Bentornati con la recensione della 16×17 di Grey’s Anatomy. Finalmente è arrivato il momento che tanto aspettavamo: è stata rivelata l’identità del padre del figlio di Amelia Shepherd.
Premetto che l’intero episodio mi è piaciuto particolarmente. L’apertura diversa del solito skyline di Seattle ha dato un tocco di originalità all’episodio. Sì, è stato fatto altre volte, ma ho apprezzato il cambiamento nella fotografia. Era più dinamica rispetto a quella statica a cui siamo abituati. La scelta di aprire su Jo e Link alla fermata del treno non solo ha dato un tocco di freschezza alla scena d’apertura, ma si è posta in contrasto con la staticità del carpool che solitamente Jo faceva assieme ad Alex.
L’idea, inoltre, di rendere i due ragazzini che amoreggiano sui binari alla fermata i loro pazienti una volta arrivati in ospedale, l’ho trovata davvero interessante e sicuramente vincente. È un ciclo perfetto che culmina con il raggiungimento di un’importante consapevolezza da parte della Wilson. I ragazzini fungono da specchio per la dottoressa. Partiamo da una situazione di intolleranza del medico e del suo collega nei confronti dei due innamorati. C’è una visione pessimistica dell’amore che è coerente con gli sviluppi dello scorso episodio, legati all’addio di Alex Karev.
Dopodiché c’è l’incidente, i due ragazzini innamorati che vengono separati da una fatalità e il loro arrivo in ospedale alimenta la visione pessimistica di Jo. Da lì passiamo all’incertezza del sentimento della ragazza nei confronti del fidanzato. Ennesimo elemento che dovrebbe portare la Wilson a gongolare sulla questione, considerando che dovrebbe essere la prova schiacciante a conferma della sua tesi: l’amore, prima o poi, finisce e perciò fa schifo. Ma, invece, Jo comincia a cambiare leggermente. Non la sentiamo più dilettarsi in commenti e battute – seppure esilaranti e divertenti – poco carine nei confronti degli sfortunati amanti.
Sta cambiando. Ma in cosa esattamente? La percezione che ha dell’amore muta. Cambia nel momento in cui Link sembra arrendersi alla sua visione. Le dà ragione. E, in quell’istante, avviene ciò che non ci aspettiamo. Nonostante sia stata appena lasciata da suo marito tramite una lettera, Jo raggiunge una consapevolezza inaspettata. È una consapevolezza positiva, che differisce assai dalle sue affermazioni iniziali. Finisce addirittura per ringraziare Alex che, per la prima volta, l’ha fatta sentire degna di essere amata.
Perciò congratulazioni Jo Wilson, sei cresciuta e non riesco più a detestarti come facevo una volta. E congratulazioni Grey’s Anatomy per aver finalmente mandato un messaggio interessante: indipendentemente dal risultato di una relazione, l’amore che abbiamo ricevuto rimane. E ce lo siamo guadagnati, ogni singolo granello, anche se adesso non c’è più. Questa è l’ennesima prova che nonostante sedici stagioni, ci sono ancora persone in grado di scrivere degli episodi decenti. Peccato poi che la mano distruttrice delle showrunner rovini quel poco di buono che c’è. Sì Krista Vernoff, parlo proprio di te.
Passiamo adesso ad Andrew DeLuca che, diversamente dalla sua meravigliosa sorella Carina, non sta facendo propriamente una bella figura. Non lo sopporto. Sta diventando più odioso di Maggie Pierce che è estremamente egocentrica e non sa tenere i segreti. DeLuca è chiaramente in preda ad una psicosi e sta diventando pericoloso. Deve essere aiutato. Quando ci ha provato con la Wilson al bar, oltre che essere risultato disgustoso, è stato anche inappropriato. Jo è stata fin troppo gentile a gettargli addosso il drink e a consigliargli di vedere un medico. Io, probabilmente, l’avrei preso a sberle solo per aver tentato di toccarmi la spallina.
Il suo personaggio sta avendo una degenerazione catastrofica. È un treno senza freni che inevitabilmente andrà a scontrarsi contro qualcosa. E, da quello scontro, non uscirà nulla di buono. Al momento è nella lista dei personaggi di Grey’s Anatomy che vorrei andassero via, subito dopo Owen Hunt e prima di Maggie Pierce, che slitta in terza posizione.
Mi dispiace per la decisione presa da Richard Webber (qui le dichiarazioni dell’interprete in merito alla sedicesima stagione) di ritirarsi dalla chirurgia, ma la comprendo e penso sia più che giusta. Sa di non essere più capace di operare. Spero vivamente che cerchi di capire cosa provochi quel suo fastidioso tremolio. È giunta la fine di un’era.
