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Grey’s Anatomy 19×16 – Il supporto di Addison

Grey's Anatomy
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Bentornati al nostro abituale appuntamento con la recensione di Grey’s Anatomy. Dopo una settimana di pausa, siamo tornati. Siamo tornati e dobbiamo affrontare un po’ di questioni. Innanzitutto è tornata Addison che non fa mai male, ma andiamo di pari passo.

Nella scorsa puntata Jo ha scoperto della sordità di Luna e si era spaventata – giustamente – perché temeva che questa sordità fosse causata da una problematica genetica e, essendo morta la madre biologica di Luna, temeva di non poter ricevere delucidazioni in merito o comunque di non sapere cosa aspettarsi. Per fortuna, in questa puntata del medical drama di Disney+ scopriamo che non è così, la sordità di Luna non ha una matrice genetica e questo risolleva l’umore della dottoressa le cui energie si erano focalizzate solo ed esclusivamente sul risolvere questa questione, com’è giusto che sia.

Grey's Anatomy
Chris Carmack e Camilla Luddington (640×360)

Solo che per noi (me) spettatori interessati molto alla questione romantica, questa nuova storyline andava a mettere in pausa o comunque ad allungare il brodo che ci avrebbe condotto alla creazione effettiva della coppia Link-Jo. In questo episodio li rivediamo tornare in carreggiata ed è stato effettivamente molto dolce il fatto che Link, da bravo cucciolone qual è, sia stato presente per Jo non solo in forma di potenziale interesse amoroso, ma soprattutto come amico, come migliore amico. È qualcosa che non bisogna sottovalutare. Spesso in Grey’s Anatomy alcuni rapporti si sono persi perché uno dei due partner, di fronte alle difficoltà o alle esigenze dell’altro metteva davanti sé stesso. E ok che la tendenza principale dell’essere umano è l’egocentrismo, ma soprattutto in momenti delicati come quelli visti in questo medical drama, si può evitare ecco.

Ma passiamo a un’altra questione che ci stiamo portando dietro da qualche puntata e ovviamente mi riferisco a Miranda Bailey. Miranda che – come abbiamo già abbondantemente ricordato – è vittima dei tentativi di sabotaggio dei pazzi che militano contro l’aborto e sostanzialmente i diritti fondamentali delle donne, ma vabbè non aprirò un altro comizio sulla questione. In questa puntata di Grey’s Anatomy la vicenda si complica e si complica non solo perché Bailey è costretta a cambiare casa per via delle sue informazioni personali che sti matti hanno fatto trapelare, ma anche perché proprio durante lo svolgimento della puntata, uno dei fuori di testa si è presentato in ospedale fingendosi un paziente con l’intento di attaccarla.

E per fortuna che Kwan era lì, perché altrimenti avremmo rischiato di avere un Meredith picchiata dal paziente 2.0 in quell’episodio di Grey’s Anatomy di qualche stagione fa, solo che il paziente di Meredith era in preda a uno stato confusionale, questo – invece – era lucido e in piena possesso delle sue facoltà (seppur misere chiaramente). Abbiamo, dunque, visto lo specializzando placcare l’aggressore prima che potesse scagliarsi su di lei.

Grey's Anatomy
Harry Shum Jr. e Chandra Wilson (640×360)

Ciò che ci rimane di questo momento, oltre che una paura bestiale perché la gente è folle, la gente sta male, è un momento estremamente umano. Ed è proprio in questo che rientra Addison. Addison che abbiamo visto riapparire con la scusa che deve rifornire il PRT giunge in soccorso di Miranda perché lei – se ricordate – ha subito la stessa cosa poche puntate fa. Ed è così bello vedere questa interazione umana, questo momento di totale solidarietà che va oltre la sfera puramente professionale, ma è estremamente personale. Abbiamo una Addison che cerca e ci riesce a infondere nuova linfa vitale e nuova forza a Miranda che è giustamente giù per ciò che le sta succedendo.

Ed è come se un cerchio si chiudesse. A inizio stagione era stata Miranda a infondere nuova forza a Addison, sta volta è avvenuto il contrario. È questo scambio di energie che mi fa emozionare. Poi si è aggiunto il biglietto di Cristina Yang che direttamente dalla Svizzera, ma non neutrale come la nazione che la ospita, mostra il suo diretto appoggio alla causa regalando rifornimenti a Addison e scrivendo un messaggio di incoraggiamento e supporto per continuare la loro missione. E, anche se è a distanza, anche se non è fisicamente Cristina, emoziona. Cristina anche solo citata, c’è sempre.

Prima di tornare ancora su Addison, perché penso che ormai mi conosciate abbastanza bene da sapere che quando c’è la Montgomery troverò sempre un modo per parlare di lei, ci tengo a sottolineare un particolare che mi ha divertito un sacco. Durante la messa in scena di uno dei casi, quello del tizio che fa giochi di ruolo, il paziente romantico e innamorato di una tipa che non ha mai visto incontra il duro cinismo di Millin che non sembra tanto predisposta a indulgere le romanticherie del suo paziente e prova a riportarlo con i piedi per terra. In questa occasione lui dice una battuta, “ha la faccia di una principessa, ma il cuore di un orco” e io vi giuro che sono scoppiata a ridere.

Sono scoppiata a ridere perché questa frase l’ha detta a Millin, Millin che è interpretata da Adelaide Kane e cosa ha reso celebre al grande pubblico Addie Kane? Il ruolo di Maria Stuarda, anzi Mary Queen of Scots per essere precisi in Reign. Lo so, non è così divertente, ma dovete perdonarmi, queste battute sono la mia vita. Un po’ come quando ci furono guest star Holly Marie Combs e Alyssa Milano in un’episodio di qualche stagione fa e c’erano riferimenti chiari al loro ruolo in Streghe. Lo so, sono un po’ geek al riguardo, ma “non mi dispiace e non me ne pento” semicit. di un famoso video di YouTube di anni fa.

