Nell’universo di Harry Potter, l’Horcrux è un oggetto nel quale un Mago Oscuro ha nascosto un frammento della propria anima, scissa in seguito all’atto più terribile che si possa compiere in natura: l’omicidio. Pur trattandosi di un’opera quanto mai distante dal fantasy, Gomorra segue il medesimo principio, soffermandosi sulla graduale deriva di ogni singolo personaggio, con la conseguente spaccatura della propria anima.
Una spaccatura che può essere racchiusa in un oggetto o un gesto, che assumono la stessa valenza simbolica della magia oscura partorita dalla mente di J.K. Rowling. Come Lord Voldemort con l’anello o il medaglione, Genny ha nascosto parte di sè in quella cresta iconica, mentre Ciro affida parte della sua anima a quella foto di Deborah e Maria Rita, unico ornamento della sua stanza d’albergo.
E un Horcrux è anche il tatuaggio, con il quale Valerio, un ragazzo di buona famiglia del Vomero, celebra il suo primo omicidio, evidenziando in nome di chi l’ha commesso.
Il tatuaggio è un segno indelebile, irreversibile, proprio come il gesto di sparare e uccidere due uomini a sangue freddo, precludendosi ogni possibilità di ritornare alla sua vita passata, fatta di feste ed esami universitari. Anche lui, dimostrazione emblematica di quanto sia facile infettarsi del virus di Gomorra, ha scelto di avere parte attiva in una guerra totale, di cui siamo solo alle fasi iniziali.
E la frattura della propria anima è soltanto il primo passo di una discesa agli inferi inarrestabile, fatta di scelte sempre più ambigue, che non fanno altre che evidenziare ancor di più il carattere disgiunto che contraddistingue tutti i personaggi della Serie. Ne sa qualcosa Enzo Sangue Blu, costretto a dimenarsi tra i due fuochi: la banda e la famiglia da un lato, l’influenza di Ciro dall’altro.
Se dal punto di vista concreto i Talebani appaiono ancora come un solo organismo pensante, colpendo al cuore dei confederati, questi due episodi palesano anche le prime crepe, con alcuni membri della paranza che provano a mettere in discussione la leadership di Enzo. Inevitabile pensare che Sangue Blu dovrà scegliere a sua volta da che parte schierarsi.
Ma anche Ciro dovrà risolvere il suo conflitto interiore.
Malgrado il suo ruolo in questa guerra sia quello del deus ex machina (“succede che faccio bene l’unica cosa che saccio fa: nun ce sta niente che mi po far fa pace cu e fantasmi mie“), è evidente che Ciro riveda sè stesso nell’ambizione, nella fame che caratterizzano Enzo. Un atteggiamento che cozza contro i propositi di utilizzare i Talebani soltanto come cavallo di troia per vincere la guerra contro i confederati.
Tuttavia egli prova un sincero piacere nel fare da mentore a Sangue Blu e non vuole che la sua autorità venga minata in alcun modo. Ne è chiara dimostrazione la sua insofferenza nei confronti di Valerio, quasi che Enzo potesse trasferire a quest’ultimo tutta l’ammirazione riservata finora all’Immortale. Ed è interessante notare come la dinamica sia ripresa in maniera quasi speculare nel confronto tra Ciro e Genny.
Oggetto della discordia diviene, in questo caso, proprio Sangue Blu, che rischia di minare il legame rinnovato tra i due protagonisti di Gomorra. Genny si sente messo da parte e lo fa presente anche a Enzo in uno dei dialoghi più intensi del doppio episodio. Momento, tra l’altro, che aggiunge un tassello fondamentale nella definizione del personaggio di Ciro, in riferimento all’origine del suo soprannome, appunto “l’Immortale”.
Ma è proprio nel già citato confronto tra Ciro e Genny in chiusura della 3×07 che emerge il leitmotiv dei personaggi di Gomorra: ognuno combatte contro i propri fantasmi, in particolare quello della solitudine.
Gennaro lo esplicita in maniera nitidissima (“nun aggio odiat mai nisciuno come aggio odiat a te. Ma mo’ stamm finalmente ngopp a stessa barca e nun voglio rimane’ sulo”): tutti cercano di legarsi a qualcun altro per scongiurare la possibilità di rimanere soli. Ma questa è anche l’unica conseguenza possibile dello spingersi al di là di ogni limite, dello scomporre la propria anima in più parti.
Le conseguenze delle loro azioni sono lì a dimostrarlo: Ciro ha perso la sua famiglia, Patrizia è uno spirito libero legata a tutti e a nessuno, Gennaro è tutt’ora in missione per ricongiungersi a moglie e figlio. Enzo e Valerio, creando i propri horcrux, sono ineluttabilmente destinati ad aggiungersi a questa lista.