Visto che ormai ci ho decisamente preso gusto, mi sembra il caso di continuare con le ultime due recensioni delle stagioni di Glee. Oggi, nello specifico, parleremo della quinta.
Pensandoci bene, questa è una di quelle stagioni che ha avuto una buona dose di alti e bassi. Cioè, poteva essere la stagione della grande rivalsa, ma ha avuto comunque dei piccoli momenti di trash che mi sembra giusto ricordare.
Dobbiamo ricordarci che stiamo venendo da una stagione che fu un vero e proprio fiasco (qui potete trovare la recensione completa): si voleva far crescere la Serie Tv, e si è arrivati al mettere insieme cose che si sono rivelate terribilmente inutili e prive di senso. Sappiamo che Glee è noto per questo suo lato un po’ nonsense, ma in questo caso si stava veramente esagerando.
Non si può negare che una crescita, seppur piccola, nella precedente stagione di Glee c’è stata. Tutto stava nel capirne la vera direzione.
La risposta dovremmo riuscire ad averla in questa nuova stagione. Con la scelta di dare uno stacco netto tra la prima parte e la seconda si è arrivati a creare una versione forse un po’ più adulta dello show. Non priva di trash, intendiamoci, quello ormai sappiamo già che sembra essere impossibile quando si tratta di Glee.
Dalla visione di Serie Tv ho imparato una cosa: non è sempre facile portare un telefilm al livello successivo, specie se stiamo parlando di un teen-drama. Per questo la scelta di Glee nel seguire i suoi personaggi anche durante l’età adulta è sì corretta, ma contemporaneamente anche azzardata. Ci sono Serie Tv che sono riuscite nel loro obiettivo, One Tree Hill da questo punto di vista insegna.
Ma Glee probabilmente avrebbe dovuto limitarsi all’adolescenza. Penso davvero che sarebbe stato meglio così.
Venendo a parlare della stagione, ci rendiamo subito conto, dalle prime puntate, che Ryan Murphy sta tentando di riparare i danni creati con la quarta stagione, cosa che riesce a fare regalandoci due prime puntate di tributo ai Beatles e una in ricordo di Finn Hudson. O meglio, di Cory Monteith.
Ormai questa storia la sa anche chi non è effettivamente fan della Serie Tv. Cory, protagonista maschile di Glee, è morto nell’estate del 2013, poco dopo le foto promozionali per la quinta stagione. Tutti i fan ricordavano che, prima della fine della quarta stagione, l’attore fosse entrato in riabilitazione per disintossicarsi, e sembrava aver vinto la sua battaglia.
Purtroppo non è stato così, dal momento che Cory è stato trovato morto in una camera d’albergo di Vancouver proprio a causa di un’overdose. Il lutto ha messo non solo a rischio la Serie Tv, che, obiettivamente, è il male minore, ma ha rimesso tutto quanto in prospettiva Per una questione di coerenza narrativa, gli autori hanno deciso di far morire con Cory anche il personaggio di Finn.
Abbiamo così assistito a una delle puntate più toccanti, più belle e più difficili per l’intero cast. È stata l’unica volta in assoluto in cui non potevamo parlare di personaggi neanche se avessimo voluto. Ciò che si vede nel corso della terza puntata della quinta stagione di Glee è il dolore puro del cast per la perdita di un amico. Questo fa sicuramente più male di una banale rappresentazione.
La scelta adottata per Finn Hudson è stata decisamente la migliore. Si è deciso di non spiegare quali fossero state le cause della sua morte all’interno del telefilm, e guardandola tutti ci siamo resi conto che non ci importava e non avremmo nemmeno voluto saperlo. Hanno mantenuto intatto tutto ciò che noi avremmo ricordato per sempre del personaggio: un leader, un trascinatore, un ragazzo buono come il pane, un quarterback. Finn Hudson ha chiuso il suo capitolo lasciando un vuoto in tutti quanti, ma il suo ricordo resterà per sempre indelebile nelle nostre menti.
Nonostante questa pesantissima battuta d’arresto, la storia di Glee è continuata, e in questa stagione abbiamo rivisto i nostri amati personaggi e abbiamo continuato a vederli crescere. Ci troviamo di fronte a una Rachel Berry ormai lanciata, pronta per il suo debutto a Broadway nei panni del personaggio che ambiva ad interpretare sin da quando era bambina. Ha conquistato il ruolo di Fanny Brice in Funny Girl, e ora non la ferma più nessuno.
