Bentornati all’appuntamento settimanale con la recensione del nuovo episodio di Grey’s Anatomy che potrete vedere su Disney+ molto presto. Anche questa volta, devo dire con mia grande sorpresa, la puntata mi è piaciuta. Non ho avuto quella voglia impellente di andare avanti veloce o di saltare intere scene per la noia. No, questa volta mi sono divertita e ho riso un sacco. Non come per la puntata di Station 19, sia chiaro, ma comunque tanto. Non ho pensato a tutti i buchi di trama che negli anni mi hanno snervato, no, mi sono divertita, genuinamente divertita.
Ma andiamo per gradi. Continuo a trovare delle similitudini, anzi dei veri e propri tributi alle passate stagioni di Grey’s Anatomy e non vengono fatti in modo da risultare fastidiosi scopiazzamenti, no, sono effettivamente piacevoli. Per esempio, nell’episodio di questa settimana c’è stato quello che mi piace chiamare il momento Katie Bryce. Abbiamo il gruppo di specializzandi alle prese con un caso molto particolare che mette in crisi tutti, addirittura gli stessi Meredith Grey e Richard Webber. E proprio perché nessuno sembra riuscire a capire e dunque a diagnosticare cos’abbia il paziente che altri non è che Luke di Modern Family, Meredith dice a Millin e a Griffin di andare in biblioteca a cercare una soluzione spingendole così alla collaborazione.
Abbiamo una scena in biblioteca. Ci sono prima le due che in un momento ricordano proprio Meredith Grey e Cristina Yang ai loro tempi e subito dopo vengono raggiunte dal resto degli specializzandi. Ecco, io in questo ci ho rivisto molto quell’approccio che Shonda aveva con Grey’s Anatomy delle prime stagioni. C’è proprio quel senso di ritorno alle origini, un tentativo forse di riportare questa serie ad essere un medical drama e non una soap opera e finora, devo ammetterlo, ci stanno riuscendo alla perfezione. Perciò grazie sceneggiatori e grazie Disney+.
Un altro momento che mi ha sbloccato un ricordo del passato è Schmidt che entra in quello che una volta era il bar di Joe e ci rivela Helm come barista. Helm ha appeso lo stetoscopio e il camice al chiodo e fa la barista vivendo in questa calma zen (sicuramente apparente) che chi vi ricorda? Chi? Sì, esatto, Cristina Yang. Chiaramente la Yang ha poi ritrovato la strada verso la chirurgia e non sappiamo se Helm farà lo stesso, ma nel frattempo, mi auguro sia così perché aveva sicuramente molto potenziale come personaggio e poi diciamocelo: Schmidt ha bisogno di una mano o impazzirà.
Il che mi porta al prossimo argomento, il nuovo capo degli specializzandi più amati dei medical drama. Levi Schmidt su cui in origine non avremmo scommesso un euro e forse nemmeno cinquanta centesimi, è diventato veramente straordinario. Si fa in mille pezzi per essere ovunque ci sia bisogno, nel frattempo mostra anche una certa attitudine a fare il capo con l’atteggiamento da str*nzo che di certo non mi sarei aspettata da lui. Perciò molto bene Levi, molto molto bene.
Andiamo avanti e parliamo del mio argomento preferito del nuovo Grey’s Anatomy che potremmo definire un Grey’s 2.0 o addirittura un Grey’s Anatomy revival perché lasciate che ve lo dica io non mi aspettavo proprio questa piega interessante. Una persona saggia mi ha detto “quando ormai non ti aspetti più assolutamente niente, quel poco che arriva ti sembra fighissimo” e forse è proprio per questo, ma sto amando questa diciannovesima stagione e non credevo sarebbe stato possibile. Il merito di tanto amore è degli specializzandi ovviamente.
La nuova classe di specializzandi è proprio stupenda. Sono così inconsapevoli, così determinati, ma spaventati, così imperfetti e io li amo. Li amo un sacco perché sono la ventata di aria fresca che serviva a questa serie. Prendete il siparietto di Adams che non vuole far sapere delle sue parentele e che crea l’equivoco della relazione con Amelia Shepherd che è sua zia. Imbarazzante? Certo, ma tremendamente divertente. Ho riso tanto, ma tanto. Oppure prendiamo Yasuda. La sua personalità è tra le più interessanti e allo stesso esilaranti di tutta la serie. Il siparietto del furgoncino in cui abita, ogni sua battuta nel corso degli episodi sono stupendi.
Una delle dinamiche che mi sta interessando molto che riguarda gli strutturati e due personaggi per cui non nutro molta simpatia è quella che coinvolge Owen e Teddy. Li trovo assolutamente esilaranti. Si detestano, ma si amano e guardarli stuzzicarsi e litigare è una delizia. Addirittura Hunt è diventato divertente. La scena finale in cui chiede disperatamente a Marsh di assumerlo per insegnare ai ragazzi è oro puro. Non riuscivo a smettere di ridere di credere che stessi ridendo proprio per Owen Hunt, il personaggio per natura più noioso e fastidioso che Grey’s Anatomy abbia potuto sfornare dopo Erica Hahn e la Minnik o comunque uno dei più odiosi di tutti i medical drama.
