Aspettavamo questa puntata di From da due mesi, da quando abbiamo letto il titolo degli ultimi due episodi della stagione e ci siamo detti “Beh, lì succederà sicuramente qualcosa di grosso”. L’abbiamo aspettata con addosso quel misto di eccitazione e ansia bella che avevamo da bambini quando facevamo il countdown per l’arrivo della notte di Natale. E a un certo punto della storia, proprio a questa puntata – e alla prossima – abbiamo sostanzialmente affidato tutte le nostre speranze di capirci qualcosa in più di quel cubo di Rubik che è diventata From in questa terza stagione. Non che nelle due stagioni precedenti fosse tutto limpido e pacifico, sia chiaro. Ma nell’arco evolutivo della storia ci siamo fatti trascinare da questa narrazione misteriosa, a tinte fortemente horror, e ci siamo preoccupati molto meno di capirci qualcosa. La terza stagione però è la stagione della maturità, quella in cui le risposte – quantomeno le prime risposte – più che una splendida portata extra sono diventate necessità fisica. Non come quella di Fatima, per fortuna, ma insomma ci siamo capiti.
Cominciamo col dire che ovviamente, se fosse tutto qua, se ciò che abbiamo visto in questo nono episodio fosse tutto quello che ci verrà concesso in termini di rivelazioni, sarebbe un grosso problema. Perchè più che rivelazioni vere e proprie possiamo dire che in questo nono episodio abbiamo visto più che altro uno sviluppo più consistente che può portare appunto alle famigerate rivelazioni, ma di rivelazioni a 360, definitive, in fin dei conti non ce ne sono state. Al contempo va detto che qualcosa di grosso è successo, qualcosa che comunque assomiglia tanto a una rivelazione determinante. Ed è chiaro che questo episodio dovrà essere valutato e considerato in coppia col decimo e ultimo della terza stagione di From, che arriverà la settimana prossima su Paramount+. Nella terza stagione di From i mostri sono stati molto meno protagonisti rispetto alle precedenti due, proprio perchè la narrazione si è posizionata comodamente più sul lato mistery che su quello puramente horror. C’è stato più spazio, invece, per le cosiddette entità, e se vogliamo parlare di una prima vaga rivelazione in questo penultimo atto, questa riguarda sicuramente l’averci reso chiaro ciò che in fondo, comunque, ormai sapevamo già: a Fromville esistono entità buone ed entità cattive. Sicuramente è un’entità cattiva quella che sta manipolando Elgin – e che in questa puntata ‘attacca’ Fatima – per far partorire la mostruosa creatura che la moglie di Ellis ha in grembo.
Altrettanto sicuramente è un’entità buona il bambino vestito di bianco, che stavolta si toglie parzialmente di dosso l’alone di mistero che lo ha sempre contraddistinto e si fa più umano, lasciandosi andare a un discorso più strutturato e approfondito con Victor. Il bambino vestito di bianco è cambiato, ora più che un bambino sembra appunto un ragazzino, come se fosse cresciuto (e questa, a occhio, non pare una buona notizia): mentre Victor si appresta ad abbattere l’albero magico il ragazzino vestito di bianco lo ferma, dicendogli “Non puoi farlo”. Aggiunge poi: “Ho provato ad aiutarvi, ma penso che dobbiate impararlo da soli. Solo così potete capire“. Quando Victor gli dice che è cambiato rispetto a prima (in riferimento al fatto che sia, appunto, cresciuto), gli dice poi: “Adesso tutto sta cambiando”. Non va però oltre nelle spiegazioni, ribadisce che l’albero non deve essere tagliato e dalla sua espressione corrucciata e parzialmente rabbiosa si capisce che quel “Adesso tutto sta cambiando” riguardi la sempre più chiara prevalenza delle entità maligne rispetto a quelle buone, come lui. Il silente equilibrio tra le due fazioni di entità che abbiamo visto fin da quando conosciamo Fromville, insomma, si starebbe rompendo e questo è un campanello d’allarme non da poco.
