Bentrovati con la recensione del sesto episodio della quindicesima stagione di Grey’s Anatomy. Già dal titolo, Flowers Grow Out of My Grave (Dalla mia tomba crescono i fiori in italiano) è possibile capire il tema principale dell’episodio: la morte.
La morte è uno dei temi più trattati in Grey’s Anaomy. Viene sminuzzata, riproposta e vissuta in diversi modi. Tra poco avrà visto più morti questa serie tv che Game of Thrones. Eppure in questo episodio non muore nessuno. Possiamo definirlo un miracolo trattandosi di Shonda Rhimes.
Il significato della morte in questo episodio è puramente simbolico ed è legato alla festività messicana de “Los dia de los muertos” ovvero Il giorno dei morti. Alcuni personaggi fanno i conti con questo tema impegnativo. Secondo la tradizione, Los dia de los muertos è il giorno in cui i morti tornano a trovare i vivi. È necessario farsi trovare preparati con dei garofani d’India, soprannominati “i fiori dei morti”.
Questi vengono sparsi a terra per indicare la strada al defunto e vengono messi su degli altari su cui vengono esposte anche le loro foto. Le abitazioni rimangono aperte per permettere a tutti di rendere omaggio ai morti. C’è chi lascia del cibo all’ingresso, delle bevande e un cuscino in modo da consentire all’anima dei propri cari di rifocillarsi e riposarsi.
Già all’inizio dell’episodio il riferimento a questa festa è chiaro e lampante. Zola, Tucker e la famiglia messicana di una piccola paziente ne parlanO: è il punto di partenza attorno a cui si sviluppa tutta la puntata. Miranda, Meredith, Richard, Maggie e Amelia sono i protagonisti.
Iniziamo proprio da Miranda che si trova davanti un caso particolare: una donna a cui – per tre volte di fila – è stata negata la possibilità di un trapianto di fegato a causa delle riassegnazioni dell’organo. Era spacciata ed era pronta ad arrendersi e ad affrontare il passo successivo, quello della morte. Miranda, invece, non lo era e non lo è per niente, soprattutto a causa di suo marito. Non è pronta ad accettare la possibilità che questi possa morire all’improvviso. E si batte, assieme a Jo, sua compagna fedele in questi episodi di Grey’s Anatomy, per salvare questa donna.
Il sottotesto è ovvio, non può accettare la morte in quel preciso momento. E inconsciamente crede che, salvando quella donna, non dovrà affrontare il pensiero che suo marito possa giacere morto da qualche parte. Tanto di cappello a Ben Warren. Scegliere di lasciare la carriera da chirurgo per inseguire quella di pompiere gli fa onore, però una chiamata ogni tanto a sua moglie potrebbe farla! Anche solo per farle sapere che è vivo. Il fatto di aver trovato l’assicurazione sulla vita del marito, non l’ha resa più tranquilla. E ci tengo a ricordare che proprio nella scorsa stagione, la Bailey ha avuto un infarto.
Ho apprezzato molto la sua storyline in questa puntata di Grey’s Anatomy perché la vediamo senza la corazza. È vulnerabile, è umana. Non è la Miranda superdonna che siamo soliti vedere. Quella che vediamo è una Miranda che ha bisogno di certezze, che ha bisogno di staccare un attimo, ma che non può rischiare di non essere vigile. E anche senza corazza, cerca di trasformare tutta la sua frustrazione in energia che ripone nel suo mestiere. E ci riesce. Resuscita un fegato morto e scavalca la decisione del capo dell’ospedale per salvare una sua paziente e allontanare, anche solo per un po’, il pensiero della morte.
Poi c’è Amelia che deve farei i conti con il proprio passato, quel passato che sembra essere il presente di Betty. Hanno cominciato ad avere problemi di dipendenza dalle droghe in un’età precoce. Quella che ci si presenta davanti è un’Amelia Shepherd terrorizzata all’idea che Betty possa essere ricaduta nella sua dipendenza, che possa essere morta da qualche parte. Ho apprezzato particolarmente quando ha condiviso i suoi ricordi. Ci viene raccontata una Shepherd distrutta, completamente soggetta alle droghe e più vicina alla morte di quanto credessimo. Già a quindici anni l’aveva guardata in faccia rischiando di lanciarsi da un tetto. Perciò non vuole che questo possa accadere a Betty.
