Sebbene io ogni settimana sia pronta a parlare (e sparlare) di Grey’s Anatomy, questa volta, ve lo dico, mi sento di dover fare una piccola eccezione. Questa non sarà la solita recensione delirante semplicemente perchè stavolta c’è poco da scherzare. Questa settimana Shonda ci accompagna dentro un cammino pieno di insidie, e lo fa mostrandoci l’evoluzione lenta e dolorosa di una malattia.
La protagonista, purtroppo, è ancora la madre di Maggie che, dopo aver subito un delicato intervento al seno, si ritrova di nuovo a dover combattere contro il cancro.
Non c’è pace per la signora Pierce e (come capiamo fin da subito) le cose non sono destinate a migliorare. Una metastasi all’addome, infatti, ha rimischiato le carte in tavola e, nonostante i numerosi interventi e le precauzioni dei dottori, le possibilità di agire diventano sempre più limitate.
Maggie tuttavia è fiduciosa e, dopo un primo scontro con Meredith, riesce ad imporsi su tutti gli altri dottori.
La sua idea è quella di intervenire il prima possibile, dando alla signora Pierce la possibilità di essere inserita tra i casi di studio di un nuovo trial medico. Secondo lei la sperimentazione potrebbe fare la differenza e, contro ogni aspettativa, mettere la madre nelle condizioni di riprendersi dalla malattia. Dello stesso parere tuttavia non sono i dottori che seguono il caso.
La Bailey, Avery e Webber pensano sia una pessima idea sottoporre la paziente a tanto dolore inutile e, a fronte di risultati incerti, continuare lungo questa strada non farebbe altro che allungare l’agonia del malato. Nessuno tuttavia riesce a spegnere l’entusiasmo di Maggie, nemmeno la madre, la quale si dimostra pronta a seguire la figlia in ogni sua decisione.
Le varie fasi della cura sperimentale sottopongono la signora Pierce a dolori atroci, e tutto ci viene raccontato dagli sceneggiatori di Grey’s Anatomy senza mezzi termini. Ci viene mostrata la sofferenza e i vari volti in cui essa si presenta, nuda e cruda nella sua normalità, capace di lasciarti a volte senza parole e altre senza difesa.
Puoi mollare la spugna, lasciare andare o fingere che vada tutto bene e organizzare una cena con amici, oppure come Maggie puoi aggrapparti a quel poco di speranza che ti resta e sperare con tutte le tue forze che le cose, prima o poi, migliorino.
Durante la visione di questo episodio di Grey’s Anatomy, mi sono chiesta più volte perchè Maggie fosse così ostinata nel continuare la sperimentazione sulla madre e spesso, erroneamente, ho attribuito tutto al suo personaggio e al modo in cui lo abbiamo conosciuto nella Serie. In fondo la Pierce è sempre stata una donna cocciuta e determinata. Non mi sono tuttavia fermata a pensare e, per questo motivo, ho interpretato male le sue intenzioni. Poi però ho capito …
Quando lei ha parlato con Riggs, quando ha abbassato la guardia ed ha mostrato le proprie paure ho capito.
Quando ami troppo una persona non puoi accettare l’idea di arrenderti, non riesci nemmeno a pensarlo, e allora ti atteggi da supereroe e, proprio come vuole la tradizione, ti affretti ad indossare la migliore delle tue armature. La stessa che poi si trasforma in corazza, e ti allontana da tutti fino a quando da dentro diventa impossibile sentire la voce della ragione. Tu però continui a indossarla perchè – paradossalmente – è lì l’unico posto dove hai l’illusione di essere al sicuro.
In Grey’s Anatomy però, come nella vita, fermare il tempo è impossibile.
Le cose vanno avanti, si evolvono, e non c’è niente che tu possa fare per fermarle. È così la vita, cambia, ci coglie di sorpresa, diventa imprevedibile, e noi non possiamo far altro che lasciare andare. Maggie in questo percorso è stata più reale di quanto si possa immaginare, e forse il suo personaggio questa settimana ha solo toccato un nervo scoperto di molti. Lasciare andare non è semplice, non lo è stato per la Dottoressa Pierce, non lo è per chi tutti i giorni lotta con qualcosa di molto più grande di sè. Il percorso è ripido e non sempre è facile riconoscere la strada giusta da percorrere, può capitare di perdersi ma alla fine, nel bene e nel male, si arriva sempre.
Non pensare troppo, essere meno rigidi, fare degli errori, farne tanti …
È proprio questa la cosa giusta da fare: sbagliare, ma vivere.
Più volte mi sono chiesta come avrei concluso io la frase lasciata in sospeso da Ellis Grey, letta da Meredith ad inizio puntata:
Ricordati di non … ?
Avere paura?
Innamorarti dell’uomo sbagliato?
Voltare le spalle ad un amico?
Fare del male a chi ti vuole bene?
Poi però mi sono chiesta: cosa conta veramente? Ricordare o semplicemente iniziare a fare? E la risposta, questa volta, la faccio scegliere al lettore.