Fosca Innocenti è la nuova fiction Mediaset con Vanessa Incontrada andata in onda in prima serata ieri sera 11 febbraio su Canale 5. Dopo una lunga serie di fiction Rai (Don Matteo 10, Come una madre) e la recente co-conduzione, un po’ sottotono, di Striscia la Notizia, Incontrada torna sui teleschermi alla guida della questura di Arezzo. Come direbbe il nostro caro Stannis La Rochelle: sì, si tratta di un’altra fiction con i toscani, basiti. La campagna e la cittadina aretina infatti fanno da sfondo, anzi da protagonista assoluto, a questo nuovo poliziesco che, per molti aspetti, richiama alla mente un po’ Don Matteo, un po’ Carabinieri. Sebbene la recitazione sia superiore, le dinamiche messe in scena non si discostano molto dalla serie televisiva con Manuela Arcuri. Scritta da Dido Castelli e Graziano Diana e diretta da Fabrizio Costa (Donna Detective, Luce dei tuoi occhi), Fosca Innocenti ci aspetta quindi con un totale di quattro appuntamenti in onda su Canale 5 e in streaming su Mediaset Extra ogni venerdì fino al 4 marzo. Ma andiamo al dunque e tracciamo un bilancio della prima puntata intitolata Il colpo dell’angelo, che ha conquistato già 4 milioni di spettatori.
Una fiction piacevole, ma in ritardo di vent’anni
La vicequestore di Polizia di Arezzo, Fosca Innocenti, è alla guida di una questura dove “la quota rosa” sembra fin troppo incoraggiante. Dopo aver galoppato tra i girasoli sul suo cavallo Sansone e aver salutato la sua tata Bice (Giorgia Trasselli) – con la quale vive in una cascina incantevole a pochi minuti dal centro di Arezzo – Fosca trascorre le giornate al commissariato insieme a un team affiatato. L’ispettrice Giulia (Desirée Noferini) è forte, tormentata e dichiaratamente lesbica; la poliziotta Rosa (Cecilia Dazzi) è devota al suo lavoro ma è insoddisfatta del suo matrimonio con un marito che russa come un orso; poi c’è la PM Giuliana Perego (Irene Ferri), di cui non è ancora possibile tracciare un profilo adeguato. Fatta eccezione per questi slanci progressisti, che confermano a scanso di equivoci l’ambientazione nel 2022, la scrittura, la fotografia e la narrazione ci riportano ai primi anni 2000. Non c’è dubbio che se fosse arrivata sugli schermi vent’anni fa avremmo tessuto delle lodi cariche di entusiasmo per questa fiction prodotta da RTI in collaborazione con Banijay Studios Italy e Film Commission Toscana. In effetti durante la visione della prima puntata sembra di essere in uno spot di 115 minuti per la valorizzazione del territorio. Fosca Innocenti è una serie piacevole, non c’è dubbio. E si lascia guardare, ma è arrivata con un ritardo mostruoso e presenta troppi elementi indigesti, forse perfino per il pubblico della tv generalista.
La prima indagine cattura l’attenzione, ma ci sono troppi fattori di disturbo
La prima indagine in cui siamo coinvolti è la rapina in una banca in cui ha perso la vita un ricco proprietario di un bar e uno dei rapinatori. L’indagine coinvolgerà diversi sospettati, tra cui un testimone chiave, anzi due: il barbone saggio e misterioso e la sua cagnetta Alice, la quale entrerà nella vita di Fosca. La presenza del tenero amico a quattro zampe scalda il cuore e monopolizza l’attenzione, assicurando alla miniserie quel carattere familiare che il pubblico Mediaset tanto ama. L’indagine è ricca di risvolti inaspettati, eppure la trama della prima puntata non è avvincente e presenta troppi elementi presi in prestito dalle vecchie fiction, dagli “spiegoni” a dei dialoghi forzati, dal sapore antiquato.
