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Dune: Prophecy 1×03 – Un legame per la sorellanza e oltre la Sorellanza

La giovane Valya Harkonnen è al centro di Dune: Prophecy 1x03
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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler su Dune: Prophecy 1×03 e sul precedente episodio della serie tv HBO

Stavolta siamo davanti a una puntata un po’ diversa dalle precedenti. Dopo aver familiarizzato col contesto narrativo, Dune: Prophecy 1×03 offre una profonda digressione utile a caratterizzare le due protagoniste, le sorelle Valya e Tula, e a ragionare sul loro legame di sorellanza. Che, come ben potete immaginare, in questa narrazione va oltre la sorellanza di sangue, interfacciandosi invece con la Sorellanza, ovvero l’ordine delle Berne Gesserit. Dune: Prophecy 1×03 ha un impianto ben diverso, dunque. Più riflessivo e meno narrativo (nonostante il finale sia molto significativo sotto questo punto di vista). Però è una puntata che ci è piaciuta, non solo per il contributo ai due personaggi principali, ma in generale per la profondità che riesce a conferire a una narrazione che non nasconde il proprio tono epico (come avevamo sottolineato proprio nella primissima recensione).

Ci sono piaciute moltissimo, inoltre, le interpretazioni delle due giovani sorelle Harkonnen. Jessica Barden (ve la ricorderete sicuramente in The End of the F***ing World) nei panni della giovane Valya, ed Emma Canning in quelli di Tula. Due prove attoriali solide, che non solo reggono il peso di quelle delle due controparti più adulte, ma che garantiscono delle nuove sfumature ai due personaggi centrali della serie tv. Tutto molto interessante, come nei due precedenti appuntamenti (qui, a proposito, potete recuperare la recensione di settimana scorsa). Dune: Prophecy 1×03 è stata un’altra ottima puntata, da analizzare seguendo il percorso delle due sorelle Harkonnen da giovani, fino ad arrivare a ragionare sul concetto di Sorellanza e sul gran finale di puntata che abbiamo visto.

La giovane Valya Harkonnen interpretata da Jessica Barden
Credits: HBO

Dune: Prophecy 1×03, la storia di due sorelle

Partiamo dal racconto del passato, dunque. Scopriamo le condizioni in cui Valya e Tula sono cresciute. Figlie di una famiglia sconfitta, privata della propria forza e del proprio prestigio. Torniamo al solito argomento: la faida tra gli Harkonnen e gli Atreides. Proprio nella rabbia che le due sorelle provano per il destino della loro famiglia si rintracciano i semi di quell’odio che si trascinerà, come abbiamo visto al cinema, sino ai tempi di Paul Atreides. Qui gli sconfitti sono gli Harkonnen, per questo a caccia di vendetta. Il senso di rivalsa, però, almeno all’apparenza anima la sola Valya, incapace di rassegnarsi al destino toccatole in sorte. Il suo rancore diventa una sorta di carburante, che la porta ad allontanarsi dalla propria famiglia e a covare una vendetta che arriva nel modo più in aspettato possibile.

La prima parte di Dune: Prophecy 1×03 si concentra, dunque, sulla giovane Valya. Poi entra in scena Tula, e sinceramente a primo impatto ci sembra molto diversa dalla sorella. Dolce, abile, appassionata, in realtà quest’ultima è il braccio armato della furia di Valya e in maniera estremamente subdola colpisce duramente il clan Atreides. Scopriamo così l’esistenza anche della rabbia di Tula. Una furia silenziosa. Un rancore strisciante, che come un serpente attacca silenziosamente, muovendosi sinuoso e azzannando dritto al collo. Il massacro perpetrato da Tula ai danni degli Atreides è un momento particolarmente esaltante di Dune: Prophecy 1×03 proprio perché completamente inaspettato, ma in linea con il personaggio che stiamo conoscendo in queste settimane.

Quella di Valya e di Tula è la storia di due sorelle completamente diverse, ma in fondo unite dal conseguimento dello stesso obiettivo: la vendetta. Il rancore per la sorte toccata agli Harkonnen si è sviluppato in forme diverse, in linea anche con i differenti caratteri delle sue sorelle. Ciò che non cambia è la convinzione che anima le due. È la rabbia che, pur presentandosi con vesti quasi antitetiche, alimenta la loro unione e forgia un legame che, per la sorellanza, si plasma nella Sorellanza.

Il fuoco che alimenta la rabbia e quello che la guida

La storia delle origini delle due sorelle Harkonnen, in Dune: Prophecy 1×03, non si limita alla vendetta contro gli Atreides. Seguiamo, infatti, il percorso di inserimento di Valya nella Sorellanza. Un cammino illuminato dall’intuizione di Madre Raquella, figura finora tanto sfuggente quanto decisiva. Sappiamo che il programma genetico e il disegno per attaccare direttamente il potere delle Bene Gesserit originano proprio dalle idee di Raquella. E sappiamo che queste idee sono state trasmesse direttamente a Valya, particolarmente predisposta ad accoglierle con la sua abile voce. Ora assistiamo anche all’incontro vero e proprio tra Valya e Raquella, le quali instaurano un rapporto che, restando in campo fantascientifico, ci ricorda molto quello maestro-apprendista sviluppato ampiamente dal franchise di Star Wars.

