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Grey’s Antomy 18×13 – Le assurdità non finiscono

Grey's Anatomy
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Bentornati dopo molto tempo – mi rendo conto – all’appuntamento con le recensioni di Grey’s Anatomy. Dopo un periodo di totale rifiuto per questa serie, aggravato dalla mia leggera forma ADHD che ha deciso proprio che per me e il mio cervello non c’era verso di concentrarsi durante gli episodi, sono tornata a guardarli. È ancora uno strazio? Assolutamente sì, ma la visione di Station 19 prima aiuta a migliorare la conditio sine qua non per vedere Grey’s Antomy.

Detto questo immergiamoci immediatamente nelle dinamiche di questa settimana. Meredith e Amelia sono reduci da un intervento e uno studio che potrebbe rivoluzionare il mondo della medicina e migliorare la vita di tanti pazienti. Ciononostante sono – per me – totalmente insopportabili. A partire dalla Grey che proprio non riesco a farmela piacere con Nick e per concludere Amelia che dopo aver spezzato il cuore di Link per stare con Kai continua a tentare un riavvicinamento – seppure in amicizia – con lui e a farlo soffrire tanto quanto fa soffrire me, Amelink shipper da casa che proprio avevo creduto, dopo l’assassino della Japril, che Shonda – almeno questa volta – mi avrebbe lasciato integra una coppia e non mi avrebbe calpestato, saltellato e vomitato sul cuore. Ma ehi, è Shondaland e ovviamente avevo torto.

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In tutto questo, per via delle scelte in fatto di partner di Amelia e Meredith siamo costretti a subirci la storia super cringe o qualunque cosa ci sia tra Link e Jo che non dovrebbero fare altro che essere amici, ma che se ne vanno in giro nascondere reciprocamente i propri sentimenti proprio come due ragazzini delle medie, negando la teoria secondo cui un uomo e una donna decisamente attraenti possono tranquillamente condividere un’amicizia senza che – prima o poi – uno dei due finisca sotto un treno per l’altro. Molto triste se chiedete a me.

Devo dire che capisco, però, l’attrazione di Amelia per Kai perché bisogna ammettere che ha un fascino gigantesco e incontenibile e suona pure. Se c’è qualcosa che potrebbe far crollarmi ai piedi di una persona beh il saper cantare e suonare uno strumento assieme a un carisma non indifferente servirebbero lo scopo.

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Ma, se la rottura degli Amelink ci ha portati a questo rapporto ambiguo tra Jo e Link, salvato in calcio d’angolo forse dal tizio di Pitch Perfect, Skylar Astin che in Grey’s Anatomy interpreta il fratello della paziente incinta che Jo invita da Joe, quella di Meredith con Seattle è ancora più grave. È grave perché il dottor Sandy Cohen non ha intenzione di lasciarla andare via dal Minnesota e le lusinghe dei soldi fanno gola a tutti. Purtroppo non siamo Santa Maria Goretti e sono convinta che anche la sua morale davanti a una proposta come quella ricevuta dalla Grey in questo episodio di Grey’s Anatomy avrebbe sicuramente vacillato.

Il pensiero di Meredith altrove e l’ipotesi – visto il rinnovo della serie per un’altra stagione (qui abbiamo immaginato come potrebbe essere la cinquantesima stagione) – che l’arco narrativo continuerà a dividersi in due posti completamente diversi, mi irrita e mi fa tornare in mente i flashback di guerra di quando Ryan Murphy pensò che la stessa trovata, dividere Glee tra l’Ohio e New York, avrebbe funzionato. Spoiler, non è stato così ed è stato solo sfiancante e noioso. Tra l’altro l’inizio della relazione con Nick e il conseguente allontanamento da Hayes, mi aveva portato a shippare il bel chirurgo pediatrico con la signorina Megan Hunt, ma anche questo sogno è andato in fumo e il povero dottor molto bello se n’è tornato da questa parte dell’emisfero lasciando quell’ospedale attira guai che ricorda in modo assai vivido la bocca dell’inferno di Buffy L’Ammazzavampiri.

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A far da cornice a questi scenari tragici e insopportabili per me, c’è l’ennesima lita e discussione tra Owen e Teddy che – vi giuro – proprio non riesco a capire cosa ci facciano insieme se ogni volta che riescono a trovare un equilibrio e a smettere di ammorbarci le cosiddette, trovano un modo per rovinarlo litigando come ragazzini insopportabili. E sì, è vero, questa volta la questione è molto più complessa del solito, ma mi sembra che cerchino ogni pretesto per mandarsi a quel paese. Perciò la domanda è: per quale motivo non gli permettiamo di farlo e di liberarsi l’uno dell’altro sperando di poterci liberare anche di entrambi i personaggi? Sarebbe un sogno. Ma, invece, vengono trovati sempre nuovi modi di farli riappacificare. Triste anche questo.

La storyline che ho trovato divertente e interessante è senza ombra di dubbio quella del paziente e del serpente. Geniale, divertente e finalmente Grey’s Anatomy è tornato per un momento alla vecchia gloria. Momenti come questi sono forse una delle poche cose che mi invogliano ancora a mettere play all’episodio ogni venerdì. Ho amato ogni singolo istante di questa storia e ho amato Helm, la Bailey, Link e Webber per via delle loro reazioni alla vista del pitone.

Restando proprio su Miranda devo dire che come al solito si conferma essere uno dei personaggi migliori di Grey’s Anatomy. Lei è una certezza, è – assieme a Richard Webber – il pilastro di questa serie. Il momento con Ben a fine episodio mi ha molto intenerito e spero vivamente che la questione del bacio con lo specializzando non provochi danni alla coppia perché io per Ben e Miranda sono debolissima. Li amo moltissimo.

Ho trovato interessante anche il tentativo di Richard di mettersi in contatto nuovamente con Schmidt e mi piace il modo in cui hanno costruito il percorso del suo personaggio in relazione al fallimento del metodo Webber e al conseguente allontanamento volontario di Levi dalla medicina, allontanamento che spero vivamente sia solo temporaneo.

Che dire, Grey’s Anatomy è diventato davvero difficile da guardare. Le storie e i personaggi continuano a ripetersi in un loop infinito dal quale mi sembra quasi impossibile riuscire ad uscire, ma grazie a personaggi come Miranda Bailey, Richard Webber e straordinariamente anche Maggie Pierce potremmo avere una chance.

Per questo episodio è tutto, alla prossima.

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