Bentornati all’appuntamento settimanale con la recensione di Grey’s Anatomy. Questa settimana, trattandosi della settimana che precede la festa di Halloween, l’episodio è girato in maniera davvero leggera attorno a questa festività. Dico leggera perché di solito nei medical drama siamo abituati a vedere casi assurdi e quanta più stranezza possibile negli episodi festivi, eppure ‘sta volta, le cose più strane che abbiamo visto con Halloween c’entravano relativamente poco.
Innanzitutto è il primo Halloween in cui gli specializzandi li mandano a giocare a taglia la zucca. Strano, estremamente inusuale. Se pensiamo al fatto che l’intero sistema di sopravvivenza del Grey-Sloan Memorial da quand’era ancora il Seattle Grace si basava sullo sfruttamento continuo degli specializzandi e sulla loro esclusione da qualunque tipo di diritto umano, è sicuramente un passo in avanti, ma bisogna ammettere che è anche piuttosto strano e spaventoso, sì perché vuol dire che Grey’s Anatomy sta cambiando veramente, Grey’s Anatomy si sta evolvendo e francamente a me piace da morire.
Un’altra cosa strana, ma più che strana forse solo inusuale per gli spettatori (come me) che di medicina sanno tanto quanto i medical drama raccontano, è stato il classico test per mettere sotto pressione gli specializzandi, quello che Hunt faceva nel parcheggio e di cui la mia amata April Kepner fu l’eroina e la vincitrice suprema. Quel test che è stato sostituito da qualcosa di molto simile ma su un vero cadavere… anzi, due veri cadaveri. Una cosa che lì per lì mi ha fatto incuriosire parecchio e devo ammettere, alla fine si è rivelata anche azzeccata.
Se penso alla scena in cui Miranda Bailey vestita da suprema Principessa Leia Organa, ma – e qui è giusto specificare perché io e Miranda ci teniamo – anche Senatrice e Generale Leia Organa entra nella stanza con la piccola Pru vestita da Ewok e c’è un’inquadratura degli specializzandi che si voltano verso di loro come mostri affamati mentre hanno le mani letteralmente in un corpo e gli occhi fuori dalle orbite, me la sono fatta sotto dalle risate. La tipica inquadratura che si usa per gli horror, quella che avremmo visto in Stranger Things con i Democani, ma rifatta dagli specializzandi? Geniale, divertente, meraviglioso.
E proprio rimanendo in tema specializzandi, non posso non soffermarmi un attimo su uno di loro a cui mi sto affezionando terribilmente e che sapevo fin dal primo istante che aveva qualcosa di irresistibile e che mi avrebbe conquistata: parlo ovviamente di Adams. Lucas Adams su cui nessuno scommetterebbe un euro e ci credo, sembra sempre distratto, superficiale, ma nel suo piccolo è geniale. Lucas che è – come ha giustamente osservato Meredith Grey nel primo episodio di questa stagione – un piccolo Amelia Shepherd che deve solo trovare la sua strada.
Si probabilmente finché non la troverà ne combinerà una dopo l’altra, ma francamente è proprio questo suo essere così imperfetto che me lo fa adorare. Se poi pensiamo che viene da una famiglia di medici geniali in cui è considerato un po’ la pecora nera, è proprio impossibile non volergli bene. Sarà la mia sindrome della crocerossina, sarà che è lo stesso identico percorso di Amelia, ma lo adoro.
Perciò quando ha risolto il caso vedendo il buco nell’aorta (penso, ma non ne sono certa) e ha concretamente scoperto il problema da risolvere per salvare il paziente e superare il test, non ho potuto che esultare come fossi allo stadio alla finale di Champions League e la mia squadra preferita avesse appena segnato. Quando poi ha chiesto e scelto di dividere il merito con tutti i suoi colleghi il mio cuore è esploso d’amore per lui. Da questo momento in poi mi dichiaro ufficialmente bimba di Lucas Adams.
