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Gangs of London 2 – La Recensione della seconda stagione della serie Sky

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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla seconda stagione di Gangs of London

La seconda stagione di Gangs of London inizia in una lavanderia di Istanbul, a un anno esatto di distanza dai fatti che concludevano la precedente. Elliot Finch è stato assoldato dai misteriosi “investitori” che sembrano essere i burattinai del mondo, ma che come Mangiafuoco insegna, fanno solo ciò che è loro conveniente, anche a costo di tenere in gabbia il loro asso nella manica. L’ormai ex poliziotto sotto copertura, interpretato dal talentuoso Sope Dirisu, è ormai considerato alla stregua di un mercenario qualsiasi, ma sebbene lontano da Londra da tempo, non è poi così distante dai soliti affari e dai soliti giri. La storia di Elliot Finch convergerà nella capitale britannica e si intreccerà nuovamente con quelle delle numerose gang che abitano la città, che nel frattempo si è popolata anche di qualche faccia nuova e se possibile ancora più crudele. Ci è data quindi la possibilità di rivedere la famiglia Dumani, l’unica che riesce a tenere un piede nei grattaceli della City e l’altro sull’asfalto dei peggiori quartieri. La gang degli albanesi, sotto la guida di Luan e della sua splendida, amata e fragile famiglia. Rivedremo Asif, che ancora non si è rassegnato alla perdita del suo unico e preziosissimo figlio e infine Lale e i suoi uomini, che di Londra se ne fregano, ma combattono in nome della libertà del popolo curdo. Lo sgradito ospite di questa città già straziata dalla violenza è Koba, un assassino georgiano che non sembra conoscere né limiti, né pietà e che è stato invitato nella capitale per rimettere ordine a qualunque costo.

Sky parte con il botto con questa serie originale

Già nella prima stagione Gangs of London aveva dimostrato di essere una serie dall’altissimo potenziale, lanciando non solo la carriera di Sope Dirisu, ma riuscendo quasi nell’impresa di tirare su il morale a tutti i nostalgici di Gomorra. Nella seconda stagione però, ingrana una marcia davvero sorprendente.

Aspettatevi grandi cose dalla seconda stagione di Gangs of London, perché ogni volta che vi sembrerà di aver capito dove la storia vuole andare a parare, accadrà qualcosa di inaspettato e improvviso che farà deragliare la corsa folle e disperata di tutti i personaggi coinvolti. Una cosa infatti è chiarissima fin da subito: è bene scegliere attentamente alleati e amici perché tutte le parti in causa stanno lottando per qualcosa, come se fosse l’unica che conta. Che sia la famiglia, la patria, il potere o il denaro, nessuno vuole perdere, nessuno vuole arrivare nemmeno secondo e quello che può essere utile dire o fare in un determinato momento, può diventare superfluo ed eliminabile un attimo dopo. Anche per chi, come Elliot Finch, aveva promesso di proteggere gli innocenti, ma si ritroverà inevitabilmente nell’assoluta incapacità di mantenere una qualsiasi forma di integrità.

Ogni episodio della serie è denso di avvenimenti e colpi di scena che ribaltano continuamente la situazione lasciandoci alternativamente sorpresi e inorriditi, perché se le alleanze sono all’ordine del giorno, i tradimenti più disgustosi lo sono altrettanto. Gangs of London rovescia tutto quello che pensavamo di aver imparato sui gangster e il loro tacito e distorto codice d’onore, mostrandoci come in realtà, non ci sia più niente di sacro o intoccabile. Non esiste più un limite al di là del quale non si può andare per non perdere il rispetto degli altri, ma anzi più si è efferati più è probabile che si riesca a scalare velocemente questa fantomatica ascesa verso la vittoria. Non esistono madri, figli, fratelli o bambini, solo pedine di una gigantesca scacchiera che, in quanto tali, possono venire mangiate in ogni momento, grazie a una mossa sufficientemente imprevedibile. Niente e nessuno è intoccabile in questa serie e ogni personaggio sembra essere una mina pronta a saltare, portando con sé quanto più riesce a raggiungere.

I colpi di scena si susseguono a un ritmo davvero serratissimo, uno di questi sarà davvero gigantesco tanto da portare a uno stravolgimento totale e definitivo degli equilibri di Londra, oltre che spingere noi a chiederci come abbia fatto la produzione di Sky a non farlo mai sospettare a nessuno, nemmeno per un momento, nemmeno a tutti quelli che da giorni setacciavano i social in cerca di qualche anticipazione.

Gangs of London
Gangs of London (640×360)

Gangs of London ha preso quello che di buono c’era nella stagione precedente e lo ha sfruttato per un proseguo della storia ancora più riuscito e adrenalinico, dove non esistono buoni o cattivi, non esiste etica né rispetto, dove lo stato è in un certo modo complice dell’efferatezza delle dinamiche che si innescano, con la conseguenza quindi che le strade di Londra saranno sempre più marce in un misto di corruzione, fango sangue e pioggia che non risparmia niente e nessuno.

Va effettivamente sottolineato come in alcuni momenti, la violenza e la crudezza delle azioni di questi uomini senza scrupoli, vengano rese sullo schermo attraverso l’ampio, anzi ampissimo, uso di armi e sangue finto, tanto da rasentare quasi lo splatter. Alcune scene sono oltremodo dettagliate e la telecamera indugia su piccoli particolari che in più di un’occasione faranno venire voglia allo spettatore di distogliere lo sguardo. In ogni episodio farà bella mostra di sé un particolare momento, di pochi minuti, talmente ben fatto da sembrare poetico, se non rappresentasse l’acme di una furia cieca e sanguinaria, disgustosa e irrazionale, ma mostrata attraverso vezzi artistici del regista che sceglie per esempio di alterare leggermente i colori regalando alla scena una leggera patina vintage, oppure di girarla con un unico piano sequenza lunghissimo, o ancora di alzare il volume della musica o fare spudoratamente uso della slow motion, nel tentativo forse, di farci digerire ciò che digeribile non è.

Restano comunque validi i punti di forza che la serie Sky Original ci aveva già mostrato nella prima stagione: personaggi credibili e ben caratterizzati senza che però si scada nello stereotipo o nella banalizzazione. Scene d’azione o di combattimento ben orchestrate, tanto da sembrare quasi piccole coreografie, una descrizione per niente romanzata di criminali senza scrupoli che sempre e in ogni caso ci appariranno nauseanti.

Gangs of London è una rappresentazione cruda e viscerale del crimine, che in qualche modo riesce a coniugare i contorti piani e le fragili alleanze di Peaky Blinders, con il sangue e la polvere della strada che ci ha proposto Gomorra. È tutto così meschino e rabbioso che quasi ci dispiace ammettere che la serie sia un prodotto ben riuscito, capace di tenere incollato allo schermo anche il più scettico e insensibile degli spettatori, nell’attesa di scoprire cosa ne sarà di quel che rimane della famiglia Wallace o se l’indole di Elliot Finch sia davvero cambiata o meno.