Il quinto racconto della Serie Tv antologica “Philip Dick’s Electric Dreams” si discosta moltissimo dall’originale divenendo l’adattamento più libero di questa trasposizione televisiva.
Scritto da Roland L. Moore (Outlander), l’episodio “Real Life” prende spunto da un tema molto caro alla fantascienza e soprattutto a Dick, quello della realtà virtuale e dell’impossibilità a lungo andare di distinguere la vita reale da quella fasulla. La vicenda si muove tra un futuro prossimo e uno remoto, contrariamente a quanto accaduto nell‘episodio 3 il protagonista di questa storia non è un infelice e fallito ma un’affascinante agente con una vita meravigliosa. È proprio da questo paradiso che inizia la storia e tutto va a rotoli.
Protagonista di questa storia è Sarah (Anna Paquin), agente di polizia a Chicago che nonostante la vita meravigliosa e una compagna splendida (Kate, interpretata da Rachelle Lafevre) non è riesce a dimenticare il massacro dei suoi colleghi a cui ha assistito e togliersi di dosso uno sgradevole senso di colpa. A nulla valgono i consigli del partner, Sarah si sente apatica e stanca e così, per aiutarla, Kate le propone di “prendersi una vacanza “dalla realtà” provando una nuovo modello di VR. La donna accetta e si ritrova nei panni di un miliardario, assolutamente etero, di nome George (Terrence Howard). La vita di George è stata distrutta dall’assassinio della moglie Kate (sempre la Lafevre) e mano a mano altri ricordi cominciano ad emergere mettendo così in dubbio Sarah su quale realtà sia quella vera. Fino a una scioccante conclusione.
Sara improvvisamente comincia a dubitare della realtà in cui vive, perché troppo perfetta mentre la vita di George, con i suoi dolori e le sue imperfezioni, risulta per lei molto più convincente e reale.
La difficoltà di distinguere le due realtà nasce, in primis, da un profondo senso di colpa che dilania Sarah e che si riversa anche in George, è il senso di colpa del sopravvissuto. Sarah non capisce come lei possa avere tutto mentre altri hanno perso la vita. Ancora una volta, rispetto alla fonte letteraria, Electric Dreams pone l’accento sui sentimenti, sulle emozioni tipicamente umane. La storia originale è molto diversa e manca quel tratto psicologico presente invece nei personaggi di George e Sarah. Inoltre è stata riadattata per il ventunesimo secolo (con una strizzata d’occhio a Blade Runner).
La storia originale, intitolata “Exhibit Piece”, aveva per protagonista un gentiluomo di nome George costretto a fare un lavoro che odiava e a condurre una vita in cui si sentiva come prigioniero. L’unico piacere per George è il passato e in particolare gli anni ’50; un giorno, non si sa per quale motivo riesce a viaggiare nel tempo e ritrovarsi proprio nei suoi amati fifthes.
L’episodio di questa settimana di Eectric Dreams riprende quindi un tema molto spesso replicato in altri film (dello stesso Dick ad esempio è Total Recall) o Serie Tv, in questo caso la questione si complica ulteriormente perché la domanda che sorge è: e se entrambe le realtà fossero reali? Anche noi spettatori ce lo chiediamo per gran parte dell’episodio. Entrambe le realtà sono molto realistiche ed entrambi i personaggi hanno un comune denominatore: Kate. Nella realtà di Sarah è viva, ma in quella di George è stata uccisa.