Non è molto chiaro, però, cosa possano fare gli abitanti della cittadina per invertire la rotta. Abitanti della cittadina che comunque, in questa puntata, escluso Victor ed esclusa la storyline targata Fatima-Elgin oltre all’immancabile (sempre più protagonista assoluta) Tabitha con sua figlia Julie al seguito, sono sostanzialmente non pervenuti, ridotti al ruolo di comparse. L’impressione è che la risoluzione dell’inestricabile bandolo della matassa sia una cosa riservata a pochi eletti, con gli altri che devono limitarsi a osservare e aspettare. Tra questi pochi eletti dovrebbe esserci pure Jade, ma non stavolta: il genio della lampada di Fromville si limita a un discorsetto col padre di Victor (che però, come vedremo a fine recensione, potrebbe essere molto significativo) e poi sostanzialmente sparisce. Sempre più ai margini è anche Boyd, non tanto in termini di screentime quanto di decisività nella storia: l’impressione è che mentre lui continua a sbattersi ed elucubrare sulle solite cose, le questioni veramente importanti siano ormai affare altrui. Relegata sempre più a un ruolo secondario è anche Donna, mentre Ellis vive l’illusione di poter trovare la sua amata Fatima accompagnato dal doppiogiochista Elgin, ormai uno strumento nelle mani delle entità malevole. Jim invece si lascia andare ad alcuni importanti momenti con suo figlio, e se conosciamo bene il mondo delle serie tv questo potrebbe essere il preludio a una sua possibile morte nella prossima puntata: l’arco narrativo del personaggio sembra essersi comunque esaurito, dopo una fase molto più dominante nella seconda stagione.
Il pezzo forte della puntata, però, è lasciato dagli autori di From come sempre alla fine: durante un’imprevedibile reunion proprio nel bunker dove è custodita Fatima, davanti alla porta in cui la donna è rinchiusa e dalla quale presumibilmente uscirà in compagnia di un nuovo pericolosissimo mostriciattolo, si incontrano Victor e Tabitha, con Julie alle loro spalle. Victor si sfoga con la donna e i due si abbracciano, ma è proprio nel momento dell’abbraccio che Tabitha ha delle visioni (finalmente) rivelatorie: la donna rivive un abbraccio, quello tra Miranda (madre di Victor), Eloise (sua sorella) e Victor stesso nella famosa notte della sparizione di Miranda. Tabitha ne rimane sconvolta, poi esce dal bunker di corsa e vede il prosieguo di quella notte, con Miranda che dopo aver abbracciato i propri figli e avergli detto addio va incontro al suo destino, venendo divorata da uno dei mostri.
Il collegamento tra Victor e Tabitha, sempre più evidente puntata dopo puntata, è ormai certo: Tabitha potrebbe essere sua sorella Eloise, ma molto più probabilmente è la madre di Victor, Miranda. Questo spiegherebbe anche perchè le due donne abbiano avuto le stesse visioni di Fromville, come avevamo già evinto a inizio stagione nei vari confronti tra Tabitha e il padre di Victor, in quello che ci era stato proposto come il mondo reale ma che in realtà era, con ogni probabilità, semplicemente un’altra dimensione del loop infernale che vivono i personaggi di From. Se Tabitha è la (versione giovane della) madre di Victor, e la versione anziana di suo padre l’abbiamo appena conosciuta, va capito chi potrebbe essere la versione giovane del padre di Victor: difficile sia Jim, più probabile sia Jade che da tempo sta sviluppando connessioni sempre più forti con Tabitha, e che in questa puntata ha avuto un unico, ma significativo confronto col padre di Victor in versione anziana riguardante lo stesso Victor (che è, appunto, figlio di entrambi?).
Questa linea, per quanto ancora a tratti confusa, comincia a farsi molto più chiara: Ethan, che a sua volta ha così tante connessioni con Victor, potrebbe essere la versione bambina di Victor. Da capire chi siano in tutto questo Jim e Julie. Da capire tante altre cose, come ad esempio se questa linea di successione familiare in loop riguardi solo i personaggi di Tabitha, Victor, il padre di Victor, Jade e Ethan (e in generale le famiglie di Victor e Tabitha) o se siano coinvolti anche tutti gli altri personaggi che si sostituiscono con una nuova versione di loro stessi in loop, all’infinito, ogni volta che entrano in Fromville e ogni volta che a Fromville muoiono. Insomma, da capire ci sono ancora tantissime cose ma qualcosa si è finalmente mossa. In maniera prepotente. E From è tornata a esaltarci come un tempo: non vediamo l’ora di vedere cosa ci riserverà l’ultimo episodio di questa stagione, e stiamo già impazzendo all’idea di dover aspettare il 2026 per vedere il seguito di questa serie che ci sta veramente fottendo il cervello (e la cosa, ammettiamolo, ci piace tantissimo).
Vincenzo Galdieri