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Echoes of the Past – La Recensione della nuova serie tv thriller Netflix che ci ha fatto capire ben poco

echoes of the past
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Il seguente articolo contiene SPOILER su Echoes of the Past.

Echoes of the Past è una nuova serie tv di Netflix ambientata in Egitto, disponibile sulla piattaforma dal 6 dicembre. Si tratta del più classico dei who has done it con un’ambientazione intrigante e che tenta di giocare con i toni dell’action e del noir. La serie, composta da otto episodi, cattura lo spettatore fin dall’inizio trascinandolo all’interno di un dramma familiare. La narrazione mescola gli elementi tipici del giallo che ha come motore la vendetta personale. Nella seconda metà, tuttavia, il racconto vira verso un’altra direzione, andando a richiamare di più le fattezze di un thriller psicologico. Per gli appassionati del genere, Echoes of the Past ha la forza sufficiente per intrattenere, svelando la soluzione del mistero un po’ alla volta e in modo non scontato. Questa serie offre un’esperienza godibile e coinvolgente, ma senza nessuna pretesa di tipo estetico o narrativo. Senza (totale) infamia e senza lode. La nostra recensione della serie Netflix che potete trovare qui in streaming.

Echoes of the Past va incontro agli amanti del genere proponendo una struttura iper classica

Asser Yassin nei panni di Yahia, il protagonista
credits: Netflix

La trama di Echoes of the Past è semplicissima e riconoscibile per gli amanti del genere. Il più classico dei who has done it a sfondo familiare: nell’estate del 2007, un gruppo di giovani amici si gode una giornata in barca sulle coste egiziane. Durante un’immersione subacquea, Nadia, sorella del protagonista Yahia e promessa sposa di Ali, perde la vita annegando. Ciò che apprendiamo subito è che la sua attrezzatura è stata sabotata da qualcuno e che quindi si tratta di un omicidio malamente nascosto. Ciò che risulta complicato da comprendere, piuttosto, è il motivo per cui Yahia abbia deciso di sottomettersi al volere della famiglia di Ali. Ma facciamo un passo alla volta. Yahia e Nadia sono fratelli e si trovano in vacanza con una famiglia molto ricca, quella di Ali. I genitori di quest’ultimo non vedono molto bene Nadia, per cui entrano subito nel registro degli indagati (del pubblico, perlomeno).

Ciò che accade in realtà è che tra tutti coloro che potevano essere indagati e processati, tra cui soprattutto Ali, ma anche la sorella Mona, a finire in galera è proprio Yahia. Il motivo? Yasin, il diabolico padre padrone di Ali ha convinto il giovane ad assumersi le colpe (non si capisce bene in che modo, visto che si doveva trattare di un annegamento) e a scontare la pena al posto di Ali. La famiglia di Yahia, composta ora unicamente da lui e da sua madre, è molto povera. D’altro canto invece Ali è una promessa della politica egiziana e se venisse indagato per un fatto del genere la sua carriera sarebbe compromessa. Al di là della banalità di tutto ciò, il punto è che Yahia accetta la cosa perché Yasin gli garantisce che avrebbe dovuto scontare appena un anno. E soprattutto che questo gesto sarebbe valso tanto, anche da un punto di vista economico.

Yahia becco e percosso: la sua prigionia dura 15 anni perché a processo si scopre che Nadia è stata uccisa da qualcuno che ha manomesso la sua attrezzatura da sub

Yahia nel bel mezzo della sua vendetta personale
credits: Netflix

Non è chiarissimo il motivo per cui un fratello dovrebbe decidere di scontare un anno di galera dopo la morte della sorella. Ma soprattutto non è chiaro il motivo per cui una corte dovrebbe condannare, tra tutti, proprio lui. Mah. In ogni caso, il povero Yahia finisce dietro le sbarre e la sua vita – e quella di sua madre – cambia per sempre. Cosa succede poi? Ovviamente i 15 anni al fresco trasformano Yahia in una sorta di giustiziere che non ha nulla da invidiare a Liam Neeson quando era in forma. Entrato in galera da ragazzino, Yahia trona in libertà come un adulto (anche cresciuto un po’ troppo se vogliamo fare i pignoli) determinato a trovare il vero assassino di sua sorella e a farsi giustizia da solo. Ecco, anche il fatto che la famiglia di Ali non avesse preso in considerazione questa possibilità, francamente, è piuttosto inverosimile. 

Magari nessuno si aspettava di doversi nascondere da un mix tra Zorro e James Bond. Ma segnarsi sul calendario la data del rilascio, quantomeno, poteva essere utile. Yasin, colto di sorpresa, organizza subito un piano che, in qualsiasi altra occasione, avrebbe funzionato. Contatta un sicario per far pedinare Yahia e ucciderlo prima che possa fare del male alla sua famiglia. Ma Yasin non sa che Yahia nel frattempo ha scoperto che Nadia aspettava un bambino da Ali. E quindi la sua sete di vendetta lo ha trasformato nel giustiziere più pericoloso di tutti i tempi. Echoes of the Past non fa della credibilità la sua arma migliore. Anzi, sembra quasi voler chiedere da subito al pubblico di non prestare attenzione ai dettagli e al contesto. In effetti, si tratta di una storia che potrebbe essere ambientata ovunque, e questo per certi versi è un peccato.

Tutto sommato Echoes of the Past fa il suo per intrattenere. Le scene action sono credibili e la regia quantomeno non è banale

Mona, la sorella di Ali e ex fiamma di Yahia
credits: Netflix

C’è della ricercatezza nelle scene di lotta e inseguimenti di Echoes of the Past. C’è molto pulp nella serie, in particolare nella seconda parte: tutto si fa sempre più esagerato, volutamente eccessivo, ed è lì che paradossalmente la serie trova una propria stabilità. La regia diventa piuttosto acrobatica. I movimenti di macchina fluidi della prima parte lasciano spazio al rallenty (in particolare quello delle battute finali) e anche i flashback cominciano ad avere un peso maggiore ai fini della trama. Una falsa partenza, si potrebbe dire. Se Echoes of the Past avesse utilizzato la stessa enfasi fin da subito sarebbe ricaduta su un tipo di “trash” davvero godibile. Le perplessità, tuttavia, restano tante. Non c’è un vero e proprio studio introspettivo sui protagonisti. Gli unici due personaggi sui cui si va a indagare davvero sono i genitori di Ali, che da spietati manipolatori diventano quasi mamma e papà orso.

Nadia e Yahia, invece, restano in un limbo perenne, lasciando il pubblico orfano di un punto di riferimento costante. Insomma, Echoes of the Past poteva essere sicuramente qualcosa di più se avesse seguito fin da subito la propria natura. Soprattutto perché il who has done it passa quasi in secondo piano nel momento in cui la serie ammette che la soluzione del caso è scontata, anche se non lo è affatto. In una storia in cui forse non c’è un colpevole, va a finire che invece lo sono tutti, nessuno escluso. Senza infamia e senza lode, Echoes of the Past è un prodotto Netflix che può andare bene per un pomeriggio uggioso e senza pretese, ma niente di più.