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Doctor Who 11×08 – L’episodio di cui non avremmo voluto parlare

Doctor Who
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Attenzione! Se non avete visto la 11×07 di Doctor Who troverete degli spoiler!

Tempo fa, girando sul web, ricordo di aver letto il commento di un fan del Dottore, ovvero che ogni stagione di Doctor Who ha quell’unico episodio di cui tutti preferiscono non parlare. Qualcun altro aveva risposto con una gif tratta dalla 2×10 Love & Monsters, episodio in cui un alieno dall’aspetto rivoltante assorbiva esseri umani rendendoli parte del proprio corpo. Oggi, dopo aver visto la 11×08 di Doctor Who vi chiedo: dite che è presto per candidare The Witchfinders come episodio della undicesima stagione di cui nessuno vorrà parlare? Esagero io?

Non voglio sparare a zero ma le mie aspettative per questa serie sono molto alte, quindi vi spiego i miei dubbi. Questo episodio mi ha lasciata parecchio perplessa. Da una parte era il tipico episodio di Doctor Who: il Dottore e i suoi compagni approdano in un luogo e in un tempo diversi da quelli che intendevano visitare. È questione di attimi prima che si rendano conto che c’è qualcosa di profondamente sbagliato in ciò che sta succedendo, quindi decidono di indagare e risolvere la situazione.

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In questo caso i nostri amici finiscono all’epoca di King James e della caccia alle streghe. La persecuzione particolarmente accanita e spietata condotta da Mistress Savage è un primo motivo di sospetti da parte del Dottore. Quando poi seguendo Willa – la nipote dell’ultima donna “processata” – al luogo in cui stava dando l’ultimo saluto a sua nonna, Yaz scopre l’esistenza di una strana creatura nel fango, la faccenda diventa immediatamente affare del Dottore.

Finora un tipico episodio di Doctor Who. Eppure c’è un problema: qual era il senso?

Sebbene questo episodio si sia svolto in maniera tutto sommato lineare, l’ho trovato decisamente caotico. L’impressione è quella di un guazzabuglio mal gestito di cose diverse, buttate insieme quasi alla rinfusa. Il Dottore e gli altri hanno girato intorno alla soluzione per tutto il tempo, molto più del dovuto. Anche i personaggi secondari, solitamente ben costruiti, sono stati un po’ una delusione. Mistress Savage ruotava solo intorno alla mania del diavolo, ed era parecchio stereotipata. La giovane Willa aveva una caratterizzazione abbastanza debole e ha cambiato idea fin troppe volte, fin troppo facilmente.

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Altra nota un po’ dolente sono stati i Morax, gli alieni di questo episodio, specialmente per gli effetti speciali. Imprigionati tempo fa sulla terra, alcuni di loro hanno approfittato di Ms Savage per liberarsi, e continuano a perseguitarla per riuscire a liberare il resto di loro. Oltre al fatto che anche questi alieni sono stati trattati e caratterizzati in maniera molto superficiale, anche la cura del loro aspetto questa volta ha lasciato un po’ a desiderare.

Per quanto riguarda quelli che hanno occupato il corpo delle donne processate per stregoneria, diciamo che erano abbastanza disgustosi ma di proposito, e la cura del loro aspetto era accettabile. La delusione vera è stata la regina dei Morax. Dopo aver visto effetti speciali come quelli realizzati per lo P’ting del quinto episodio, a confronto la 11×08 è quasi imbarazzante.

Critiche e impressioni personali a parte, il problema principale di questo episodio di Doctor Who è stato un altro. Diversamente dai precedenti, questa volta non ci ha lasciato nulla.

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Negli altri episodi di ambientazione storica abbiamo avuto degli insegnamenti. In tutti gli altri, incluso lo scorso episodio, ci sono stati dati come minimo degli spunti di riflessione. Questa volta la puntata ci ha lasciati così come ci ha trovati, senza regalarci alcuna vera emozione. Se un insegnamento o uno spunto qualsiasi c’è stato, allora è andato perso.

Gli unici “temi” in questo episodio sono stati il bullismo, l’importanza del guadagnare la conoscenza, il fanatismo religioso e il trattamento delle donne nel XVII secolo. I primi due accennati appena e i secondi utilizzati superficialmente per giustificare il trattamento delle streghe o per qualche sketch simpatico che ha visto protagonista un Dottore molto frustrato.

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Ma qualcosa da salvare resta lo stesso.

Nonostante delle evidenti pecche, questo episodio di Doctor Who ha comunque avuto dei lati positivi. Dalla desolazione dei personaggi secondari si salva King James. Anche questo personaggio ha qualche tratto stereotipato, ma è molto ben delineato negli altri suoi aspetti e ci ha regalato ben più di un sorriso. Alan Cumming ha interpretato il ruolo alla perfezione, aiutando la Whittaker a reggere un episodio altrimenti molto blando. Particolarmente divertenti gli sketch tra il re e Ryan, con il giovane impegnato a evitare le avances del sovrano.

Un peccato insomma per un episodio che aveva tutte le carte in regola per essere davvero ben fatto. Questa volta il problema non è stato quello dell’orizzontalità promessa ma non ancora presentata, bensì le attenzioni non sufficienti che ha ricevuto. Doctor Who ci ha abituati a ben altro.

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