È stato molto interessante anche il momento che hanno condiviso Griffin e Maggie Pierce. Shondaland da sempre crea programmi super inclusivi e non perde mai occasione per fare denuncia sociale e, anche in questa occasione, è riuscita a fare proprio questo. Griffin ha confidato a Maggie dei modi in cui è stata trattata nel vecchio ospedale e dei soprusi che ha dovuto subire e che l’hanno portata fino al punto di non riuscire a resistere e di crollare, spezzarsi e lasciarsi prendere dalla rabbia. Plausibile dopo i trattamenti sessisti e razzisti che ha dovuto sopportare.
E, in questo scambio, oltre a sottolineare quanto siano frequenti comportamenti del genere c’è un momento sincero di condivisione e soprattutto di comprensione, atteggiamento che non siamo abituati a vedere da parte degli strutturati verso gli specializzandi. E il bello di questo nuovo programma sta anche in questo, nell’abbandonare quei meccanismi tossici e sicuramente divertenti per noi spettatori a cui erano sottoposti i poveri studenti. Inoltre, soprattutto con il personaggio di Griffin stanno facendo un lavoro straordinario. Lei ha la storyline dell’Alzheimer della nonna, la morte della mamma alle spalle e adesso si aggiunge lo strato necessario e fondamentale del suo passato lavorativo che ci aiuta a comprendere meglio il suo personaggio e la sua figura.
Ottimo lavoro anche con la storyline di Link che adesso si ritrova ad avere sentimenti per la sua migliore amica e che sviluppa una certa vicinanza con Teddy. Non fraintendetemi non intendo una vicinanza romantica, quanto più amichevole. Entrambi sono o sono stati nella posizione di Link. Entrambi hanno avuto sentimenti per i propri migliori amici e se da un lato credevamo che la relazione tra Teddy e Owen fosse stata tanto travagliata perché destinati a finire insieme, le parole che la Altman rivolge a Link in questo episodio del medical drama di Disney+ ci fanno capire tutto l’opposto.
Teddy consiglia spassionatamente ad Atticus di farsi passare qualunque sentimento romantico abbia per Jo presentando come prove a favore della sua tesi la questione del rifugio. Owen era il suo rifugio nei momenti più difficili, adesso che è il suo partner quel rifugio non c’è più e (purtroppo) talvolta è proprio lui la causa di quei momenti difficili. Certo non tutte le esperienze sono uguali e mi auguro che quella di Jo e Link possa essere diversa da quella di Owen e Teddy.
Ma siccome le disgrazie non vengono mai da sole e i momenti strazianti non arrivano mai soli, quando una coppia in Grey’s Anatomy è in sofferenza, ce n’è sicuramente un’altra nei paraggi che è nello stesso stato. No, per la prima volta con la sfiga in amore non c’entra Meredith Grey. L’altra coppia che è in sofferenza è quella formata da Ndugu e Pierce. È chiaro che lui non riesca a sopportare che sua moglie sia il suo capo e questo – seppur faticando – possiamo accettarlo, ma mi dispiace un sacco che Winston debba cambiare specializzazione solo perché non riesce a concepire l’idea di essere subordinato a sua moglie Maggie Pierce. Quant’è fragile l’ego maschile.
È molto interessante anche la storyline di Zola. Zola che continua ad avere degli attacchi di panico e nel frattempo scopre di essere super intelligente. Se gestire gli attacchi di panico è qualcosa di estremamente difficile per un adulto, non ho la più pallida idea di quanto possa essere difficile per un bambino, a maggior ragione quando questo bambino è dotato di una straordinaria intelligenza che gli porta anche un’emotività più sviluppata, proprio come nel caso di Zola. Non vedo l’ora di scoprire dove ci condurrà questa storia e in che modo Meredith riuscirà a risolverla.
Che dire, gli episodi di questa stagione di Grey’s Anatomy stanno davvero risollevando il mio morale, incrocio le dita e prego perché continui così. Se continuiamo così non avremo proprio nulla da inserire nella lista dei peggiori episodi della serie.