Di certo non ci aspettavamo questo. Quando una manciata di mesi fa è stato annunciato il ritorno in pompa magna di Dexter con una nuova stagione (che poi si sarebbe rivelata una nuova serie) ci siamo ritrovati a vivere una scissione interiore, divisi tra la voglia di vedere ancora in scena Micheal C. Hall per dare un finale meno muto al suo personaggio, e il terrore di doverci trovare davanti un Dexter svilito, appesantito dagli anni e dall’obbligo di tornare in scena per la nostalgica ragion di stato che qualche soldo in più lo fa fare sempre. Una parte di noi, quella più fiduciosa, ci diceva che però se alla fine Showtime aveva deciso di riportare in scena un personaggio così iconico non avrebbe mai potuto farci lo sgarbo di banalizzare tutto per un pugno di dollari, rendendo ancor più sbiadito il bel ricordo che avevamo di Dexter. La parte più critica e sospettosa, però, ci suggeriva che queste operazioni nostalgia erano state fatte già anche con altre serie ed altri personaggi che amavamo, e quasi sempre era finita male. Dexter: New Blood però ci sta stupendo, e si sta rivelando qualcos’altro rispetto a tutti i revival che avevamo precedentemente visto nella nostra vita da serializzati. E se continua così, altrochè dubbi e ricordi sbiaditi: possono farci pure altre tre stagioni.
La terza e la quarta puntata di Dexter: New Blood hanno confermato quel che già si intravedeva nel primo episodio – che però era prettamente introduttivo – e che si arguiva in maniera ancor più chiara nel secondo: questa qui è davvero una nuova serie, guidata però da un personaggio che conoscevamo già. Un personaggio, Dexter Morgan, che ci sembra profondamente cambiato – almeno per ora – al netto dell’omicidio d’impeto di Matt Caldwell nella prima ora di questa nuova serie: il padre di Matt, Kurt Caldwell, è un personaggio furbo e oscuro, e sta fingendo con la polizia che suo figlio sia vivo e vegeto per farsi giustizia da se’. Inizialmente non sembrava sospettare di Dexter, ma poi sì: e il nostro anti-eroe, davanti alla trappola dell’uomo, dimostra che ormai col nascondere omicidi non ci sa più tanto fare. Kurt ormai ha Dexter come primo indiziato, e siamo sicuri che nelle prossime puntate questa parte di trama verrà fuori prepotentemente.
Il bello di Dexter: New Blood, però, è che a differenza della prima versione di Dexter non punta – quasi – tutto sul suo protagonista, ed è giusto così altrimenti avremmo assistito a un replay ambientato nel futuro e in mezzo al ghiaccio, una minestra raffreddata più che riscaldata. Tante altre sottotrame si stanno dipanando, di cui quella più sinistra riguarda senza dubbio il serial killer delle donne presente a Iron Lake. Pian piano ci fanno vedere qualcosa in più e ci creano dei sempre più preoccupanti sospetti, senza però svelarsi del tutto. Che Dexter ci avrà a che fare è certo, ma la domanda è: ci ha già avuto a che fare e ancora non lo sa?
La parte di trama più importante vista finora però, e letteralmente esplosa in questi due episodi, riguarda il figlio di Dexter: Harrison Morgan. Inizialmente presentatosi a noi come un ragazzino dalla vita complicatissima ma, all’apparenza, perfettamente e invidiabilmente stabile – come suggeriva, sbagliando, la coscienza di Dexter sottoforma di Debra nelle prime due puntate – in realtà ora i nodi stanno venendo al pettine. Tale padre, tale figlio: anche Harrison Morgan sembra avere con se’ l’oscuro passeggero, e sembra avere anche quella capacità di pianificare e nascondere omicidi che era propria del padre. La cosa più agghiacciante è che Dexter è riuscito a perfezionare queste tecniche in anni e anni di attività da serial killer, mentre Harrison sembra avere un talento naturale.
Il tentato omicidio di Ethan è roba da oscar per la recitazione: Harrison ha puntato un ragazzino problematico ed evidentemente disturbato cosicchè potesse risultare credibile il fatto che Ethan stesso lo aveva pugnalato, ed Harrison si era semplicemente difeso. Questa versione è quella a cui credono tutti in paese, dalla polizia ai compagni di classe: del resto Harrison si era presentato come un ragazzino integerrimo, sano nonostante il suo passato complesso e pronto a difendere i più deboli, mentre Ethan faceva disegni macabri sul suo diario in cui sognava di uccidere i suoi compagni di scuola che lo bullizzavano. Alla storia credono tutti tranne Dexter Morgan, che suo malgrado riconosce nel figlio ciò che lui è sempre stato: un (potenziale) serial killer. E dopo tante ricerche, il padre scopre l’arma del (tentato) delitto in camera del figlio: la conferma che il cattivo sangue non mente, e che nonostante sia arrugginito Dexter non ha perso del tutto il suo celeberrimo fiuto.
In tutto ciò ci sono anche altre interessanti sottotrame che si stanno sviluppando, prima fra tutte quella che riguarda il rapporto tra Angela Bishop e la podcaster. Più di tutto, però, ci interessa sapere come evolverà la storia del giovane Harrison: un ragazzino che ha purtroppo tutti i presupposti per diventare un serial killer, ma che a differenza di suo padre sembrerebbe anche particolarmente empatico (come sottolineava sempre Debra all’inizio), una caratteristica che è in totale controtendenza con l’essere un potenziale serial killer, a meno che non sia un mago a fingere empatia. Lo sviluppo riguardante Harrison e il suo poter seguire il nefasto percorso del padre ovviamente ce lo aspettavamo ed era lo sviluppo di trama più ‘scontato’, ma anche giusto e necessario per un prosieguo ad alti livelli della storia di Dexter, che potesse esserci: forse però non ci aspettavamo che questo sviluppo arrivasse così presto. Del resto la storia stava procedendo molto bene anche senza questa prevedibile svolta: avrebbero potuto giocarsi con maggiore calma l’attitudine a killer di Harrison, farcela annusare e sospettare, crearci dei dubbi senza sbattercela in faccia immediatamente. A parte questo piccolo appunto, siamo curiosissimi: la storia sembra avere un potenziale disumano addirittura al di là di Dexter e Harrison, e chissà che fra un po’ di puntate, dacchè avevamo il dubbio sul fatto che fosse o meno il caso di fare questo revival, non saremo tutti qui a parlare di un potenziale e inaspettato capolavoro.