Il caso a cui hanno partecipato poi è stato surreale, ma veramente divertente. Abbiamo avuto in precedenza il caso della pistola nella vagina, il cellulare nel culo non poteva mancare. E finalmente i casi tornano ad essere rilevanti. Un aspetto che invece nelle precedenti stagioni era stato archiviato al punto da diventare solo contorno, cosa che mi faceva imbestialire perché cavolo, stiamo parlando di un medical, i casi clinici dovrebbero essere centrali.
Mi è piaciuta molto anche la costruzione della dinamica tra Miranda e Jo. È chiaro che la prima non sia ancora pronta a tornare al lavoro, ma che allo stesso tempo non riesca a non preoccuparsi per ciò che accade al Grey-Sloan Memorial. Non avrei mai pensato di poter trovare interessante la dinamica tra di loro. Sostanzialmente sono personaggi diametralmente opposti che faccio anche fatica a ricordare assieme in momenti rilevanti di Grey’s Anatomy. Molto probabilmente non ne hanno mai condivisi. Detto questo, scoprire e inoltrarci in questo terreno inesplorato e nuovo che è la loro nuova amicizia, è interessante. Sono genuinamente interessata dalle dinamiche che potrebbero mettere in modo.
Idem per la dinamiche Meredith-Nick. Chi ha seguito le recensioni dell’anno scorso, ha sicuramente capito che a me questa storia d’amore piaceva come piace ai bambini farsi fare le punture o ingerire schifosi sciroppi che dovrebbero essere al gusto frutta, ma che in realtà hanno lo stesso sapore del veleno caustico. Ecco, per me erano repellenti, ma quest’anno mi ritrovo in una posizione totalmente diversa. Si può dire che mi sono ricreduta. Vedo una Meredith Grey coinvolta e forse mi rendo conto solo adesso di quanto questo aspetto mi mancasse. Allo stesso modo, aver conosciuto meglio Nick mi ha fatto rendere conto che effettivamente è un bel personaggio e quindi può essere quello giusto per Meredith.
Ciò che l’anno scorso proprio non mi convinceva era al fretta con cui questa storia d’amore si era creata, come se volessero a tutti i costi trovare un pretesto per liberarsi di Meredith e Nick fosse il mezzo giusto per farlo. Ero profondamente irritata da questo, mentre adesso mi stanno dando tutto il tempo di conoscerlo, di vedere crescere questa storia d’amore che inevitabilmente si trova a dover ripartire non da zero, ma sicuramente – in qualche forma – dall’inizio. I presupposti sono diversi, il Minnesota è fuori dai giochi (per fortuna), non c’è questo continuo spostarsi da una parte all’altra e non recano irritazione e ansie all’80% dei personaggi, soprattutto Miranda dato che l’anno scorso per poco non le è venuto un altro infarto.
Detto questo e prima di lasciarvi, voglio passare brevemente a Maggie e Winston. Non capivo cosa stesse succedendo tra loro e francamente quando nell’episodio di questa settimana del medical drama di punta di Disney+ hanno scoperto le carte in tavola, mi è rimasto un po’ di amaro in bocca, una sorta di insoddisfazione. In sintesi quello che è successo è che Maggie reputa talmente bravo Winston da fargli fare praticamente il suo servetto? Strano, non convincente, un po’ stupido se chiedete a me.
È che Maggie ha sempre questo egocentrismo latente che non vede l’ora di emergere e sinceramente io penso che sia tutto ricollegabile a questa caratterizzazione del personaggio che proprio non gradisco.
Che dire, non mi aspettavo di essere così presa dalla nuova stagione di Grey’s Anatomy. Ero sicura che il medical drama di Disney+ e la sua Meredith Grey avessero esaurito tutti i possibili sviluppi e non ci fosse modo per risvegliare l’entusiasmo del pubblico e – invece – con mia grande sorpresa devo ammettere che mi sbagliavo. E io, raramente sbaglio. Sono del toro, il fatto che abbia ragione è praticamente scritto nelle stelle. Un fardello pesante da portare, ma qualcuno deve pur farlo.
E dopo questa piccolissima e inutilissima deviazione astrale egoriferita, vi saluto entusiasta di vedere il prossimo episodio di questa serie tv che in Italia si potrà vedere su Disney+. Chi l’avrebbe mai detto!
P.S. il momento in cui Zola scoppia a piangere durante la presentazione parlando dell’Alzheimer di Ellis potrebbe riaprire una vecchia storyline interessante: quella di Meredith e dei suoi tentativi di trovare una cura o comunque un trattamento per questa malattia. Sono proprio curiosa di sapere come si evolverà.