Passando a un altro elemento interessante. L’altro caso principale della puntata è stato quello del paziente con l’avvelenamento da metallo dovuto a un proiettile che anni prima l’aveva colpito in una sparatoria ad fallum canis come succede sempre negli Stati Uniti perché non capiscono che devono regolamentare le armi e smettere di venderle nei supermercati tra il banco del pesce e quello della carne. Questa storia ha toccato da vicino due (e più) personaggi. Da una parte per la questione appena citata Owen che ha con Teddy un momento molto interessante in cui incavolato si chiede come sia possibile che non si agisca sulla questione delle armi e soprattutto porta alla nostra attenzione dei dati spaventosi riguardo la frequenza delle sparatorie e delle vittime.

Midori Francis e James Pickens Jr. (640×360)

L’altro è Richard Webber che – se ricordate – qualche stagione di Grey’s Anatomy fa ha subito la stessa cosa: un avvelenamento da metalli, ma nel suo caso dovuto a una protesi che aveva all’anca. Proprio per questo è stato in grado di individuare e agire immediatamente sul paziente riuscendo a salvargli la vita evitando che la sua condizione peggiorasse com’era peggiorata la sua.

Un altro personaggio che si ritrova a fare i conti con il suo passato, ma in forma decisamente più concreta e tragica è Amelia. Amelia che gli abbandoni non sa proprio metabolizzarli e come darle torto! La sua vita è stato un continuo essere abbandonata in tante forme e modi diversi. Ha perso tante persone, ha perso tanti amori (padre, fratello, figlio, compagno) e continua a perdere persone. Prima Meredith, poi Maggie, adesso Kai. Sappiamo cosa scatena questo nella Shepherd, di solito la porta a fare uso di sostanze e a distruggere qualunque rapporto abbia ancora in piedi.

Ho temuto che succedesse anche questa volta, devo essere sincera, ma fortunatamente non è stato il caso. L’abbiamo vista trattare male chiunque, ma nello specifico Winston e Yasuda per questioni che sono fuori dal loro controllo come la scelta di Maggie di andarsene o l’incapacità della specializzanda di performare in modo totalmente impeccabile dato che è – appunto – una specializzanda e sta imparando. Arriva in suo soccorso Addison (che vi avevo già anticipato avrei ritirato in ballo). Addison che la conosce meglio di tutti e che ha con lei una conversazione dura e reale, spigolosa, ma necessaria.

Caterina Scorsone e Kate Walsh (640×360)

Addison sa esattamente quale pattern seguirà Amelia e “call her out” si dice in inglese, glielo fa notare insomma. La mette, senza indorare la pillola, davanti a se stessa e al comportamento che sta avendo e le dice con il cuore in mano che ha paura per lei. E c’è uno scambio emotivo così grande che quasi ci si dimentica che stiamo guardando Grey’s Anatomy, che stiamo guardando un medical drama. Ancora una volta il rapporto tra Addison e Amelia fa ritrovare a quest’ultima il contatto con la realtà. La riporta a terra e la fa riflettere sulle sue reazioni e di conseguenza azioni.

E, così facendo, Amelia ci ricorda e si ricorda che non ha solo quelle due sorelle per scelta (Meredith e Maggie), ma ha anche Addison e che seppure le sue sorelle non vivono più nella stessa sua città, questo non toglie che sono sempre quello, sempre le sue sorelle e che nulla potrà cambiare questo. Ed è bellissimo, è l’ennesima conferma, per me, che Amelia Shepherd è proprio il mio personaggio preferito di Grey’s Anatomy e che sarò sempre un po’ debole per lei.

Un altra questione che merita la nostra attenzione è quella che vede protagonista Yasuda. Yasuda che vediamo – da un bel po’ di episodi -barcamenarsi tra la specializzazione, il secondo lavoro e i debiti del prestito studenti e – chiaramente – è esausta e senza una lira. La sua situazione è chiara e necessita un intervento immediato, cosa che la porta al piccolo errore con la Shepherd ingrandito di proporzioni a causa delle questioni personali della neurochirurga e la porta ad avere un momento di sfogo con Teddy.

Tra l’altro la condizione di Yasuda è tanto grande da portare anche Helm che ormai ha smesso il camice e fa la barista da Joe a difendere l’amica andando a parlare direttamente con la capa dell’ospedale, Teddy. Teddy che – seppure investita totalmente dalla valanga di parole di Helm – comprende bene lo stato della ragazza e dalla sua reazione, è chiaro che interverrà sulla questione, che farà qualcosa per aiutare Yasuda.

Chandra Wilson e Jason George (640×360)

Sempre restando in tema Teddy al comando e ritornando un attimo a Miranda, devo dire che ho amato il finale dell’episodio. Seppur sia chiaro che la Bailey non debba scusarsi perché ha scelto di aiutare le donne a prendere decisioni consapevoli e sicure circa la loro salute, l’idea di Teddy di richiamare tutti i suoi “haters” e di ascoltare le loro ragioni e provare a spiegare le sue sempre nel rispetto di tutte le opinioni, riesce a placare gli animi di chi l’attacca e a riunire tutte le forze possibili per correre in soccorso di una dei suoi medici.

Non so voi, ma io ho particolarmente apprezzato questa iniziativa e sono sempre più certa che il ritorno di Teddy Altman in Grey’s Anatomy era necessario. Detto questo, siamo giunti alla fine. Alla prossima.