Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale
Quante volte ci è capitato di leggere questa frase o di scorgerla al termine dei titoli di cosa? Forse un così innumerevole numero di volte da aver smesso di darle peso e di farci caso. Cosa accadrebbe, però, se la storia che stessimo leggendo parlasse effettivamente di noi? Nessuna finzione, nessuna metaforica trasposizione su carta ma la schietta e nuda verità su chi siamo e cosa abbiamo fatto. Davanti a noi allora forse si palesano due uniche soluzioni: bruciare quelle maledettissime pagine oppure tuffarcisi dentro. La scelta si riduce ad accettare noi stessi e immergerci nei più profondi recessi del nostro animo oppure tornare a fingere. Insomma un viaggio di introspezione che è più facile a dirsi che a farsi.
Lo stesso viaggio che i protagonisti di Disclaimer sono particolarmente restii ad affrontare.
La piattaforma Apple TV+ ci ha ormai viziati con produzioni di altissima qualità e, anche stavolta, il detto “poche ma buone” sembra calzare a pennello. l regista messicano premio Oscar Alfonso Cuaron scrive e dirige la miniserie Disclaimer, adattamento dell’omonimo romanzo best-seller di Renée Knight. Nel cast figurano nomi di altissimo livello: Cate Blanchett (ecco le sue 5 migliori interpretazioni), Kevin Kline, Sacha Baron Cohen. E ancora Leila George e Kodi Smit-McPhee (co-protagonista nel simbolicissimo Il Potere del Cane). Insomma, da leccarsi i baffi.
Il primo episodio si apre su una coppia di giovani inglesi innamorati in viaggio in Italia. Cliché la tappa a Venezia ma tocca. Non sappiamo nulla di loro se non che si adorano l’uno l’altro e sono giovani e liberi. La scena si sposta su un’altra coppia, quella formata da Catherine e Robert Ravenscroft. Sono a una cena di gala, intenti a celebrare la premiazione di Catherine. C’è un’aura di elegante malinconia che li avvolge mentre sorseggiano vino troppo costoso nella loro casa che sembra appena uscita da un catalogo. E, infine, ci viene mostrato un eminente professore di Cambridge, dagli occhi tristi e stanchi che ha perso sua moglie nove anni fa ma non riesce ancora a farsene una ragione.
CATHERINE
La protagonista di Disclaimer, la nuova miniserie targata Apple TV+ (che potete vedere sul catalogo qui), conduce la vita perfetta. Marito affascinante, di successo e devoto. Casa da sogno, luminosa e spaziosa con persino una macchina del caffé da far invidia ai migliori bar italiani. Una carriera invidiabile che le porta riconoscimenti e validazioni. L’unica nota stonata è rappresentata dal rapporto conflittuale con il figlio Nicholas, distante e svogliato. Beh, colpa sua d’altronde. In fondo, è lui la macchiolina che fatica a venir via dall’argenteria splendente. Di certo non può essere colpa di Catherine. Madre, moglie e businesswoman perfetta.
Eppure niente lo è. Specialmente quando un libro rischia di svelare il tuo piò oscuro segreto al mondo intero. Ogni certezza crolla una dietro l’altra. Ogni bugia che hai detto di colpo ha le gambe cortissime e il riflesso nello specchio ricambia un’immagine che hai preferito ignorare per tanto, troppo tempo. Ed è bastato un semplice libro, trovato sul comodino e inviato da chissà chi a far crollare il castello di carte che avevi sapientemente tenuto insieme per anni. C’è un altro termine che vi sarà capito di leggere meno spesso e che qui addirittura dà il titolo alla serie: disclaimer.
Altro non è che una clausola di esclusione di responsabilità, una misura di sicurezza con cui il titolare avverte l’utente in merito a comportamenti non concessi o comportamenti e azioni di cui non è responsabile. Ma in questo caso chi è il titolare e chi è l’utente? Si potrebbe quasi pensare che trovando loro troveremo anche il carnefice e la vittima. Catherine ha costruito tutta la sua carriera sulle nefandezze e malefatte degli altri, ironico che sia adesso la protagonista di un libro che smaschera il suo segreto piò oscuro.
STEPHEN
Un uomo solo, divorato dalla rabbia e dal risentimento. Il personaggio di Kevin Kline è l’angelo vendicativo che discende sulla vita patinata di Catherine distruggendola lentamente e dall’interno. La sua è la narrazione in prima persona, quella inattendibile per forza di cose ma anche la più emotiva. Si tratta del punto di vista attivamente impegnato che racconta l’intera vicenda con cuore e pancia. E non dal freddo razionalismo in cui sembra immersa la linea narrativa di Catherine.
Dopo aver perso prima il figlio e poi la moglie, Stephen si è chiuso in se stesso. Nulla lo rallegra più, neppure il lavoro al quale ha dedicato più di trent’anni della sua vita. Il licenziamento non sembra la fine di qualcosa ma solo un altro momento insignificante che aggiunge alla lunga schiera della sua tarda età. Fino a quando, un manoscritto ritrovato per sbaglio gli regala un nuovo scopo. Nascosto in una vecchia scrivania della moglie, Stephen trova il libro mai pubblico “Perfect Stranger” in cui è raccontata la turbolenza liason tra i figlio Jonathan e Catherine. Una passione estiva che, a quanto pare, avrebbe provocato la morte del ragazzo. Disclaimer è tuttavia un thriller psicologico, in cui l’azione lascia spazio all’analisi dei personaggi e alle loro motivazioni. Non c’è fretta nel racconto di Cuaron che, durante i primi due episodi, effettivamente non racconta nulla di eclatante.
JONATHAN, il narratore onnisciente di Disclaimer
Infine troviamo Jonathan. Lo conosciamo nel passato, intento a godersi la vacanza in Italia nonostante la sua ragazza sia dovuta tornare prima in Inghilterra per motivi familiari. Come ogni turista che si rispetti, Jonathan rimane folgorato dall’Italia ma ancora di più dalla misteriosa donna che incontra in riva al mare. Catherine si palesa di fronte ai suoi occhi circondata da una sorta di aura mistica. Non fa nulla per negare le attenzioni o per allontanare il ragazzo quando questi la accompagna, con un Nicholas bambino al seguito.
In questa linea temporale non c’è, al momento, nessuna voce narrante. Nessuno punto di vista se non la storia così come si è svolta. Il narratore onnisciente interviene in maniera neutrale presentandoci protagonisti e situazioni, senza aggiungere null’altro. Verità, finzione e reputazione diventano le tre parole chiavi attorno alle quali la storia di Disclaimer si costruisce. I personaggi non sono mai delineati del tutto, rimanendo in una zona di ambiguità perenne che ci rende difficile comprenderli. Ancor di più immedesimarci nei loro struggimenti.