ATTENZIONE! La recensione contiene SPOILERS del quarto episodio di Franklin.
“There never was a good knife made of bad steel.”
– Benjamin Franklin
Statista, scienziato e inventore, tutto questo e anche di più è stato Benjamin Franklin. Un personaggio realmente esistito il cui valore nella storia riecheggia fino ai giorni nostri. Eppure, come in innumerevoli altri casi, anche Franklin non è rimasto intoccato da quella tendenza da parte dei posteri di romanzare le vite di chi li ha preceduti. Nel bene e nel male. Così c’è chi diventa inspiegabilmente un santone dalla parola dorata e chi invece precipita nell’abisso dell’infamia peggio della caduta di Lucifero. Nel caso di Benjamin Franklin, figura altrettanto importante ma meno mainstream rispetto ad alcuni suoi contemporanei, un’attenzione particolare la riveste quel duplice ruolo di politico e scienziato insieme.
Se, da un lato, il suo lavoro pionieristico sull’elettricità, inclusa l’invenzione del parafulmine, lo rende una figura di riferimento nell’ambito della fisica e dell’ingegneria. Dall’altro, come uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti, la storia ricorda Franklin per il suo contributo alla creazione degli ideali fondamentali della democrazia americana. Ed è qui che entra in gioco la miniserie con protagonista Michael Douglas (che potete vedere sul catalogo Apple TV+ qui) .
La miniserie (tra i migliori prodotti usciti su Apple TV+ insieme a queste serie qui) racconta gli otto anni che lo scienziato trascorse in Europa per assicurarsi l’appoggio economico e politico da parte della Francia durante la Guerra d’Indipendenza americana. Il suo ruolo nella negoziazione del Trattato di Parigi e nel consolidamento dei legami tra gli Stati Uniti e la Francia rimane un momento cruciale nella storia delle relazioni internazionali.
In questo quarto episodio di Franklin, la storia raggiunge un fondamentale punto di svolta ma la vittoria dello scienziato viene interrotta da un arrivo inaspettato.
Flashback a quattro anni prima. Palazzo Reale di Londra. Benjamin Franklin si presenta davanti al consiglio privato del Re per richiedere la destituzione del governatore reale del Massachusetts. Ma la richiesta di Benjamin non solo non viene affatto soddisfatta ma gli si ritorce contro quando viene presa la decisione di togliergli il controllo delle colonie di Massachusetts, Pennsylvania, New Jersey e Georgia. Nel cuore tradito del primo si cela già il desiderio di volere indebolire il potere del re e vendicarsi, un giorno, del torto subito.
Torniamo al presente. L’episodio riprende da dove ci eravamo interrotti (qui potete leggere la nostra recensione dei primi tre episodi). Baumarchais diffonde il resoconto scritto di Benjamin sul trionfo americano a Saratoga, con grande gioia di tutto il popolo parigino. Dal poveraccio alla compagnia teatrale fino ai nobili, tutta Parigi gioisce la vittoria degli americani forse, in verità, assaporando molto di più la cocente sconfitta della nemica di lunga data. Persino il glaciale Vergennes si ritrova a ridere di gusto. Non tutti però sono ugualmente allegri e personaggi come Paul Wentworth e Lord Stormont si mostrano instabili sulle loro posizioni precarie.
Le pedine sulla scacchiera continuano a muoversi imperterrite.
Le motivazioni che muovono Vergennes risultano ancora molto ambigue e non chiare ma sta di fatto che è lui a consigliare al re Luigi XVI di sostenere la causa americana. Convinto infatti che la Gran Bretagna stia cercando un qualche escamotage per porre fine al conflitto ed evitare ulteriori perdite, è questo il momento opportuno per la Francia di intervenire.
Inizialmente ostacolato dal re stesso e da altri nobili, Vergennes riesce a ottenere infine l’autorizzazione a stringere un’alleanza militare con gli americani sancendo il successo di Benjamin Franklin in Francia. Ma come? Cosa è cambiato? Proprio qui troviamo alcuni dei punti cardini di questa miniserie. Se infatti nei primi episodi ne avevamo il sentore, in questo quarto ne abbiamo pressoché la certezza. Franklin vuole raccontare un pezzo di storia rimanendo il più possibile fedele ai fatti e alle ragioni politiche di quella storia. Non mancano elementi romanzati ma sono davvero pochi, inserendo la miniserie in quel panorama serioso del biopic a cui non siamo abituati da un po’ (forse non sapevate che anche questi 8 film lo sono).
Più The Darkest Hour che Spencer, Franklin tratteggia il ritratto di uno scienziato e di un politico interessandosi poco al suo cuore ma molto alla sua mente.
La parte romantica della miniserie Apple TV+ è riservata al rapporto tra Benjamin e Anne.
Lei vuole eterno amore e amicizia, lui una avventura parigina da raccontare ai pronipoti. Il tutto si complica dal momento che anche il giovane Temple prova un interesse romantico nei confronti della giovane figlia Bruillon. Benjamin ascolta le intenzioni del padre di lei di stringere un’alleanza matrimoniale ma allo steso tempo capisce che Anne non ha acconsentito all’accordo. Forse questo aspetto romanzesco dello show acquisirà più rilevanza nei prossimi episodi.
La parte finale della puntata vede lo scienziato entrare trionfante a Versailles, accolto con gioia dai nobili e persino dai membri della famiglia reale. Chaumont organizza una serata in onore del nuovo patto tra Francia (se siete appassionati vi consigliamo questi 7 film francesi su Netflix) e America. Ma durante i fuochi d’artificio una nuova sorpresa attende Franklin. Dall’ombra, infatti, emerge una figura familiare. John Adams è infatti giunto dall’America ma non per aiutarlo come il povero Benjamin pensa bensì per sostituirlo.