Discussioni, faide interne, tradimenti e prese di posizione: Grey’s Anatomy questa settimana ci racconta cosa succede durante una guerra civile e, tutto sommato, riesce a farlo anche bene. Sia chiaro sono ancora convinta del fatto che lo show abbia perso molto e che difficilmente tornerà ad essere quello di un tempo ma, per dover di cronaca, devo anche ammettere che questa volta almeno non mi sono addormentata guardando l’episodio. Il che vuol dire tanto visto i precedenti (e vi basterà leggere la mia recensione della 13×14 per capire meglio a cosa mi riferisco).
Ad ogni modo, fatte le premesse dovute, passiamo subito a parlare dell’ultima puntata andata in onda giovedì notte negli Stati Uniti.
Ricordo che questo articolo contiene spoiler sull’episodio 15 della tredicesima stagione di Grey’s Anatomy, dunque se non siete a passo con la programmazione americana, go away! Questa recensione non fa per voi!
A dare inizio alle danze come ogni settimana c’è sempre lei: la voce narrante di Meredith. La donna che colleziona favole della buona notte questa volta ce ne racconta una su un Re e i suoi figli con – ovviamente – tanto di morale da cui trarre insegnamento. Ma diciamo la verità, a noi fan non ce ne frega niente! Quello di cui ci importa veramente è capire se poter riutilizzare il discorsetto nel nostro status di Facebook, e non ditemi che non è vero! D’altronde, fin dagli albori, Grey’s Anatomy ci ha sempre reso la vita facile da questo punto di vista … essere romantici e profondi non è mai stato così semplice!
Licenza poetica a parte, a quanto pare a Seattle la guerra civile dal Grey Sloan Memorial Hospital si è spostata anche tra le mura domestiche dei dottori, che di relazioni stabili e senza drammi proprio non ne vogliono sapere. Tra questi, in particolar modo, spicca Amelia Shepherd che, dopo un passato burrascoso fatto di eccessi e scelte sbagliate, ha deciso (come tutti sappiamo) di iniziare la sua nuova vita comportandosi finalmente da persona matura e responsabile, ovvero: sposare uno sconosciuto e, al primo problema, darsi alla fuga!
Brava Amelia, complimenti! Questo si che vuol dire prendersi le proprie responsabilità.
Un altro deciso invece a prendere in mano le redini della propra vita questa volta sembra Jackson che, senza mezze misure, dichiara guerra alla madre. E io direi “finalmente!” Era ora!
I due lavorano a stretto contatto durante tutto l’episodio e trascinano la faida fino alla fine, coinvolgendo anche Richard e April e trasformando la sala operatoria in un ring. I loro battibecchi mi ricordano tanto quelle atmosfere pacate di certe cene di Natale a casa dei parenti, dove Katherine Avery che dà del mediocre al figlio sarebbe passata semplicemente per una mamma preoccupata e apprensiva.
In queste occasioni a nessuno interessa la pace, quella è solo uno status apparente! Spianano tutti la strada per la prossima guerra!
Intato rassegnato e pronto ad abbandonare il campo sembra Owen Hunt. Amelia la fannullona infatti torna a lavoro e i due finalmente si incontrano, ma a nulla servono ovviamente gli sforzi di lui per cercare di recuperare l’irrecuperabile.
Io ve lo dico, la Shepherd che fa i capricci proprio non la sopporto!
Inoltre credo di avere la soluzione per porre fine a questo strazio! Avete mai visto “Genitori in trappola”? Ecco! Basterebbe chiudere Amelia dentro uno stanzino con Owen, e lasciarla dentro insieme a lui fin quando i due non arrivano a un compromesso!
Tanto ormai abbiamo appurato che tutti al Seattle Grey Sloan Hospital fanno un po’ come gli pare. Non esistono turni, orari di lavoro e la gente va a lavorare quando crede. Io per esempio ho mai visto timbrare il cartellino in dieci anni di Grey’s Anatomy!
Ma adesso, passiamo a parlare dell’argomento che mi preme di più, ovvero lo strano rapporto tra Nathan e Meredith.
Momento Don’t Try This At home!
E con questo mi rivolgo soprattutto al gentil sesso …
Mie care amiche, lasciate perdere la tattica da rimorchio alla Meredith Grey! Per esperienza posso dirvi che, di solito, approcciarsi a un ragazzo come sta facendo lei da un anno a questa parte, e cioè comportarsi come se avere la jolanda fosse solo un’esclusiva vostra, nel 90 % dei casi si rivelerà fallimentare. La vita non è un film con Hugh Grant, non funziona così, usciteci con un ragazzo se questo vi piace, non tiratevela, perché nessuno busserà alla porta con cartelloni romantici e musica in sottofondo per farvi cambiare idea al riguardo, credetemi!
Intanto chi se la spassa alle spalle di tutti è Arizona Robbins che con la Minnick, ahimè, va sempre più d’accordo (io che questa cosa proprio non l’accettavo ve lo avevo già detto nella recensione delirante della 13×12). Posto però che i vecchi tempi non ce li ridà indietro nessuno, mi sa che questa storia alla fine della fiera ce la dobbiamo far piacere per forza. Probabilmente tra di voi invece c’è qualche fan di Grey’s Anatomy che fa il tifo per le due, ma io ve lo dico: