È certamente un episodio pieno di tristezza quello di Grey’s Anatomy (qui la recensione della 16×01) di questa settimana. Un episodio che fa riflettere sul significato di famiglia. Una puntata che trasmette una malinconia e un dolore immenso che, inevitabilmente, diventa tutt’uno con lo spettatore.
Ma non c’è solo questo, prima di addentrarci più approfonditamente nelle dinamiche del settimo episodio della sedicesima stagione, c’è un’altra questione che bisogna trattare: avevo intenzione di intitolare questa recensione Che schifo Owen Hunt, ma sarebbe stata una mancanza di rispetto per una delle storie che, finora, mi hanno toccato di più, quella di Sabi Webber.
Perché avrei voluto intitolare questa recensione così? La risposta è semplice, perché Owen Hunt mi ha stancato. Non fa altro che fare schifo. Per cinque secondi si comporta da essere umano e per il resto della puntata mi fa venire voglia di prenderlo ripetutamente a schiaffi in faccia. Non so quale problema si annidi nel suo cervello, ma lo sta corrodendo e arrivati a questo punto mi sento sempre più offesa da questo personaggio. Un personaggio sin dall’inizio problematico, ma che riusciva comunque a conquistarti. Uno di quelli che ti facevano anche tenerezza. Ha avuto dei momenti bellissimi e delle evoluzioni interessanti. Tutto questo fino alla prima rottura con Amelia Shepherd.
Credo che sia proprio il loro matrimonio a segnare l’inizio della sua discesa letale e disastrosa. Owen Hunt si è trasformato in un personaggio troppo polemico e noioso. Quella conversazione che hanno avuto sulle scale è stata poco dignitosa. Innanzitutto non capisco perché Amelia dovesse scusarsi e giustificarsi con Owen per aver deciso di avere un figlio. Quando stavano insieme non ne voleva, adesso ha cambiato idea e sta per avere un figlio con un altro uomo. Owen in tutto ciò non dovrebbe c’entrare nulla. Ha fatto bene ad avvisarlo perché condividono la custodia di Leo, ma non capisco perché debba giustificarsi. Perché debba perdere tempo a spiegargli che ha cambiato idea.
Stava andando tutto bene, finora. Amelia e Link ci regalavano momenti inestimabili e preziosi d’amore, Owen e Teddy vivevano felici e contenti con la loro famiglia del mulino bianco. Allora perché mischiare le carte ancora? Perché cercare di rovinare ancora di più un personaggio? Dopo questo episodio Owen Hunt per me non ha più un briciolo di senso. Dovrei sinceramente cominciare a pregare gli dei delle serie tv perché mi facciano un cambio di rossi. Do ut des. Io vi dò Owen e voi mi ridate April che – per citare Alessandra Amoroso – mi manca e mi sembra impossibile.
L’idea di una grande e allargata famiglia felice mi piaceva molto. Sono del parere che dove c’è amore c’è famiglia e, per qualche istante, prima che Owen cominciasse a parlare e a rovinare tutto, non vedevo l’ora di assistere alle dinamiche che si sarebbero create. Facendo un piccolo recap, Owen e Amelia stavano insieme, poi si sono lasciati e Owen è andato da Teddy. L’ha messa incinta ed è tornato da Amelia, ma non con Amelia, non ufficialmente almeno. Owen adotta Leo, figlio di Betty, presa in custodia dai Amelia che al mercato mio padre comprò. Poi nacque Alison, figlia di Teddy e di Owen, sorella di Leo figlio biologico di Betty, ma più suo fratello. E infine la notizia del baby Lincoln-Shepherd che diventerà fratello di Leo, Alison e Betty, ma figlio di Amelia e Atticus.
Una famiglia così non l’abbiamo vista nemmeno nei Cesaroni. E non vedevo l’ora di vederli tutti assieme. Ora come ora, invece, sarà anche per paura che gli sceneggiatori di Grey’s Anatomy cerchino di resuscitare l’Omelia, non ne ho più tanta voglia. Ed è tutta colpa di Owen Hunt. Perciò sì, fai schifo Owen!