Solo che, se Rachel sembra crescere dal lato artistico, la vediamo perdere parecchia credibilità dal punto di vista caratteriale. Per dirla in altri termini: la crescita della sua carriera non va di pari passo con la crescita della sua persona. Anzi, probabilmente è ciò che la tira più indietro in assoluto. Abbiamo una prima parte della stagione in cui Rachel accentua le sue manie da diva, come c’era da aspettarsi, in realtà, e una seconda parte in cui, ormai affermata a Broadway, comincia a prendere una serie di scelte sbagliate che la porteranno allo sfascio totale.
Quindi ci risulta molto più facile pensare che l’aver raggiunto l’obiettivo non abbia migliorato la sua persona, ma l’abbia invece distrutta. Mi rendo conto dell’idea registica secondo cui si voleva far notare che, una volta raggiunto un obiettivo per cui si è combattuto tanto a lungo, è facile sentirsi smarriti e pensare ad altri lidi, ma con Rachel la cosa sembra davvero eccessiva.
Ammettiamolo, l’abbiamo sentita parlare di diventare una star di Broadway e di vincere un Tony Award per quattro anni, e ora che sei arrivata dove volevi ti accorgi che questa cosa non ti soddisfa più e che vuoi fare altre esperienze? Ma sei andata via di testa?
I veri danni creati con queste sue decisioni si vedranno solo nell’ultima stagione, e forse è stato meglio così. Il voler improntare gli ultimi episodi sul ritorno alle origini e sul rinascere dalle ceneri è stato sicuramente un buon modo per chiudere il cerchio.
Questa stagione di Glee non lascia indietro proprio nessuno, e tutti i nostri personaggi preferiti tornano a scaldarci il cuore. All’epoca probabilmente ero molto più presa dalla storia, e il mio lato critico andava tranquillamente a farsi benedire. Perciò quando ho saputo, prima ancora che uscissero le puntate, che Kurt e Blaine sarebbero tornati insieme e si sarebbero pure sposati, ho esultato come farebbe una ragazzina di tredici anni. Peccato che ne avessi venti.
Con il senno di poi, vorrei poter dire che in questa stagione di Glee Kurt e Blaine sono cresciuti, ma temo che sarebbe vero solo a metà. Nessuno può negare che come coppia facciano dei passi avanti, ma se li prendiamo singolarmente i due personaggi riescono a darci abbastanza poco.
Da una parte, Kurt cerca di seguire i suoi sogni a New York, ma le cose non sembrano andargli molto bene. Al contrario, tutto va a gonfie vele per Blaine, che ottiene dei riscontri senza volersi nemmeno esporre più di tanto, all’inizio.
Probabilmente il problema sta proprio in questo tipo di gestione. I due ragazzi sono stati separati per un anno, e ora è più che normale che si voglia dimostrare quanto vogliano recuperare il tempo perduto, incluso il bruciare le tappe con l’idea del matrimonio. Ma è davvero necessario che, per lo meno nella seconda parte della stagione, vivano praticamente in simbiosi?
Per fare un esempio, Kurt decide di cantare a uno spettacolo scolastico dove ci sarà anche una grande benefattrice che potrebbe aiutarlo a costruirsi una carriera. Ma per voler condividere l’esperienza chiede a Blaine di cantare con lui, dandogli la possibilità di partecipare e consegnando quindi questa chance anche nelle sue mani.
Quando dico che i due crescono come coppia intendo proprio questo: fanno talmente tante cose insieme che non sembrano essere in grado di stare separati. La cosa positiva è che si cercherà di modificare questo dettaglio nel corso dell’ultima stagione, ottenendo però, anche in questo caso, dei risultati a metà.
Anche se non si vedono poi spessissimo nel corso di questa stagione è giusto parlare anche di loro, dal momento che sono state amate sin dagli esordi di Glee. Avevamo lasciato Brittany e Santana in rapporti amichevoli alla fine della scorsa stagione, durante la quale, pensando a loro, ci veniva più da piangere che altro.
