Lo scorso venerdì, 30 settembre, Disney+ ha aperto la stagione di Halloween con un grande e attesissimo ritorno: dopo 29 anni dall’uscita del primo film, torniamo a visitare Salem e assistiamo alla rinascita delle sorelle Sanderson. Hocus Pocus 2 è il sequel che ci meritavamo. È riuscito a rispettare la storia e le sensazioni che il primo film evocava nel 1993, innovando però la trama, calandola ai giorni nostri, tra effetto nostalgia e novità ha saputo eguagliare il film originale. Quindi no, non è la classica reunion che cerca di trarre vantaggio dal successo dell’originale.
Hocus Pocus 2 era atteso dalle stesse attrici, Bette Midler (che abbiamo visto anche in The Politician) e Sarah Jessica Parker (Sex and the City) per prime, da più di quindici anni. E direi che sotto certi aspetti hanno saputo anche superarsi, nonostante Hocus Pocus del 1993 resti imbattibile.
L’originale film di Disney+ il giorno di Halloween, a Salem nel 1653. Il giorno in cui Winifred, insieme alle due sorelle più piccole, Mary e Sarah, riceve in dono da una strega il libro di incantesimi (lo stesso che abbiamo già conosciuto nel primo capitolo). Torniamo poi al 2022: è Halloween, la città è in fermento e Becca si prepara insieme alla sua amica Izzy a festeggiare il compleanno, mentre con l’altra sua amica Cassie i rapporti sono piuttosto tesi. Saranno proprio loro ad accendere la candela dalla fiamma nera e a far tornare le tre streghe.
Ho apprezzato molto la scelta di mantenere la stessa struttura narrativa anche in questo ritorno targato Disney+. Il flashback iniziale mostra la Salem del 1600, l’odio della comunità verso le giovanissime sorelle Sanderson e l’audacia di Winnie (nonché un vivo Billy Butcherson, che nel primo film abbiamo conosciuto come cadavere).
Sono proprio le scene ambientate nel passato la vera chicca.
Non solo fanno respirare allo spettatore un’aria di magia, ribellione e sacralità, ma ci danno altri elementi sulle sorelle. Così non fanno altro che rafforzare il legame dello spettatore con le tre streghe, le quali dovrebbero essere malvagie, ma che invece non riusciamo a vederle come tali. Il cuore di questo film è la foresta sacra e in generale sembrerebbe essere dato molto spazio all’occulto. Le tre moderne protagoniste sono delle patite di stregoneria e si dilettano ogni anno in un “Rituale di Compleanno” per Rebecca. Le tre ragazze sono un po’ il corrispettivo delle tre sorelle streghe: emarginate e giudicate per le loro passioni, trovano rifugio e conforto l’una nelle altre. Purtroppo sarebbe stato ancor più interessante se questa eredità fosse stata approfondita, invece ci si perde un po’ nelle varie vicende e alcuni dettagli sono lasciati in sospeso. Sicuramente il rapporto e il confronto tra questa nuova piccola congrega di streghe e quella composta da Sara Jessica Parker, Bette Midler e Kathy Najimi Emerge con prepotenza nel finale, chiudendo così un cerchio di poteri, sacralità e Sorellanza.
Il nuovo trio di protagoniste ha saputo reggere il confronto con il primo, sebbene l’assenza di un gatto parlante si faccia sentire. Anzi, mi è sembrato che i rapporti di amicizia tra le amiche e la scoperta dei poteri magici di Becca abbia dato un’accelerata ai tempi della narrazione. Come nel primo film, anche in questo siamo un po’ degli osservatori onniscienti: intuiamo le magie sottese e scopriamo i risvolti prima che lo facciano i protagonisti. Ma è come se in questo Hocus Pocus restassimo in attesa non solo di scoprire cosa succederà alle sorelle Sanderson, ma anche di capire come evolveranno i rapporti tra le ragazze e soprattutto quali magie può compiere Becca e perché.
Purtroppo qui dobbiamo anche riconoscere una pecca. Le trame secondarie finiscono per essere risolte in maniera molto sbrigativa e la rivelazione che aspettavamo alla fine resta sospesa.
Questo perché viene lasciato grande spazio al trio composto dall’attrice di Sex and the City e dalle sue carismatiche colleghe, che ruba la scena a queste tre adolescenti come già aveva fatto nel 1993. Le vere protagoniste sono le Sanderson e, inutile dirlo, senza Bette Midler, Sarah Jessica Parker e Kathy Najimi questo sequel non avrebbe funzionato allo stesso modo.
Sono queste tre, con il loro rancore, i problemi con la tecnologia, le loro esibizioni durante le feste di Halloween della città e soprattutto con la loro goffa ironia a rende Hocus Pocus 2 non un cult come il prequel, ma almeno suo degno successore.
E tuttavia, per quanto più scontato e sicuramente meno acclamato, credo il film del 2022 avrebbe funzionato anche senza il precedente film. Va detto infatti che i riferimenti a Hocus Pocus – alcuni più di altri – sono discreti e possono sfuggire a chi non ha fatto di questa pellicola un cult delle proprie serate di Halloween. Ho apprezzato questa finezza, il nascondere come degli easter egg alcuni riferimenti più sottili, alcune battute o situazioni riprese che possono esser colte come passare inosservate, e nonostante questo funzionare benissimo anche a occhi meno attenti.
In definitiva, Hocus Pocus 2 ha rispettato le aspettative che si erano imposte intorno a questo ritorno. Ha strizzato più volte l’occhio verso il primo film, onorandolo e quasi riverendolo. È evidente che il sequel non intenda oscurare l’originale Hocus Pocus. Intende piuttosto omaggiarlo e permettere a tutti i ragazzini – che sono ormai cresciuti – di respirare nuovamente quell’aria di magia occulta e divertimento. E, nel mentre, dare finalmente un prosieguo alla storia delle tre sorelle, che forse non è ancora giunta al capolinea.