Questo schema si ripercuote anche nel presente. Nel legame tra Tula e Lila, ad esempio, su cui torneremo tra poco parlando del finale di Dune: Prophecy 1×03. La diffusa presenza di rapporti di questo tipo, rintracciabili anche, in parte, nel legame tra la giovane Valya e le due compagne Bene Gesserit, o ancora tra la Harkonnen del presente e Theodosia, sono la prova di quanto la Sorellanza sia, in realtà, disseminata di crepe. Ciò che dovrebbe apparire come un blocco unico presenta, in realtà, degli addensamenti, che rischiano di scompensarne gli equilibri. E proprio su questo aspetto s’innesta la riflessione più stimolante che Dune: Prophecy 1×03 propone: quella relativa al rapporto tra la dimensione individuale e quella collettiva della Sorellanza.

La giovane Tula durante la sua recita volta a massacrare gli Atreides
Credits: HBO

La sorellanza e la Sorellanza

Se siete qui da un po’ di tempo (almeno da due settimane con le recensionI di Dune: Prophecy), saprete ormai che le recensioni sono puntualmente disseminate di ragionamenti concettuali su ciò che abbiamo visto. E questo è il caso. Il tema che alimenta Dune: Prophecy 1×03, su cui poi s’innesca tutto il passato di Valja e di Tula, è il rapporto tra la Sorellanza e l’individualismo delle sorelle. La serie tv di HBO (disponibile, ricordiamolo, su Sky e NOW) ragiona sin dalla prima puntata su questo aspetto. Sono molti i passaggi in cui viene sottolineata la predominanza della Sorellanza su ogni cosa. Sulle sorelle stesse. “La Sorellanza prima di tutto”, ci sentiamo puntualmente ripetere. Ma è realmente così?

È davvero possibile azzerare completamente il proprio io per mettersi, con ogni singola molecola del proprio essere, al servizio di una causa comune? Se analizziamo il cammino di Valya, ci sentiamo di fornire una risposta negativa. La rabbia che sin da giovane alimenta la donna ha una fortissima componente identitaria. Si crea, e viene evidenziata, una frattura in Valya tra il suo essere una sorella e il suo essere una Harkonnen. Un conflitto, all’apparenza, inconciliabile, ma che invece trova la sua sintesi (e qua sta tutta la potenza di questa meravigliosa serie) proprio nella sorellanza. Non quella con la “S” maiuscola, l’ordine delle Bene Gesserit. Ma quella semplice, di sangue, con Tula.

Non è un caso se Valja riesce a sottoporsi all’Agonia solo dopo aver chiuso i conti con la propria famiglia e ottenuto la vendetta per la morte di suo fratello per mano di Tula. Come non è un caso che il risveglio dall’Agonia arrivi proprio dalla voce di Tula. Nel sangue degli Atreides, le due sorelle hanno compiuto parte della loro vendetta. Hanno plasmato il loro legame. Ora davanti hanno nuovo inizio. Una nuova via per riscattare il nome degli Harkonnen. E qui entra in gioco la Sorellanza. Il conflitto, come vediamo, permane, perché Valya considera l’ordine comunque alla stregua di uno strumento per i suoi fini. Ma viene risolto dalla presenza di Tula. Da quella sorellanza che forgia la Sorellanza. Siamo sinceri: davanti a ragionamenti concettuali del genere non possiamo che constatare la meraviglia di ciò che siamo guardando.

Il gran finale di Dune: Prophecy 1×03

Abbandoniamo la riflessione e torniamo alla narrazione. Come detto, Dune: Prophecy 1×03 compie un grandissimo lavoro di background, ma lascia poco spazio all’evoluzione del racconto. Tranne che nel finale, con una scena che recupera tutto il terreno perso per raccontare (doverosamente) le origini di Valya e Tula. Quest’ultima non si arrende alla morte di Lila (ancora il conflitto tra la dimensione individuale e collettiva e il rapporto maestro-apprendista) e prova a ridestarle la mente ricorrendo alla spezia. Ora, abbiamo visto gli effetti di questa su Desmond Hart. Viene da chiederci, dunque, cosa succederà a Lila. La tenacia di Tula, come sanno bene gli Atreides, spesso ripaga, ed è probabile che lo farà in questo caso. Ma che conseguenze avrà? Enormi, di sicuro, Poi è difficile indovinare se positive o negative.

La spezia potrebbe viziare la mente di Lila. Potrebbe anche dare alle Bene Gesserit una forza con cui opporsi a Desmond Hart, l’uomo chiamato a innescare la resa dei conti. Siamo di sicuro davanti a un passaggio decisivo, partorito ancora una volta dalla mente gelida e tenace di Tula. Con Dune: Prophecy 1×03 possiamo vedere al racconto con un occhio completamente diverso. Possiamo guardare il legame tra Valya e Tula e la loro influenza sulla Sorellanza alla luce del loro passato. Questa è stata una puntata necessaria, capace di arricchire un contesto in cui, ora, il racconto può procedere con una definizione ancora più nitida. E il gran finale di Dune: Prophecy 1×03 spalanca finestre su panorami potenzialmente mozzafiato.

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