Ho adorato la reazione di Miranda Bailey e quella riflessione che ha fatto ad alta voce su quand’era al primo anno di specializzazione, del suo desiderio di essere l’unica a restare. Desiderio che è riuscita a realizzare e che, adesso, però, non sembra così tanto appagante come credeva. Tutti vanno via. Callie è tra quelli che se ne vanno e ammeto che, quando ha nominato Torres, il mio cuore ha saltato un battito. Ci manchi Callie. Ora è il turno di Richard, andrà via anche lui e Miranda non riesce proprio a capire perché.
La storia di Owen e Teddy vorrei trovarla interessante, ma proprio non ce la faccio. Nella recensione della 3×08 di Station 19 (che potete leggere qui) mi stavo lamentando dell’ossessione della Vernoff per i triangoli amorosi. Beh, è la stessa storia anche in Grey’s Anatomy. Sono stufa dei triangoli. In questo episodio non solo si cerca di riportare in vita il triangolo Teddy, Owen, Amelia all’insaputa di quest’ultima. Ma lo si vuole addirittura trasformare in un pentagono imbarazzante che coinvolge anche Lincoln e Koracick. E non fatemi nemmeno cominciare a parlare di Jackson e tutta quella storia riguardo Hughes e Miller. Terribile. Terribile. Terribile. Basta con i triangoli!
In merito a Jackson sento di avere l’obbligo morale di dire l’ovvio: Jackson non è capace di stare con qualcuno. Non è riuscito a tenersi neppure la meravigliosa Victoria Hughes. Perciò è meglio che si faccia un piccolo esame di coscienza e realizzi quello che io ho sempre saputo: l’unica persona per lui era, è e sempre sarà April Kepner.
Cerchi un modo alla Alex per andarsene o sparire e finire in una fattoria a giocare alla famiglia del mulino bianco con la Kepner. Noi Japril shipper avremo il lieto fine che meritiamo. E poi, se abbiamo resuscitato la coppia Izzie-Alex possiamo fare tutto, anche resuscitare Derek Shepherd.
Mi è piaciuta molto la storia del miliardario che occupa un intero piano e che pone Koracick davanti a un dubbio etico davvero difficile da risolvere. Nonostante non abbia nessuna condizione clinica grave, per salvare la sua reputazione ha bisogno che gliene venga diagnosticata una. In cambio di donazioni generose all’ospedale, vuole che Tom falsifichi la sua diagnosi per evitare il carcere. Le sue donazioni potrebbero aiutare molte persone, soprattutto quelle che – come la paziente di Meredith – non possono permettersi farmaci indispensabili per la loro sopravvivenza e finiscono inevitabilmente sul tavolo freddo di un obitorio.
Non so cosa avrei fatto io nei suoi panni e non so cosa avrebbe fatto Meredith considerando che Koracick ha chiesto il suo consiglio. Ma sono convinta che gli ci sia voluto molto coraggio a falsificare quella diagnosi per poter ricevere il denaro necessario per aiutare, almeno in piccola parte, chiunque arrivi al Grey-Sloan Memorial. Tom può sembrare cattivo, ma in realtà è il contrario. Il suo è un meccanismo di autodifesa. La vita non è stata gentile con lui e lo sappiamo bene, perciò lo considero uno dei personaggi più interessanti attualmente presenti in Grey’s Anatomy.
E, per concludere, parliamo di loro: gli Amelink. O meglio, dei miei amati Amelink. Finalmente Amelia Shepherd ha avuto una gioia. Dopo un periodo di incertezza e dubbio Link ha fatto pace col cervello e ha realizzato, anche grazie all’aiuto di Jo, di amare Amelia e il suo bambino indipendentemente da chi sarà il padre biologico di quella creatura. Lo vediamo fare avanti e indietro davanti a casa Grey-Shepherd-Pierce con in mano una chitarra durante un temporale.
Lo ascoltiamo lanciarsi senza paura in una dolcissima dichiarazione d’amore in pieno stile romanzetto Harmony. Ed è impossibile non commuoversi quando la Shepherd, dopo averlo baciato, gli annuncia il risultato del test del DNA. È lui il padre del bambino che porta in grembo. E su queste note dolci, risorge la mia speranza in un lieto fine per la Shepherd più complessa e sfortunata di tutti.
Per questa settimana è tutto, alla prossima, halleloo!