ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sul film Dove osano le cicogne
La commedia che apre il 2025 porta la firma di Fausto Brizzi, protagonista di lunga data in questo campo. Il regista unisce le forze con Angelo Pintus, uno dei comici maggiormente sulla cresta dell’onda, al suo esordio da protagonista sul grande schermo. Una scommessa interessante, ampiamente vinta come vedremo, perché Dove osano le cicogne fa ridere, ma anche emozionare e, con delicatezza e leggerezza, affronta anche temi molto importanti. Scherzandoci su, sicuramente, ma fino a un certo punto.
Siamo di fronte a un caso (ultimamente sempre più raro) di commedia intelligente, in cui si scherza, ma senza ridicolizzare l’argomento preso come bersaglio. L’impianto narrativo rimane sempre vivo, non viene cancellato dalle gag e dagli sketch, e da qui arriva l’emozione che conferisce un valore aggiunto al racconto. Durante la recensione andremo a fondo del tema principale del film, ovvero la maternità surrogata e in generale quel senso di urgenza che vivono le coppie che decidono di avere un figlio, ma non ci riescono. Mantenendo ben presente, però, che siamo pur sempre di fronte a una commedia. Che l’obiettivo principale del film è quello di far ridere, ed è un obiettivo assolutamente centrato. Se mentre si ride, però, si riflette anche, è sempre meglio.
Dove osano le cicogne e la maternità surrogata
Affrontiamo subito, dunque, questo discorso. All’interno della cornice comica, Dove osano le cicogne si avventura in terreni decisamente traballanti. Non è un mistero come il dibattito sulla maturità surrogata sia caldo ed estremamente divisivo, per cui la scelta di prendere di petto la questione, trattandola in una cornice comica, risulta di per se interessante. Non si entra mai, e non lo faremo noi, in merito all’ideologia che soggiace la questione. Ci si limita a presentarla, e così facendo s’innesca, al contempo, un’inevitabile riflessione. Libera, però, e soprattutto leggera. E questo ci sembra il grande valore aggiunto del film con Angelo Pintus: stimolare il pensiero critico, mettendo lo spettatore a proprio agio tra una risata e un’altra.
La maternità surrogata è solo il centro di un universo di tematiche relative a questo campo. Dove osano le cicogne tocca anche altri punti, sempre in maniera molto leggera e divertita. Dall’identità di genere agli stereotipi sulle difficoltà sessuali, passando per la delicatissima questione dei figli salva matrimonio. Tante realtà che esistono, e che rappresentano delle criticità più o meno pronunciate all’interno della società . Lo ripetiamo: ci si ride sopra, ma facendolo ci si riflette molto. E l’aspetto più interessante della commedia di Fausto Brizzi è proprio questo: la capacità di innescare dei pensieri articolati partendo dalla semplicità delle risate.
La prima volta di Pintus
Uno dei grandi punti d’interesse di Dove osano le cicogne era rappresentato proprio dalla presenza di Angelo Pintus. Comico di lunga data, e anche di recenti importanti fortune, grazie soprattutto al suo exploit nella prima stagione di Lol, la sua presenza al cinema finora è stata molto saltuaria. Pintus non ha mai vestito i panni del protagonista di un lungometraggio. Ha all’attivo alcune apparizioni in ruoli secondari, ma non è mai stato al centro della scena. Per lui Dove osano le cicogne rappresentava, dunque, una sfida importante, perché il cinema è ben diverso dal teatro e dare vita a un personaggio narrativo ha connotati ben diversi rispetto all’animare sketch e monologhi.
Se l’è cavata alla grandissima il comico, decisamente a proprio agio nei panni di un maestro elementare sui generis e di un marito che cerca in ogni modo di sostenere la moglie in un momento decisivo della propria vita. Non mancano i momenti divertenti, e su quelli avevamo pochi dubbi sull’efficacia di Pintus. Molto bene, però, anche nei passaggi più puramente narrativi, in cui l’emozione affiora tra le battute ed esce fuori l’anima più genuina del film. Una bella prova di maturità , insomma, per uno dei comici più in vista del nostro panorama, che si lancia con efficacia anche al cinema con Dove osano le cicogne.
L’elemento comico e l’anima narrativa di Dove osano le cicogne
La parabola di Pintus è solo un riflesso della scommessa intrapresa (e vinta) da Dove osano le cicogne. L’intero cast, infatti, poggia largamente su comici con pochissima esperienza sul grande schermo. Da Marta Zoboli (che vedremo presto nella nuova stagione di Lol) come perfetta compagna di (dis)avventure di Pintus, ad Andrea Perroni, a cui è affidata gran parte della linea comica (la scena dell’ecografia, fra tutte, è la più efficace). A loro si aggiungono dei veri e propri mattatori, con un’esperienza di più lunga data anche sul grande schermo. Da Antonio Catania a Tullio Solenghi, passando per Emma Piro e Maria Amelia Monti. Chiude il quadro la bravissima Beatrice Arnera, a cui va un particolare plauso per la recitazione in catalano.
Insomma, la linea comica è evidente e ben nutrita in Dove osano le cicogne, ma si sposa benissimo anche con la struttura narrativa che contraddistingue il racconto. Il film è, secondo noi, una scommessa ampiamente vita perché riesce ad assumere una sua struttura narrativa ben riconoscibile e non risulta, come troppo spesso accade in film in cui figurano molti comici, una semplice sequenza di sketch. Un valore aggiunto, in tal senso, è anche l’evidente intesa che si instaura tra i personaggi principali, testimonianza di come il cast sia stato assemblato molto bene. E questo è un altro elemento cruciale per il buon esito di una commedia.
Un inizio incoraggiante
Inizia tutto sommato bene, dunque, il 2025 della commedia italiana. In coda al 2024 abbiamo assistito ad altri film come Io e te dobbiamo parlare (qui la nostra recensione) e Cortina Express che hanno regalato un Natale di risate. Dove osano le cicogne conferma questo trend positivo di un genere che negli ultimi anni ha faticato moltissimo. Con ciò non vogliamo dire di trovarci in presenza di un punto di svolta o fiondarci in una disamina sul futuro della commedia italiana. Vogliamo solo sottolineare come diversi progetti, nell’ultimo mese, abbiano convinto, e con ciò si può guardare con un po’ di fiducia al 2025, anno in cui, secondo molti rumours, dovrebbe finalmente arrivare anche il grande ritorno del recordman di incassi Checco Zalone.
Tornando a Dove osano le cicogne, siamo in presenza di un film divertente, ben narrato e ben interpretato. Una piacevolissima sorpresa, che in un periodo sempre un po’ emozionante come quello delle feste ci regala sincere risate e ci fa ricordare la bellezza della visione condivisa (ancor meglio se in sala) delle commedie italiane.