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Expats: Prime Verità – La Recensione del terzo episodio della nuova serie Prime Video

Expats
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Questo momento immortalato nell’immagine segna l’ultimo sorriso di Margaret, l’ultimo istante in cui la protagonista di Expats è riuscita a fare un sorriso, a sentirsi ancora una buona madre. Pochi istanti dopo, infatti, Mercy la informa di quanto accaduto: ha perso suo figlio tra la folla, l’incubo può cominciare. Dopo quel momento niente più leggerezza, pace, solo guerra, soltanto la triste simulazione di una vita che prova ad andare avanti. Il dolore è troppo, e Margaret non ha dubbi: non è una buona madre perché è mancata a uno dei suoi doveri più importanti: proteggere i propri figli. In questa nuova puntata di Expats, Margaret cerca di ricostruire i pezzi concentrandosi, tra le tante cose, anche sui segni particolari dei suoi figli. Non ricordando quelli del bambino scomparso, Margaret cerca di analizzare qualsiasi segno sul corpo dei suoi due bambini. Lo fa per poterli difendere, per sentirsi ancora una buona madre che conosce tutto dei figli. La nuova puntata di Expats comincia a tirare fuori delle prime verità di cui ancora sappiamo ben poco. Per ricostruire i pezzi avremo bisogno di tutti i tasselli, ma qualche primo ingrediente comincia finalmente a venire fuori. La domanda più importante, comunque, resta sempre la stessa: il figlio di Margaret è ancora scomparso, oppure ha perso la vita?

Il terzo episodio di Expats sembra promettere di voler rispondere a questa domanda. Ma il suo finale minaccia il peggio

Expats (640×360)

Il nuovo episodio arrivato su Amazon Prime Video chiarisce diversi punti. Per prima cosa, capiamo una delle ragioni per cui Margaret e Hilary si sono allontanate. La notte della scomparsa del figlio della prima, infatti, David – il marito di Hilary – era andato a bere in un bar. Per non far sapere alla moglie di essere ricaduto nella trappola dell’alcol, mente alla polizia sul dove fosse andato per poi rivelare la verità. Questa esitazione fa pensare il peggio a Margaret che comincia a sospettare di lui. Nello stesso modo, Hilary non risponde in modo certo agli agenti quando le chiedono se David possa in qualche modo essere coinvolto. Questa mancanca di fiducia da parte della moglie allontana i due mettendo il matrimonio seriamente a rischio.

Questa prima verità non è però nulla se confrontata a un altro elemento importante della narrazione: il vicino che ha perso la vita nel primo episodio sul cellulare conservava una foto del figlio di Margaret, un dettaglio che – appena venuto fuori – fa immediatamente allarmare la donna. Perché il suo vicino di casa aveva una foto di suo figlio? Cercando di trovare delle risposte, Margaret entra nel suo appartamento cercando degli indizi, ma quando pensa di trovarne uno subito questo trova una spiegazione logica. Nonostante ciò, però, il sospetto rimane lì dov’è. A chiudere il cerchio di questo episodio è un’altra sconvolgente notizia: il corpo di un bambino è stato ritrovato, ma Margaret e suo marito non sanno se si tratti di loro figlio. Con questa domanda estenuante, la terza puntata giunge al termine.

Con queste poche informazioni cercare di capire se il figlio di Margaret e Clarke sia stato ucciso è praticamente impossibile. Fare delle teorie, almeno per adesso, non è così semplice. A primo impatto, potremmo pensare che il vicino potesse sapere qualcosa più di noi prima di perdere la vita, ma anche questa teoria ha bisogno di più prove. Con questo terzo episodio Expats vuole infatti cominciare a tirar fuori gli ingredienti base per la sua narrazione, ma anche e soprattutto concentrarsi sul personaggio di Margaret, il nodo a cui tutti gli altri personaggi sono collegati.

Expats (640×360)

Expats si concentra particolarmente sulla vita di tre donne, ma questa terza puntata sembra cominciare a metterci qualche dubbio sulla costruzione del personaggio di una delle tre. Se di Hilary e Margaret cominciamo a capire i pensieri, di Mercy sappiamo ben poco. Il suo personaggio appare infatti molto spesso disturbante e fastidioso, perennemente lamentoso. I suoi drammi personali non riescono mai a farci empatizzare con lei, elemento che rende il rapporto telespettatore-personaggio estremamente debole. La domanda appare però chiara: il distacco è tale perché Mercy è il motivo della scomparsa di un bambino di 3 o 4 anni? Questo nostro rapporto conflittuale nasce dalla nostra poca fiducia nei suoi confronti? Insomma, noi eravamo lì quando la tragedia si è concretizzata, sappiamo com’è andata. Mercy, in mezzo alla folla, si preoccupava di rispondere a dei messaggi invece di tenere d’occhio un bambino ancora troppo piccolo e incapace di badare a se stesso. Non possiamo giustificare la sua superficialità, non possiamo perdonarla come se non avessimo visto la sua leggerezza. Rispetto alle altre due, Mercy è estremamente immatura e infantile, e poco importa se ha poco più di 22 o 25 anni. Perfino a 18 bisognerebbe sapere come comportarti in questi casi.

Expats ha ufficialmente dato il via ai motori. Le prime verità emerse sembrano dare vita alla costruzione di un puzzle molto più grande del previsto. Questa terza puntata è infatti il primo vero passo verso la possibile risoluzione del caso, verso la verità. Che sia spietata o meno, sarà comunque sconvolgente. Se c’è una cosa che abbiamo capito è che la banalità non è una caratteristica di questa Serie Tv che sembra destinata a essere qualcosa di molto più grande del previsto. Thriller e dramma, fondendosi tra di loro, hanno ufficialmente dato il via a una storia dolorosa e difficile da vedere, soprattutto se si è genitori. Perché quel che dice Margaret è vero: solo loro sanno cosa significhi davvero questa tragedia, quanto questo dolore ti consumi fino a spegnerti completamente. Sì: Expats è una Serie Tv difficile, quasi insopportabile, ma è una Serie Tv necessaria.

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