Bentornati all’appuntamento con le recensioni di Grey’s Anatomy, questo Beautiful shondalandiano, questo interminabile esperimento sociale mirato a testare la nostra pazienza e la nostra resistenza al pari dei programmi spazzatura della signora BdU. In questo episodio, al centro dell’attenzione c’è stata la coppia Maggie-Winston e un nuovo inaspettato personaggio che i fedelissimi dell’universo di Shondaland avranno sicuramente riconosciuto. Si sa che alla Rhimes piace riciclare gli attori un po’ come fa il suo co-sovrano seriale Ryan Murphy e questo è anche uno dei motivi per cui l’amiamo follemente.
Sì, perché al Grey-Sloan Memorial e in Grey’s Anatomy è arrivato il fratello del dottor Ndugu proprio in un momento particolare per il medico: sta per effettuare un’importante intervento chirurgico su una ragazzina che – a causa della sua condizione e delle poche possibilità economiche di ricevere un trattamento sanitario adeguato alle sue esigenze – è diventata famosa con tutta la sua famiglia online riuscendo non solo a raccogliere fondi per la sua causa, ma anche a sensibilizzare sul tema.
L’unica speranza della ragazzina è proprio l’intraprendenza, la genialità e la bravura della dottoressa Pierce e ovviamente del suo collega nonché marito Winston. Quando si dice “tutto in famiglia“. Per onestà intellettuale devo far seguire questa battuta il seguente commento, ovvero che il dottor Ndugu – in realtà – è un ottimo medico e si merita il posto che ha ottenuto anche per diritto matrimoniale, ecco.
E proprio mentre sti due si preparano a un intervento rivoluzionario, pericolosissimo e quasi fantascientifico – roba che finiscono per tagliare il cuore della paziente in due e altre interessanti rivoluzioni mediche che riescono bene solo in Grey’s Anatomy e se fossimo già in The Resident riuscirebbero solo al dottor Austin mentre agli altri avrebbero portato a casa solo una denuncia per negligenza e dio solo chissà cos’altro in attesa che Conrad salvasse la giornata – piomba a Seattle questo bono da sogno, che i fan di How to Get Away With Murder ricorderanno sicuramente perché prestava il volto a Gabriel Maddox, e che a quanto pare vuole riallacciare i rapporti col fratello.
Ora, è strano che questo piombi lì all’improvviso e che la sua presenza provochi quella sensazione di sospetto che prova Aurora Teagarden all’inizio di ogni suo film che danno di solito all’ora di pranzo o nella programmazione notturna di Paramount Channel o forse era La 7d. La situazione puzza fin troppo di bruciato e non ci vuole molto perché venga fuori che il tipo sì, è venuto a trovare il fratello e a provare a ristabilire un rapporto con lui, ma è anche vero che di mestiere fa il rappresentante – guarda caso – di attrezzature mediche e la sua presenza sembra sempre più sospetta. Perché, chiedo già scusa in anticipo a chi là fuori fa il mestiere di rappresentante, ma quando qualcuno fa questo lavoro c’è sempre il sospetto che sul più bello provi a rifilarti un’aspirapolvere, un set di trucchi, pentole, profumi, materassi e anche di robot da cucina o addirittura un abbonamento alle edizioni di libri religiosi per ragazzi della casa editrice San Paolo.
Detto in maniera più chiara possibile i rappresentanti sono i testimoni di Geova del lavoro che cerchi di schivare come: la peste, il covid, le malattie sessualmente trasmissibili e chi comincia le frasi con “non sono razzista/omofobo/misogino, ma”, “ma” un c***o Piero, muto. Chi dice il contrario mente o è mia zia che pur di aver contatti con il mondo esterno, dai rappresentanti ha comprato l’ingresso platinum in uno Schema Ponzi e anche un visore display eliminacode a 2 cifre rosso con radiocomando wireless senza fili per la gestione delle code che ha prontamente messo fuori dalla porta di casa nonostante sia costantemente fermo a 2 da quando sono andata a farle gli auguri di Natale con mio fratello e se io avevo l’1, il 2 ce l’aveva lui.
Ma torniamo a noi e a Winston e famiglia. In questo clima di sospetto, Ndugu che non è mica scemo, ma sicuramente ha un pessimo tempismo riesce a: esporre i suoi sospetti al fratello che risultano fondati dato che ha tentato di vendere oltre alle attrezzature mediche sicuramente anche le pentole in acciaio inox di Giorgio Mastrota al povero Hunt, già malmesso per via dell’incidente e che per puro caso si è ritrovato a vincere il premio Capo dell’ospedale per un giorno visto che la meravigliosa Miranda aveva bisogno di una meritatissima pausa, ma che comunque non ha un minimo di autorità; riesce quasi a rovinare l’operazione della ragazzina, rendendo nervosa Maggie, ma si salva in calcio d’angolo con un meraviglioso incoraggiamento a quest’ultima sul finale e riesce allo stesso tempo a risanare una ferita del passato che gli permette di dare una possibilità a suo fratello.
Praticamente l’intero episodio l’hanno portato sulle spalle i fratelli Ndugu, in parte anche Maggie e Miranda Bailey che nel suo giorno di divertimento ci ricorda che stiamo guardando Grey’s Anatomy e la fregatura è sempre dietro l’angolo, per evitare di dirlo nel modo colorito che il mio cervello mi suggerisce. Sì, perché nel momento più alto di gioia di questa donna che nell’ultimo periodo ne sta passando una dopo l’altra, arriva la felice *inserire ironia qui* comunicazione che qualcuno ha sporto un reclamo al dipartimento di controllo blablabla dei programmi di specializzazione riguardo il programma di specializzazione del Grey-Sloan.
E qui, ok dovremmo odiare chi ha sporto il reclamo, ma era pure ora ragazzi miei. Cioè, stiamo parlando di una serie eppure avrei così tanta voglia pure io di sporgere un reclamo formale al dipartimento dei programmi, non solo di specializzazione, ma anche quello dei programmi televisivi perché proprio basta Grey’s Anatomy vi prego e basta con sti quattro ragazzetti che fanno ciò che gli pare e rispondono all’autorità di assolutamente nessuno mentre vengono guidati e istruiti da assolutamente nessun altro dato che gli strutturati cercano di evitarli come i rappresentanti/testimoni di Geova di cui parlavamo prima. Insomma, basta, chiudere tutto Shonda, chiudere.
E mentre attendiamo il risultato di questa ispezione che potrebbe chiudere per sempre il programma di specializzazione del Grey-Sloan Memorial, prego i santi e le divinità della serialità televisiva perché intervengano sulle decisioni di Shonda Rhimes, della ABC, ma anche del resto dell’alfabeto ed Ellen Pompeo perché applichino finalmente l’eutanasia su Grey’s Anatomy e che liberino noi e questa serie dalla sofferenza in cui ormai da un decennio e a fatica si trascina e ci trascina, ma da cui non c’è possibilità di ripresa. Niente, zero, nada de nada. Perciò Shonda, ti prego, liberaci da questo male, amen.
P.S. potrei abituarmi a non avere costantemente Merdith Grey tra i piedi.