C’è Richard che non riesce ancora a processare la morte della sua Sponsor e che conferma le mie paure. Da quando la donna è passata a miglior vita, non frequenta più gli incontri degli alcolisti anonimi perché gli ricordano che ormai lei non c’è più. Avevo capito qualcosa andava storta e temevo che questo momento potesse arrivare. Speriamo solo che, dopo aver lasciato gli incontri degli alcolisti anonimi, non decida di lasciarsi alle spalle anche gli anni di sacrifici fatti per rimanere sobrio. Sarebbe una gran delusione se cedesse. Da Richard Webber mi aspetto di più.
Anche Maggie fa i conti con un lutto. Nel giorno dei morti ricorda sua madre che, malata di cancro, è morta nella tredicesima stagione. Maggie non è disposta ad affrontare questo tema, non subito almeno. Solo alla fine dell’episodio riesce ad aprirsi, dopo che Jackson le regala i garofani d’India. Purtroppo, però, nonostante questo trauma, non riesco a provare empatia per lei. Mi sembra che cerchi solo motivi per lagnarsi. Ogni episodio ce n’è una nuova. Prima c’è stata la questione di Owen e Amelia, poi la fuga e il ritorno di Jackson e adesso questo. Per non parlare di tutte le dimostrazioni di immaturità che ci ha dato nelle precedenti stagioni di Grey’s Anatomy.
Infine c’è lei, Meredith Grey. Ed è il personaggio che più di tutti ha a che fare con i lutti e la morte. Durante l’episodio riceve la triste notizia che un’altra persona della sua famiglia sta morendo. Questa volta tocca a suo padre, Thatcher Grey, l’uomo che non è mai stato suo padre se non quando Lexie glielo ricordava. Per tutta la puntata non fa altro che tormentarsi perché indecisa se andare a trovare suo padre sul letto di morte oppure no. E non possiamo biasimarla perché tutto ciò che fatto quell’uomo per lei è stato prenderle un pezzo di fegato. Come dice la stessa Meredith, dopo la morte di Lexie è sparito.
Sapevo che in questa puntata di Grey’s Anatomy ci sarebbe stato un tributo a tutti i morti della serie, ma devo dire che non so se mi è piaciuto. Ok, era perfettamente coerente con l’episodio e con il momento in cui Meredith si fa spiegare dalla nonna della ragazzina messicana il senso della festa dei morti, ma non mi ha convinto.
E non mi ha convinto perché le apparizioni dei defunti sembravano il frutto di una mano inesperta. Qualcuno ha ritagliato malissimo i personaggi da scene del passato e li ha incollati in questa puntata di Grey’s Anatomy. Non so come spiegarlo meglio, ma erano proprio brutti da vedere, soprattutto “gli spiriti” di Derek e Mark. Sembravano il lavoro di un dodicenne che smanetta con Paint e MovieMaker. Ecco le prove:
Nonostante questo, vedere George O’Malley, Lexie Grey, Doc il cane, Ellis Grey, Mark Sloan e Derek Shepherd è stato emozionante. Soprattutto dopo che la nonna della paziente spiega che durante il giorno dei morti, i morti tornano a trovare i vivi. Se solo avessero trovato un modo per integrare meglio queste “apparizioni”, sarebbe stato meglio.
Per tutto il resto l’episodio mi è piaciuto. Non credevo che questa stagione avesse ancora la possibilità di rifarsi eppure oggi mi sono ricreduta. Speriamo non sia l’unica puntata decente in tutta la stagione.
Anche per questa settimana è tutto, alla prossima
Halleloo!
P.S. Quanto è bello e dolce il dottor Link?!