All’inizio di questa stagione abbiamo visto come Santana avesse cercato di rifarsi una vita a New York, con una nuova ragazza, mentre Brittany aveva seguito il consiglio dell’ispanica ed era entrata in un’università prestigiosa, la MIT, prima ancora di finire il liceo. Lo so, è stato assurdo anche per me scoprire che Brittany in realtà era super intelligente.
Le due si ritroveranno nel momento in cui il Glee Club sarà costretto a chiudere i battenti. Su questo punto preferisco stendere un velo pietoso. Non perché questo momento sia stato trattato male, anzi! Mi ha commosso moltissimo e mi ha fatto tornare tantissimi ricordi delle passate stagioni. È stato persino un buon modo per chiudere la parte liceale di questa Serie Tv.
Ma mi chiedo, per quale motivo poi avete deciso di non farci sapere più nulla dei poveri nuovi arrivati del Glee Club? Per la miseria, ci bastava sapere se stavano frequentando ancora quella scuola, mica tanto di più. E niente, sono solo spariti nel nulla.
In ogni caso, il ritrovarsi di Brittany e Santana fa riaccendere in loro la vecchia passione e tutto l’amore che provavano l’una per l’altra. Indi per cui, nel giro di due episodi, eccole di nuovo insieme, felici, con una Brittany finalmente diplomata e una Santana che le propone di andare a fare un viaggio insieme. Per la serie, tutto è bene quel che finisce bene.
Per quanto non avessi chissà quale passione per loro, ammetto che i sogni dei fan sono stati esauditi, perciò ecco un’altra coppia che si era lasciata senza alcun motivo rimettere insieme i pezzi e ricostruire la loro storia. Quando si dice davvero voler riparare ai danni del passato.
Ultimi, ma non per questo meno importanti di altri, abbiamo il ritorno di una coppia che si era vista di sfuggita tra la fine della seconda stagione di Glee e l’inizio della terza: Sam e Mercedes. I due ragazzi mi erano sembrati carini da subito, e vedendo questa stagione ho capito perché.
A differenza di Kurt e Blaine, i due personaggi mantengono comunque la loro individualità all’interno della trama di questa stagione, e sono in grado di crescere sia come coppia che come individui. Ma non è solo questo il motivo che mi ha spinto a trovarli perfetti insieme. Il fatto è che Mercedes e Sam abbattono una serie di stereotipi ai quali in realtà nessuno fa troppo caso. Ci pensa però lo stesso Glee a ricordarci della loro esistenza.
Il più forte e il più marcato resta, indubbiamente, il fattore del diverso colore di pelle. Arrivati nel 2017 questa cosa non sconvolge più nessuno, ma quando Mercedes presenta il suo ragazzo alle sue coriste, le ragazze ci tengono a farle notare che non è bene che lei si faccia vedere in giro con lui, perché nuocerebbe alla sua carriera. Detta in parole semplici: avete il colore della pelle diverso, quindi e stai con lui ti perderai le vendite della gente di pelle nera.
Se c’è una cosa che Glee ci ha insegnato però, e che continua comunque ad insegnarci, è che la diversità è un sinonimo di vanto più che una debolezza, ed esaltarla ci farà solo sentire più a nostro agio con noi stessi, più forti e più liberi. Ed è per questo che i due continuano la loro storia, nonostante le idee degli altri.
Altro punto trattato con loro è l’importanza, per la donna, di perdere la sua verginità. Mercedes è sempre stata una donna credente, cristiana e di sani principi, che non ha mai e poi mai voluto tradire. E anche adesso, a distanza di anni, si rende conto che lei vuole davvero aspettare il matrimonio per perdere la grande V.
Non si tratta di essere all’antica, quanto di una semplice scelta individuale. Qui è la donna che decide, e si rende conto subito che questo potrebbe diventare un problema con Sam. Lui infatti aspetterà, e farà il possibile per dimostrarle che la ama veramente… Ma alle volte la carne è debole, e dato che lui si sentirà in colpa anche solo per aver baciato un’altra donna, la storia tra i due si chiuderà a fine stagione, mantenendo comunque la forte amicizia che li lega.
Sotto molti punti di vista, questa stagione di Glee ha voluto mettere ordine dove ormai sembrava non essercene più, e ha rimesso nella giusta prospettiva tutti i suoi punti fermi, in vista di un finale col botto.