Presentato in anteprima all’80esima Mostra del Cinema di Venezia, Hit Man- Killer per caso di Richard Linklater è un divertente e ben costruito gioco di travestimenti, doppie identità e azione, con un Glen Powell – qui all’esordio come sceneggiatore insieme al regista – che è in pieno stato di grazia. Una pellicola che arriva al cinema da oggi, 27 giugno, e che non dovete assolutamente perdervi.
Il regista torna a giocare con i generi cinematografici e questa volta lo fa dando vita a Hit Man – Killer per caso. Nella pellicola, ispirata a fatti realmente accaduti, gioca con i generi e dà nuova linfa alle action comedy e alla figura dell’hit man, il killer di professione, che ha il volto irresistibilmente affascinante e camaleontico di Glen Powell.
Linklater ha scoperto la vera storia del suo Hit Man durante la pandemia, in un articolo del Texas Monthly intitolato Hit Man. Il pezzo recava la firma di Skip Hollandsworth, sceneggiatore di Bernie insieme a Linklater. Per il regista è stato scontato contattare il suo vecchio collaboratore e chiedergli di raccontargli la storia di Gary Johnson. Un professore universitario che insegnava part-time corsi di psicologia e sessualità umana.
Nel tempo libero collaborava con il Distretto di Polizia di New Orleans, fingendosi un sicario di professione e attirare potenziali clienti. Soprannominato Laurence Olivier per le sue capacità attoriali, Johnson fingeva con dei travestimenti di essere un sicario e catturava così clienti che cercavano di commissionare omicidi. Grazie al suo lavoro è riuscito a sventare oltre 60 potenziali assassini e solo nei 10 anni precedenti all’articolo di Hollandsworth.
Hit Man – Killer per caso: tra multiple identità, psicologia e romance
La storia, di finzione, che Linklater mostra nel film è esattamente quella che Skip Hollandsworth racconta nel suo articolo, ma con una sostanziale differenza. Quando Gary Johnson (Glen Powell) incontra l’affascinante Maddy (Adria Arjona), moglie vittima di abusi di un marito violento, Gary non solo la dissuade dall’uccidere l’uomo, ma inizia con lei un’appasionata relazione. Nella realtà, invece, Gary indirizzò la donna verso i servizi sociali e lì si concluse la vicenda.
Ma chi è Gary Johnson nel film? Gary è un professore anonimo e scialbo che insegna filosofia a un’annoiata classe di universitari, condividendo la sua vita solitaria con i suoi gatti. Per arrotondare collabora con la polizia, fingendosi un sicario di professione per arrestare criminali. Grazie alla sua profonda conoscenza della natura umana e mettendo da parte la timidezza, Gary riesce di volta in volta a impersonare un alter ego costruito a tavolino per ciascuno dei suoi clienti. E, così, il pubblico si trova ad assistere con immenso divertimento alle molteplici identità che Gary assume, annullando il suo io e prendendo le sembianze più strambe. Tra i suoi tanti doppi c’è Ron, affascinante hit man che incontra Madison e la convince a rinunciare a uccidere l’uomo che abusa di lei. Per la prima volta, Gary/Ron infrange le regole e innesca così una reazione di eventi dai risultati sorprendenti.
Un film che cela molto più di quanto lasci intendere
Proprio come Glen Powell passa da un travestimento all’altro con fluidità e maestria, allo stesso modo Linklater trasforma quella che sembra una black comedy, in action, poi in una rom-com, sfruttando i trope del genere e ribaltandoli completamente. E ancora da rom-com Hit Man – Killer per caso diventa una commedia degli equivoci, con un umorismo equilibrato, senza mai calare di ritmo.
Merito è certo della pregevole interpretazione di Glen Powell: dopo aver stupito in Top Gun: Maverick – che non sembra essere piaciuto a un attore de I Soprano – e aver assunto il ruolo di nuovo sex symbol in Tutti tranne te (in cui recita accanto a Sydney Sweeney con cui si vocifera abbia avuto un flirt), l’attore dimostra nel film di riuscire a reggere l’intera storia attraverso il dualismo dei suoi personaggi. Da un lato il timido Gary, dall’altro l’affascinante Ron. E, mentre la polizia inizia a indagare e la copertura di Gary/Ron rischia di saltare, le identità dell’uomo si mescolano e sfumano l’una nell’altra.
Attraverso questo personaggio e, celando tutto dietro i travestimenti, le battute e il gioco sui generi cinematografici, Richard Linklater riflette sul concetto di identità di un individuo e su come spesso questa sia frutto di convenzioni, auto-imposte, che cercano di racchiuderci in determinati stereotipi. Ma anche su quanto vorremmo essere altro da ciò che appariamo agli altri. Come Gary, che inizia a desiderare di vivere la vita di Ron con sempre più frequenza, finendo per credere alla sua stessa finzione e rischiando davvero ogni cosa. Tutto merito dell’attrazione per Maddy – Arjona è una femme fatale straordinaria, portatrice di caos ed emblema della lotta a patriarcato, cultura dello stupro e maschilismo.
E il tutto costruito in una pellicola adrenalinica, divertente come poche ne sono arrivate al cinema di recente e dal ritmo perfettamente calibrato. Hit Man – Killer per caso vi stupirà e vi divertirà: è un film irresistibilmente imperdibile.