostra scelta influenzare il nostro futuro? Quali sono le conseguenze del nostro agire? Cosa siamo disposti a fare per le persone che amiamo? Tra tecnologia ed etica, dovere, amore e famiglia, la serie prova a farci immergere nei panni di un protagonista sfaccettato, ma che non sempre riesce a convincerci.
Dark Matter è una serie che ci sentiamo di promuovere, ma non a pieni voti. Sicuramente apprezzabile sotto tanti punti di vista, ma lontana dall’essere uno dei nuovi punti di riferimento della fantascienza seriale. Insomma, il classico esempio di un prodotto “buono”, ma che poteva applicarsi maggiormente.