Dall’inquietante orrore degli Angeli Piangenti siamo passati questa settimana a un’avventura giramondo in stile Indiana Jones, ricca di battute e commedia fisica. Il ritmo vertiginoso dell’episodio di Doctor Who, però, lascia in sospeso tanti interrogativi, le cui risposte dobbiamo dedurle da soli: ad esempio, che ne è stato del villaggio e della piccola Poppy? Senza contare che il cliffhanger della trasformazione del Dottore in un Angelo Piangente viene risolto velocemente e deludentemente, come un qualcosa di temporaneo per portarlo alla Divisione.
Una volta arrivato nel quartier generale, finalmente viene svelato il segreto riguardante la Divisione in Doctor Who.
Thirteen incontra l’anziana donna del terzo episodio di Flux, che le rivela la verità: la Divisione è un’organizzazione dei Signori del Tempo creata per interferire con la linea temporale. È cresciuta oltre le competenze di Gallifrey, diventando una società ombra che gestisce ogni cosa da dietro le quinte. Dopo che il Maestro ne ha rivelato al Dottore l’esistenza, la donna sapeva che quest’ultimo non si sarebbe fermato di fronte a nulla pur di trovarla. Così la Divisione ha creato il Flusso per distruggere l’universo col Dottore al suo interno, fornendo allo stesso tempo energia sufficiente per viaggiare in un altro universo e ricominciare da capo.
Ma non è finita qui.
Si scopre che la donna non è altro che Tecteun, la scienziata amorale che inventò la rigenerazione torturando il Dottore attraverso innumerevoli vite, confermando in questo modo le parole del Maestro della scorsa stagione di Doctor Who.
La premessa ha del potenziale, con la solita fame di potere dei Time Lord e l’incontro tra Thirteen e la sua madre adottiva. Il problema è l’esecuzione: la Divisione dovrebbe essere enorme e potente, eppure vediamo solo Tecteun. Non sembrano nemmeno esserci troppe conseguenze o elaborazioni sulla manipolazione della storia da parte dell’organizzazione, rendendo difficile prenderla davvero sul serio. Società di questo tipo, poi, pongono sempre il solito dilemma, ovvero spiegare perché non si sono mai presentate quando l’universo era in pericolo. Ma poi, se erano così preoccupati che il Dottore li trovasse, perché hanno permesso al Maestro di dirgli tutto?
Le cose divengono ancora più confuse quanto Tecteun cambia idea e prova a corrompere il Dottore affinché uniscano le forze, vanificando l’idea stessa del Flusso come arma per uccidere Thirteen e non dando sufficienti spiegazioni a riguardo. La stessa donna, per il ruolo che ricopre, dovrebbe essere uno dei più grandi nemici nella storia di Doctor Who: è il primissimo Signore del Tempo che controlla un’organizzazione potente e ha persino cresciuto il Dottore come suo figlio. Ma Chibnall la rende un cattivo generico, con i suoi dialoghi che sembrano una raccolta delle frasi dei vecchi cattivi di Doctor Who. Offre al Dottore di governare al suo fianco come il Maestro, si vanta della superiorità dei Time Lord come Rassilon, critica la sua compassione come Davros. Anche il suo presunto ruolo di mente dietro tutte le sofferenze del Dottore sembra un’eco vuota del passato. Certo, il confronto con Thirteen è doveroso, seppur breve. In più ha un momento memorabile, quando lei afferma perché è così temuto:
“Ispiri. Fai ragionare le persone, dai loro speranza. Questo può essere problematico”.
È il riassunto perfetto di Doctor Who: il Dottore è un faro di speranza e libertà, che combatte contro le forze del male. Anche questa citazione, però, non risuona quanto potrebbe. Forse perché con Chibnall, il Dottore non ispira, né è ispirato da tempo, nonostante gli sforzi di Jodie Whittaker.
Finalmente capiamo il perché delle azioni di Swarm e Azure in Doctor Who. Attraverso gli occhi di Vinder vediamo che i due villain non stanno solo raccogliendo i sopravvissuti della galassia, ma li usano come fonti di energia forse in modo simile agli Angeli Piangenti. Utilizzano il potere accumulato per evadere dal nostro universo, infiltrarsi nella Divisione e vendicarsi della loro prigionia.
I companion, nel frattempo, stanno vagando per il mondo su indicazione del Dottore, in cerca della data e dell’ora esatta di un probabile attacco post-Flux. Sono passati tre anni dallo scorso episodio, qualche indizio su come sono sopravvissuti lo avremmo apprezzato. Pur essendo una sottotrama divertente e spensierata con molti momenti comici (tra cui la discesa nella tomba azteca con il sistema di carrucole che omaggia il Primo Dottore di William Hartnell) e con Kevin McNally che si adatta così bene che potrebbe brillare come companion a tempo pieno, questa è nuovamente un’occasione sprecata. All’inizio sembrava il momento perfetto per dare a Yaz il suo tempo sotto i riflettori, prendendo il comando in assenza di Thirteen. Tuttavia, i tre hanno ben poco da fare, a parte un lavoro tortuoso che occupa tempo prezioso sullo schermo senza realizzare niente.
E delle cose non hanno senso. Perché scrivono quel messaggio a Karvanista?
Tornare a casa non è una priorità perché sono in missione per conto di Thirteen. Come si lamenta Karvanista, non ha una macchina del tempo, quindi l’intera trama secondaria “scopri la profezia” cade nel vuoto. Pare un residuo di una bozza precedente in cui stavano davvero cercando un modo per tornare nel 21° secolo e che alla fine li avrebbero portati ai tunnel di Joseph Williamson. Lo stesso uomo deve vagare casualmente nella cabina di Yaz affinché la loro storyline prenda improvvisamente una direzione diversa. Non scopriamo nemmeno chi stava cercando di ucciderli, anche se la scelta più logica potrebbe essere il Grande Serpente.
Parlando di quest’ultimo, sotto il falso nome di Prentis, si infiltra nella UNIT nel corso dei decenni, uccidendo chiunque lo intralci in Doctor Who e risultando un nemico minaccioso. Anche se restano due domande su come il Dottore di Jon Pertwee non si sia mai accorto di lui. O del TARDIS. Comunque, non sentivamo parlare della UNIT da tempo, dato che era stata sciolta a causa di problemi finanziari per volere di Chibnall. Ora, però, i tempi sembrano maturi per l’organizzazione affinché riguadagni il suo precedente status e salvi il pianeta. L’incontro di Prentis con Kate Stewart è una chicca, segnando il ritorno della scaltra agente da The Zygon Invasion/Inversion.
Purtroppo, nonostante importanti risposte che attendevamo da (troppo) tempo, questo episodio è occupato in gran parte da sottotrame confusionarie, mentre il resto è dedicato all’esposizione di un cattivo generico che viene ucciso senza tante cerimonie da cattivi ancora più generici. Anche stavolta un cliffhanger chiude la puntata, con l’accordo tra il Grande Serpente e i Sontaran, che, a giudicare dal trailer della prossima puntata di Doctor Who, sembrano aver avuto successo nel conquistare la Terra. A un episodio dalla fine, il successo e il fallimento del Flux saranno determinati dal risultato finale, sebbene il giudizio della stagione sia per adesso un’insufficienza.