È giunto il momento di parlare di un’altra famiglia, quella famiglia che in questa puntata di Grey’s Anatomy ci spezza il cuore: la famiglia Webber. Sin dal primo istante in cui Sabi Webber fa la sua comparsa al Grey-Sloan Memorial, me ne sono innamorata. Sabi è la versione migliore di Maggie Pierce. È divertente, è allegra, è un piacere starla a guardare e stare a sentirla parlare. Cosa che con la Pierce accade di raro, raro quanto trovare la gallina dalle uova d’oro, prove dell’esistenza del mostro di Loch Ness e ricevere effettivamente aiuto dalla segreteria studenti dell’università. La somiglianza tra le due è spaventosa ed è spiegata dal fatto che funny fact: l’attrice che ha interpretato Sabi Webber è, in realtà, la sorella di Kelly McCreary, Crystal McCreary.
Per la prima parte dell’episodio c’è la conoscenza. La Pierce che scopre di avere dei parenti e che entra sempre più in confidenza, con non poco imbarazzo, con la cugina. Man mano che l’episodio procede le vediamo andare d’accordo e discutere di ciò che hanno in comune. E, come puntualizzano loro stesse, a volte ci sembrano anche gemelle. Una conoscenza che sicuramente avrei voluto approfondire, anche perché Sabi sarebbe stata la ventata di aria fresca di cui aveva bisogno Maggie. Qualcuno che l’avrebbe fatta distrarre dalla sua disastrosa vita sentimentale e che, a differenza delle sorelle, avrebbe potuto portarle un po’ di leggerezza conducendola lontana dai drammi.
Il significato di famiglia viene stravolto in questo episodio di Grey’s Anatomy e ci viene posto un interrogativo interessante: cos’è la famiglia? Cosa reputiamo noi famiglia? Ci viene chiesto più volte nel corso della puntata. E lo capiamo solo alla fine cos’è la famiglia, forse. La famiglia è quel posto in cui sei libero di essere te stesso? È quel posto in cui c’è gente che tiene e vuole solo il meglio per te? Può essere famiglia qualcuno col tuo stesso sangue, ma che non hai mai visto prima? È famiglia quella grande, caotica e disfunzionale che ti mette costantemente sotto esame? La famiglia è necessariamente data da un legame biologico? Cos’è la famiglia?
La famiglia è Meredith Grey che con la sua sorellastra e sua cognata cresce i suoi tre figli. È Richard Webber che non parla con i suoi fratelli da più di cinque anni, ma che è disposto a scalare i più insidiosi ostacoli per loro. La famiglia è Amelia Shepherd, Atticus Lincoln, il loro bambino, Betty, Leo, Owen (purtroppo), Teddy e Alison. È volersi bene nonostante tutto, nonostante le incomprensioni, le liti e i legami sentimentali o biologici.
Questo ce lo dimostra Maggie nel secondo in cui non riesce a salvare la vita di sua cugina che conosce solo da ore, la stessa che aveva insistito ad operare perché sicura che non ci fosse nessun tipo di legame affettivo tra loro perché si conoscevano da troppo poco tempo, ma che realizza di essersi sbagliata nell’istante in cui si arriva al triste epilogo: Sabi muore sotto le sue mani in sala operatoria e spetta a lei dare la brutta notizia alla famiglia. La stessa Maggie che apre quella fotografia che solo qualche ora prima aveva scattato sua cugina guardandola con le lacrime agli occhi. E, in quell’istante, ci spezza il cuore.
Insomma, ma cos’è allora la famiglia? È un concetto non riducibile ad una sola interpretazione. Ecco cos’è. La famiglia è diversa per ciascuno di noi, non si può ridurre ad un unica definizione perché ognuna è diversa dall’altra. La morte di Sabi, nello specifico, è stata straziante. Soprattutto dopo i ricordi condivisi da Richard e Chris che, proprio mentre parlavano di lei, hanno messo da parte le divergente dimenticandosi di tutti i problemi, di tutte le incomprensioni per un secondo. Avrei voluto conoscere meglio questo personaggio e la storia familiare di Webber, ma purtroppo non sarà possibile.
Questo episodio di Grey’s Anatomy nel complesso, e cancellando Owen Hunt, mi è piaciuto. È stato divertente, ma anche profondo, amaro, malinconico e triste. Spero di vedere altre puntate del genere, magari senza ulteriori morti.
Per questa settimana è tutto, alla prossima, halleloo!