Attenzione! Se non avete visto la 11×07 di Doctor Who troverete degli spoiler!
Whovians, forse – e ribadisco forse – ci siamo. In maniera sottile ma percettibile sembra che in questo episodio di Doctor Who qualcosa sia cambiato. Lasciamo il Punjab del 1947 e torniamo nello spazio. Avendo ricevuto una criptica richiesta d’aiuto mentre si trovavano nel vortice temporale, il Dottore, Graham, Ryan e Yaz si recano sulla luna del pianeta Kandoka.
È qui che ha sede Kerblam, una specie di Amazon spaziale. In questo enorme magazzino quasi completamente automatizzato lavorano 10.000 esseri umani. Questi rappresentano però solo il 10% della forza lavoro di Kerblam: il resto è interamente costituito da robot. Il Dottore e i suoi amici si infiltrano quindi tra i lavoratori per scoprire chi ha inviato la richiesta di soccorso. Vengono così a sapere di alcune misteriose sparizioni e assistono a insoliti malfunzionamenti del sistema. La soluzione all’enigma non sarà quella che immaginavano.
Questo episodio di Doctor Who si riconnette decisamente alle stagioni passate.
I riferimenti sono tanti, fin dall’inizio. Prima di tutto, nel momento in cui il Dottore apre il pacco che ha ricevuto trova un fez, che rimanda immediatamente a Eleven. Sarà stato lui a ordinarlo? O il peculiare copricapo è stato scelto da chi ha inviato la richiesta d’aiuto per attirare la sua attenzione? E in tal caso come faceva a sapere della sua fissa? Il Dottore stesso dice di non ricordare di averlo ordinato.
In un secondo momento, quando Graham e Ryan commentano su quanto siano inquietanti i postini di Kerblam, il Dottore menziona degli amici robot che aveva una volta. Parla forse di Handles, la testa di cyberman che aveva nel TARDIS? O magari di K9, il cane robot della serie classica che abbiamo rivisto anche con Eleven? Abbiamo poi una menzione ancora più esplicita quando, nascondendosi dietro a un pannello insieme a Yaz e Ryan, il Dottore chiede “A proposito di vespe, vi ho mai raccontato di me e Agatha Christie?“, riferimento esplicito all’episodio in cui Ten e Donna tornano negli anni venti e incontrano la famosa scrittrice.
Il fatto che ci siano queste citazioni potrebbe non sembrare chissà cosa, ma se ci facciamo caso notiamo che, a parte il primo episodio di questa stagione, è la prima volta in cui vengono fatti aperti riferimenti alle stagioni passate. E non solo quelli…
Importanti in tal senso sono stati anche la struttura e alcuni elementi utilizzati. Primo fra questi, la richiesta d’aiuto. È capitato più volte in Doctor Who che il Dottore ricevesse un misterioso SOS senza conoscerne la provenienza, proprio come in questo episodio.
Per certi versi poi questa puntata ne ricorda altre delle passate stagioni. Per fare degli esempi possiamo menzionare la 4×03 “Planet of the Ood” e il doppio episodio 4×08-09 “Silence in the Library“-“Forest of the Dead“. Qui abbiamo quella che è apparentemente una rivolta dei robot di Kerblam, come era successo con gli Ood. Ci sono poi persone che spariscono inspiegabilmente, come nel citato doppio episodio con Ten e Donna nella biblioteca.
Fin dal momento in cui vediamo la sede di Kerblam siamo convinti – come lo sono anche il Dottore e gli altri – che il problema sia il monumentale sistema automatizzato di questa azienda e che i robot rappresentino il pericolo. Come scopriremo alla fine, tutte le sparizioni avvenute e i problemi che ci sono a Kerblam sono colpa di un giovane addetto alle pulizie, Charlie. Il ragazzo sta progettando un vero e proprio attacco terroristico, guidato dalla disperazione per l’assenza di lavoro per gli abitanti di Kandoka e dall’odio per le aziende che fanno lavorare i robot al posto loro.
Il comportamento anomalo del sistema è in parte dovuto a lui, ma non del tutto. Non solo si sta ribellando al controllo di Charlie, ma è stato il sistema stesso a invocare l’aiuto del Dottore.
Negli episodi che abbiamo menzionato prima abbiamo situazioni simili. Gli Ood in rivolta sembrano pericolosi, ma si stanno solo ribellando al giogo imposto su di loro dagli uomini. Nella biblioteca sono sparite migliaia di persone, ma questo perché la biblioteca stessa le sta proteggendo dai Vashta Nerada. Il sistema robotizzato di Kerblam e i robot che controlla, creduti responsabili di innumerevoli morti, stanno in realtà cercando di impedirne altre.
Questo episodio riapre il passato di Doctor Who sia con le parole che con i fatti.
Come dicevamo, escludendo il pilot, è la prima volta che succede durante questa stagione. Potrebbe essere solo un caso. Oppure potrebbe manifestare l’intenzione di apportare quell’orizzontalità mancata in queste puntate, forse in preparazione del season finale. Potrebbe addirittura essere un indizio su un possibile collegamento tra ciò che succederà nelle prossime stagioni e degli eventi del passato. Una teoria molto interessante al riguardo potete trovarla in questo articolo.
Per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi le cose stanno migliorando. C’è una buona dinamica di gruppo e i protagonisti stanno evolvendo costantemente. Tutti però sembrano avere bisogno di esprimersi di più, di avere più spazio. Non è escluso il Dottore, che per quanto sia un bel personaggio non pare aver tirato fuori tutta la sua personalità. Possiamo solo sperare che l’opportunità di distinguersi davvero arrivi nei prossimi episodi.