Siamo a metà stagione e Once, Upon Time avrebbe dovuto dedicare il suo tempo a chiarire alcuni misteri sollevati nel corso degli episodi precedenti. Invece ha come risultato l’effetto opposto, sollevando ancora più domande. Riprendendo esattamente da dove si era interrotta la scorsa puntata, il Dottore salva i suoi compagni dalle grinfie di Swarm e Azure nascondendoli all’interno delle loro linee temporali. Nonostante non ci venga spiegato esattamente come avvenga, questo espediente è suggestivo e onirico. Rivivere luoghi e momenti della giornata diversi senza essere consapevoli di farlo, occasioni e incontri passati con persone della propria vita giustapposti in modo stridente: Doctor Who ha raschiato i bordi dei paesaggi onirici prima, ma mai per così tanto tempo.
Raramente Doctor Who ha usato flashback o flashforward, con il tempo che è sempre scorso lineare pur nella sua irregolarità. In questo caso sono molto funzionali perché si trasformano in strumenti per raccontare qualcosa di più sui personaggi, in particolare Dan e Vinder: entrambi, infatti, non sono stati approfonditi adeguatamente in mezzo al caos del Flusso.
Mentre le scene in questione sono buoni momenti per i personaggi, la trama contorta dell’episodio rende queste sequenze confuse e difficili da apprezzare.
A farne le spese è Yaz che presenta i flashback più deboli in Doctor Who. Certo, in tre anni abbiamo già avuto un assaggio sulla sua vita domestica, su come sia entrata in polizia e sulle motivazioni che la spingono a viaggiare con il Dottore. Però, sebbene sia il braccio destro di Thirteen, Yaz continua a essere snobbata. Il suo unico contributo all’episodio è di essere inseguita dagli Angeli Piangenti nei suoi ricordi, culminando in una strana scena in cui una di quelle creature si manifesta all’interno di un videogioco a cui sta giocando sua sorella: una sequenza che può evocare il primo incontro di Amy con gli Angeli in The Time of Angels.
Yaz riesce a fermarlo distruggendo la console e così termina la sua apparizione che non aggiunge niente di nuovo né per lei, né per gli Angeli Piangenti in Doctor Who.
Anche l’incontro tra Dan e Diane è un ricordo e lo capiamo quando il primo dice: “Aspetta, l’abbiamo già fatto prima?”. Dunque è probabile che l’uomo stesse ricordando una vera passeggiata per Liverpool con Di in un dato momento che da allora è stato corrotto. Una volta che conosciamo questa verità, ciò che accade dopo diventa molto interessante. Dan si ritrova improvvisamente faccia a faccia con Joseph Williamson nei tunnel sotto Liverpool, dove l’eccentrico assediato brandisce una pistola laser e respinge alcuni nemici invisibili. Se anche questo fa parte del flusso temporale di Dan, stiamo dando un’occhiata a una scena futura, che presumibilmente si svolgerà a un certo punto prima che Flux sia finito.
Il retroscena di Vinder è più problematico in Doctor Who. È sicuramente una storia avvincente che rivela il suo passato come guardia del corpo di un politico corrotto chiamato il Grande Serpente. Dopo che ha assistito all’ordine di quest’ultimo di assassinare la famiglia di un rivale, tenta immediatamente di esporre la cospirazione, solo per essere riassegnato a un osservatorio dello spazio profondo, là dove lo troviamo nel primo episodio. Tuttavia, la sua trama soffre per mancanza di contesto: non ci viene spiegato niente sul suo pianeta, la sua società o il suo governo e così termini come il Grande Serpente sono vuoti alle nostre orecchie.
La costruzione dei mondi è una delle principali debolezze di Chibnall e in questo episodio è ben evidente.
Una puntata che inizia con l’introduzione di un nuovo personaggio, Bel, come se la storia di Thirteen non fosse già così affollata. La sua sottotrama sembra utile solo per scoprire che varie razze aliene sono in lotta per conquistare ciò che rimane dell’universo devastato dal Flusso, tra cui i Sontaran, i Dalek e i Cyberman – questi ultimi due fanno un cameo gradito e inaspettato. Bel assume un’importanza capitale quando ci viene rivelato che il suo amante è Vinder e che è incinta. Ci troviamo in piena crisi, il tempo è sfasciato, quale momento più indicato sarebbe per la nascita del Bambino senza Tempo se non questo? Dove magari i suoi genitori potrebbero morire facilmente o abbandonare il neonato in un varco temporale che arriverebbe a quella vecchia signora di cui il Dottore non si ricorda niente? Potrebbero essere i genitori del Bambino senza Tempo? Ricordiamoci che Vinder riconosce immediatamente il TARDIS, cosa che in Doctor Who non era mai successa.
Due parole su quella signora che, pur sembrando neutrale sulla fine dell’universo, è critica nei confronti di Thirteen. Awsok sostiene che il Flusso “non è stato un incidente… È stato creato, è stato posizionato. A causa tua.” Quindi viene sì chiarito che il Flusso è un’arma, ma questo personaggio solleva altre domande che sostituiscono le poche a cui abbiamo appena risposto.
Le scene flashback di Thirteen sono il punto culminante di questa puntata di Doctor Who.
La riportano ai suoi giorni dimenticati nella Divisione, quando irrompe nel Tempio di Atropos sul pianeta Time per sventare i piani di Swarm e Azure, conosciuti come i Ravengers. Purtroppo gli unici indizi forniti sui due villain sono alcune righe criptiche di Swarm su una “battaglia tra tempo e spazio” e il suo desiderio di “regnare all’Inferno”. Così, a metà stagione, i principali antagonisti rimangono un enigma completo. Inoltre, nessuna delle domande sul pianeta Time e sui suoi abitanti, i Mouri, viene chiarita, rendendo le loro apparenti contraddizioni con la tradizione consolidata ancora più eclatanti.
Chibnall vuole chiaramente usare il mistero per creare suspense ma è più probabile che causi confusione e frustrazione.
Nonostante ciò, c’è un momento importante quando compare the Fugitive Doctor (interpretato ancora una volta da Jo Martin), la rigenerazione dimenticata protagonista dei ricordi che Thirteen sta vivendo. Anche se la sua esistenza è una grande contraddizione in Doctor Who, Martin è sempre ottima nei panni del Signore del Tempo. Tuttavia, non ruba i riflettori alla Whittaker che è il Dottore come non lo è mai stata, mostrando brillantemente alcuni dei tratti più iconici del personaggio: il bisogno impulsivo di salvare gli altri, la sua fredda fiducia di fronte al pericolo, la grande astuzia e persino le sue tendenze al controllo maniacale.
Sul finale Vinder viene lasciato su ciò che rimane del suo pianeta per potersi riunire con Bel, suggerendo che nessuno dei due è ancora fuori dai giochi. Il TARDIS improvvisamente viene controllato da un Angelo Piangente – riecheggiando la storia del Decimo Dottore – in un cliffhanger intrigante che ci condurrà a un episodio che sembra darci risposte sulla misteriosa Claire apparsa nella premiere. Ma come faranno a far uscire un Angelo Piangente dal TARDIS? E poi, dove vuole portarli e perché? Non ci resta che aspettare, sperando di ottenere risposte soddisfacenti.