Ad esempio, parliamo dei continui primi piani sul naso di Fosca Innocenti che fiuta sospettoso. Fosca sembra avere un dono: un fiuto eccellente, sviluppato grazie agli insegnamenti del suo caro padre defunto, che le permette di seguire delle piste altrimenti inesplorabili. La nostra vicequestore avrebbe dunque le abilità deduttive del tenente Colombo combinate a un tic che ricorda quello di Samantha in Vita da Strega. L’olfatto è senza dubbio un senso importante in un’indagine, ma – almeno nella prima puntata – è stato reso con un didascalismo ingenuo, sottolineato fino a renderlo ridicolo. A completare uno scenario già di per sé antiquato, troviamo i personaggi maschili, forzati e stereotipati quasi a voler sottolineare ad ogni costo il contrasto con quelli femminili. Francesco Arca è Cosimo, il miglior amico di “Foschina“: un donnaiolo che gestisce un’enoteca e sta valutando un’offerta lavorativa a New York. Nascosto dietro al PC della questura, direttamente dalla Sicilia, troviamo invece Pino (Francesco Leone), il quale incarna tutti i cliché del meridionale fuorisede con la fidanzata gelosa che gli invia le cassate. Inoltre ha paura di entrare in azione e per questo viene sbeffeggiato dalle sue colleghe.
Qualche nota di merito c’è, ma è comunque insoddisfacente
La miniserie avrebbe un elemento narrativo molto interessante: l’amicizia tra Cosimo e Fosca. Una fiction in cui i protagonisti non sono necessariamente degli amanti, ma nutrono un’amicizia profonda e disinteressata, potrebbe rappresentare una svolta narrativa insolita per la tv generalista e segnare un punto a favore per Fosca Innocenti. Eppure, dagli atteggiamenti dei due co-protagonisti, e dalle dichiarazioni di Vanessa Incontrada sui social, sembra che tra loro ci siano dei sentimenti di ben altra natura. Non sappiamo se la loro amicizia evolverà in una storia d’amore, ma – a nostro avviso – se ciò avvenisse sarebbe un’occasione sprecata. Raccontare una bella storia di amicizia tra un uomo e una donna eterosessuali e single dimostrerebbe un’apertura notevole sul piccolo schermo. Un segnale di apertura che permetterebbe alla fiction di attrarre un pubblico desideroso di una vicenda che sappia parlare un linguaggio contemporaneo. Staremo a vedere.
Fosca non è certo la prima figura femminile forte protagonista in una fiction Mediaset. Si tratta di una donna single ed emancipata, dedita alla carriera ma, come ha dichiarato Incontrada, nella vita privata è introversa, diffidente. Ed è difficile che si lasci andare con gli uomini. Tutti la spronano continuamente “a mettere su famiglia”, a partire dalla tata, (un mantra con cui ogni donna, ahinoi, deve convivere sorpassati i 30!). È facile immedesimarsi in Fosca, che avrebbe tutte le caratteristiche per ispirare una nuova generazione di donne, invece il suo personaggio resta impantanato negli stereotipi. Si tratta di una protagonista adorabile, ma non così innovativa come ci viene presentata. Fosca ha scelto il lavoro e gli amici, che sono la sua famiglia, eppure sembra che la narrazione la colpevolizzi per questo, anziché accettare la sua scelta.
La famiglia non si sceglie. Io l’ho fatto, me la sono costruita negli anni, li ho scelti uno per uno ed è da loro che voglio tornare a fine giornata perché loro sono il mio mondo.
A giudicare dagli ascolti, il debutto di Fosca Innocenti è stato un successo. La serie, nonostante la mancanza di una trama poliziesca davvero coinvolgente, scorre piacevolmente e non ha disatteso le aspettative del pubblico affezionato sia a Mediaset, sia a Vanessa Incontrada, la quale si dimostra a suo agio nei panni della vicequestore. Tuttavia il nuovo poliziesco Mediaset non è né avvincente né innovativo come lo è stato Distretto di Polizia ed è incapace di aprirsi al presente come avrebbe voluto fare. La presenza dei ruoli femminili forti e dell’omosessualità della poliziotta, un tema trattato con un’incoraggiante disinvoltura, non sono sufficienti a rendere Fosca Innocenti una fiction davvero moderna, come è stata presentata. Il rischio è dunque quello di allontanare il vecchio pubblico, ma di non riuscire a convincere nemmeno quello nuovo.
Il poliziesco si fonde alla leggerezza della commedia sentimentale per un risultato tradizionale, ma dal sapore ibrido, impossibile da classificare dopo una sola puntata. Non ci resta che sintonizzarci su Canale 5 venerdì 18 febbraio per la seconda puntata di Fosca Innocenti, in cui conosceremo il passato della protagonista, il suo rapporto con la tata Bice e capiremo la vera natura del sentimento che la lega a Cosimo.