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Doctor Who 11×10 – Il momento della resa dei conti. Anche per Chris Chibnall e Jodie Whittaker

Doctor Who
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Attenzione! Se non avete visto la 11×10 di Doctor Who troverete degli spoiler!

Vi ricordate di Tzim-Sha? No? Forse vi può aiutare se lo chiamiamo Tim Shaw. Sì, esatto! Lo Stenza, l’alieno brutto brutto coi denti in faccia. Quello che avevamo incontrato nel primo episodio di questa stagione di Doctor Who. Beh, è tornato. Sì, alla fine avevamo ragione! Dopo la prima puntata avevamo sentito parlare degli Stenza una seconda volta, e avevamo immaginato che in un modo o nell’altro avremmo incontrato di nuovo lui o uno della sua razza. Ma cosa è successo nel frattempo?

Dopo essere stato mandato via dal Dottore, Tim Shaw è finito su un pianeta lontano, Ranskoor Av Kolos, in condizioni di salute critiche. Al momento del suo arrivo erano presenti Delph e Andinio, appartenenti alla particolarissima specie degli Ux. Ne vivono sempre e solo due alla volta, vivono millenni interi e sono capaci di creare e manipolare la materia. Tim Shaw, nella sua immensa onestà e magnanimità, sfrutterà i poteri degli Ux spacciandosi per il Creatore, il dio della loro religione.

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Così pianifica la distruzione della Terra e la vendetta sul Dottore. Intanto costringe Delph e Andinio a dislocare vari pianeti dalle loro orbite, a ridurne esponenzialmente le dimensioni e cristallizzarli, conservandoli poi come oggetti da esposizione. Sono in molti a tentare di opporsi a lui per sconfiggerlo, ma tutti fanno una brutta fine. Saranno le loro richieste di SOS ad attirare il Dottore e i suoi companions su Ranskoor Av Kolos. Già disposti ad aiutare, una volta riconosciuto il nemico che hanno di fronte la faccenda diventa personale.

Questo episodio di Doctor Who rappresenta dunque una resa dei conti.

Lo è in senso stretto. Tim Shaw ha passato millenni pianificando e perfezionando la sua vendetta. Il Dottore prende subito su di sé la responsabilità della situazione, occupandosi di affrontare un nemico che lei stessa ha affrontato e risparmiato. A loro due si aggiunge Graham. Anche lui ha una faccenda in sospeso con Tim Shaw. Per colpa sua Grace – che abbiamo rivisto nello scorso episodio – è morta, e Graham vuole vendetta. Se ne avrà occasione, ucciderà lo Stenza.

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Rappresenta però una resa dei conti anche in senso lato, più ampio. Quella tra Chris Chibnall e i fan di Doctor Who. Sebbene a molti sia piaciuta, sono tanti quelli che non sono stati veramente soddisfatti di questa nuova stagione.

I dubbi comprendevano inizialmente un po’ tutto in maniera generale. Dopo qualche tempo l’impressione è stata fondamentalmente quella di trovarsi davanti a una scrittura degli episodi carente e a una cattiva gestione della caratterizzazione dei personaggi e degli spazi a loro dedicati. Oltre alla lamentata assenza di trama orizzontale, agli episodi sembra mancare un po’ di quella magia che pervadeva le altre stagioni di Doctor Who.

Il tredicesimo Dottore, comunque molto amato, non ha avuto davvero la possibilità di brillare come sempre è stato in passato. Il problema forse più evidente è quello dei companions. Forse troppi da gestire, neanche loro hanno avuto la possibilità di emergere davvero. La più “sacrificata” risulta Yaz, sempre in prima linea ma mai davvero approfondita. Quello invece forse meglio riuscito è Graham: ben caratterizzato, suscita simpatia e comprensione senza sforzi.

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Qual è stato dunque l’esito di questa resa dei conti?

Possiamo dire innanzitutto che questo season finale di Doctor Who è stato un ottimo episodio. La trama era avvincente, ben costruita. Abbiamo avuto un mistero da risolvere, uno svolgimento e una conclusione per niente ovvi. Tim Shaw è stato un buon antagonista, e anche i personaggi secondari – Delph, Andinio e il comandante Paltraki – sono stati ben tratteggiati. Purtroppo anche in questo caso Yaz non ha avuto un grande ruolo, soprattutto in confronto a Ryan e Graham. Se Tim Shaw rappresentava il lato classico e malefico della vendetta, Graham ne ha rappresentato il lato più umano. Ryan lo ha aiutato a guardare oltre, a essere migliore del mostro che ha ucciso la donna che amava.

Di fondamentale importanza per questo episodio, e di questo saranno stati molto contenti i fan di Doctor Who, è stato il TARDIS. Poco presente – almeno attivamente – in questa stagione, questa volta il TARDIS ha svolto un ruolo chiave nella risoluzione del problema. Senza di esso il Dottore non sarebbe riuscito a riportare i pianeti dislocati dagli Ux nelle loro rispettive orbite e a evitare la distruzione dell’universo.

Possiamo quindi ritenerci soddisfatti di questo season finale che, anche senza raggiungere vette grandiose, riesce a incuriosirci e interessarci. Ora che la stagione è finita non ci rimane che aspettare i nuovi episodi, per i quali pare che l’attesa sarà particolarmente lunga. Intanto dovremo “accontentarci” dello special di Capodanno.

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