ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sul film Follemente
Paolo Genovese is back. L’uomo che ha messo la firma su alcune delle migliori commedie italiane (su tutte, ovviamente, Perfetti Sconosciuti, di cui qualche tempo fa vi avevamo raccontato la spiegazione del finale) ha realizzato un altro film davvero memorabile. Follemente è una commedia brillante. Divertente e suggestiva. E no, chiariamolo immediatamente: non c’entra proprio nulla con Inside Out. Dalla diffusione del trailer si è fomentato il paragone con l’incantevole film Pixar (qui, a proposito, la recensione del secondo capitolo), ma Follemente si basa su un impianto del tutto diverso. Quelle che popolano la mente di Lara e Piero non sono emozioni, ma tratti della personalità. E anche il senso stesso del film si allontana molto dal capolavoro Disney.
Insomma, c’è un chiaro intento comune, ovvero quello di indagare la mente umana, ma nulla di più. Era importante chiarire questo passaggio perché proprio la definizione delle figure che popolano la testa dei protagonisti è fondamentale per capire la natura primigenia del film. Tra tante risate, Follemente ci porta nel cuore della relazione umana, mostrandoci quel delicato e intenso momento in cui due individui s’incontrano. Lo fa in un modo davvero suggestivo, come solo le grandi commedie sanno fare.
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Il primo appuntamento e il sovraccarico emotivo
Il film gioca con una tematica familiare praticamente a tutti: il primo appuntamento. La struttura narrativa è molto semplice: abbiamo un uomo e una donna che condividono una serata carica di desideri, aspettative, segreti e speranze. È chiaro che la pellicola si diverta enormemente a giocare con gli elementi che caratterizzano una situazione del genere. L’immancabile imbarazzo. I silenzi da riempire. La paura di entrare nello spazio altrui ma il desiderio ardente di farlo. Insomma, il primo appuntamento tra Lara e Piero viene sviscerato in lungo e largo, affrontato proprio mostrando il confronto tra i diversi tratti della personalità dei due.
I tantissimi momenti divertenti che si alternano sullo schermo riescono a racchiudere l’enorme complessità della psiche umana. In Follemente si vede bene come ogni gesto, ogni azione e ogni parola siano il frutto di una forte mediazione mentale. Siamo complicati, e questo si sapeva. Ma in situazioni del genere siamo ancora più complicati. Perché subentrano anche altre questioni, come ad esempio il pregiudizio, evidente quando i due protagonisti sospettano del passato (e chi lo dice che ancora non sia presente?) sentimentale dell’altro. Oppure l’aspettativa. La presunzione che vengano colti segnali che magari l’altra mente non elabora. Soprattutto, però, l’insicurezza, derivante dal non conoscere, in fondo, la persona che si ha davanti. E il film, in questo senso, mette lo spettatore nella stessa condizione, perché svela pochissimo dei due protagonisti, aumentando quel senso d’incertezza che caratterizza miriadi di primi appuntamenti.
Insomma tutta questa tensione non può che generare un sovraccarico emotivo per cui sarebbe davvero più semplice spegnere il cervello che, come dice Piero, non ci dà mai retta. Ma come si può fare una cosa del genere? Non si può, semplicemente. Ed ecco che, dopo un’ora abbondante di confronto emotivo in cui le personalità dei due protagonisti fanno di tutto per portare a casa la serata, si svela il vero cuore del film. Quando Piero se ne va, ma poi torna da Lara, avviene l’incontro fisico tra i tratti caratteriali. E qui si rivela la grandezza del film di Paolo Genovese.
L’incontro di due anime, o di otto personalità
Come possono due persone, data la loro complessità, incontrarsi? L’epilogo di Follemente è meraviglioso perché in maniera molto audace prova a rispondere a questa domanda. Il confronto finale tra le varie personalità rivela alcune profonde verità. L’insofferenza che si prova nel vivere solo con se stessi. La spinta innata alla ricerca di qualcun altro con cui condividere la vita. E soprattutto l’inesorabilità del compromesso, fondamentale per equilibrare i diversi istinti prima individuali, e poi coniugati. E qui in Follemente il focus è sull’aspetto relazionale, ma questo è un discorso che si può, anzi si deve, ampliare. L’incontro tra due anime non è solo amoroso. Ma può essere benissimo altro. Un rapporto d’amicizia, per esempio. Ciò che, in finale, il film ci sembra dire è che l’essere umano ha bisogno di altri esseri umani. Poi ognuno declina come desidera questo bisogno.
Come s’incontrano due persone, quindi? Nel finale di Follemente vediamo come le otto personalità si confrontino e, progressivamente, medino le loro rigide posizioni. C’è la parte sognatrice e romantica che cede subito. Seguita da quella passionale. Piano piano però tutte si arrendono. Comprendono quel bisogno di condivisione e pure le componenti più diffidenti concedono il beneficio del dubbio. L’incontro di due anime si traduce nell’incontro dei loro caratteri. E alcuni si sposeranno immediatamente alla perfezioni. Altri col tempo combaceranno. Alcuni, invece, rimarranno per sempre lontani, ma sono proprio loro a costituire il termometro emotivo di una relazione, perché si mettono in gioco provano a darsi una possibilità a vicenda. Due anime s’incontrano mediano se stessi e il proprio bagaglio emotivo. Creando una condivisone capace di curare e di arricchire.
Il compromesso, dunque, torna prepotentemente in questa commedia di Paolo Genovese. È al centro della questione come lo era stato, in fin dei conti, in Perfetti Sconosciuti (ci siamo chiesti il motivo del grande successo all’estero del film). Esso si pone su un piano emotivo che trascende quello esistenziale, facendosi condizione d’esistenza di un rapporto umano. Siamo sempre impegnatissimi, come vediamo in Follemente, a individuare i pensieri altrui, a presentarci in un modo che crediamo sia quello atteso dalle altre persone. Basterebbe invece incontrarsi e ascoltarsi, così da semplificare quell’enorme complessità che è l’essere umano.
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Il sensazionale cast di Follemente
Un film del genere non sarebbe stato possibile senza un cast sensazionale come quello di Follemente. L’azione è praticamente ridotta allo zero. La narrazione procede per dialoghi. Un confronto continuo, come un incontro di scherma. Stoccata e parata, con le personalità a pizzicarsi e a proporsi continuamente. I momenti divertenti sono tantissimi, esaltati dal alcuni attori in stato di grazia (Emanuela Fanelli su tutti) e soprattutto dalla grande alchimia che si crea tra i due gruppi del cast (tre, se aggiungiamo la coppia Pilar Fogliati-Edoardo Leo). Il vero capolavoro, comunque, rimane la rappresentazione dell’orgasmo femminile. Una sequenza semplicemente geniale, che da sola varrebbe il prezzo del biglietto.
Sono tanti, comunque, come dicevamo i momenti davvero divertenti (personalmente non credo che riuscirò mai più a leggere la formazione della Roma senza cantarla come le personalità di Piero). Il cast di Follemente racchiude davvero molto del meglio del panorama italiano e poter ammirare attori del genere in un film del genere è sempre un prezioso promemoria delle straordinarie potenzialità del nostro cinema. Sempre troppo bistratto, ma poi capace puntualmente di regalarci film incredibili. La commedia italiana batte un fragoroso colpo di vita. Paolo Genovese è tornato alla grande e Follemente si candida già a essere uno dei migliori film italiani del 2025.