**ALLERTA SPOILER delle otto puntate di House of the Dragon, il prequel di Game of Thrones**
Un’era è tramontata, quella in cui bisogna fingere per compiacere il vecchio. Aspettavamo questo momento. Qualcuno non vedeva l’ora mentre qualcun altro ne temeva l’arrivo. L’ottava puntata di House of the Dragon (trasmessa in Italia lunedì 10 ottobre su NOW e Sky) è la quiete prima della tempesta. È la riunione familiare in stile Succession: davanti sorrisi, dietro sibili. Dopo un episodio movimento e denso di azione come Driftmark (La recensione del 1×07 – Sangue), a due puntate dal season finale, arriva The Lord of the Tides: un episodio calmo e impassibile, con un epilogo silenzioso, ma teso. Lo scorso episodio sono volte daghe, occhi, occhiatacce e draghi. Rhaenyra e Alicent erano ai ferri corti, i neri e i verdi si erano posizionati sullo scacchiere. A giudicare dal clima irruento, ci aspettavamo lo scoppio della guerra. Invece l’ottavo episodio, diretto da Geeta Vasant Patel e scritto da Ellen Shim, ha deciso di concentrarsi sulla mossa mancante, quella decisiva. Se nella settima puntata abbiamo assistito all’ultima goccia, nell’ottava abbiamo ammirato il vaso ricolmo, poco prima di traboccare. Un fermo immagine di circa un’ora, dedicato al responsabile di quell’imminente collasso. The Lord of the Tides parla di famiglia, un termine che ci illudiamo abbia un significato universale, e del rito più antico del mondo: l’interminabile e imbarazzante cena con i parenti serpenti. Sono trascorsi sei anni dal matrimonio valyriano di Rhaenyra e Daemon; l’ultimo salto temporale, a quanto dicono. I figli sono cresciuti. I Velaryon sembrano destinati al lutto perenne. Qualcuno ha visto Ser Criston? Ha avuto il travaso di bile che meritava e ora si occupa di creare mostri da combattimento. È un’impressione o Daemon Targaryen si è trasformato nel personaggio più assennato e maturo del prequel, pronto a raccogliere la corona del fratello-suocero, con il quale si è rappacificato, e a difendere moglie, figli e figliastri? Ma andiamo per gradi. Cerchiamo di analizzare l’ottavo episodio, quieto ma potente e commuovente, all’insegna dei brindisi familiari e di centinaia di dettagli e riferimenti impossibili da riassumere in una sola volta.
House of the Dragon, concedi una tregua a King Viserys.
Non ne può più. Lo credevamo debole, invece, Viserys ha tenuto duro per 16 anni, finché ha potuto, in nome di quella famiglia che tanto amava. Paddy Considine, insieme al reparto trucco ed effetti speciali, ha fatto un lavoro sublime. È lui il protagonista di The Lord of the Tides. Lo sono i suoi rantoli, il suo dolore e i suoi deliri. Il re è forte. Peccato che le sue virtù servano a poco a Westeros. L’ottava puntata fa un balzo in avanti. Siamo sei anni dopo gli eventi di Driftmark. La narrazione riprende esattamente in quella sala del trono. Quella in cui è bruciato il presunto cadavere di Ser Laenor Velaryon, migrato con il suo amante verso Essos.
Contrariamente alle sue tradizioni patriarcali, Westeros si ritrova con due regine su due troni. Rhaenys Targaryen siede sul Trono di Legno mentre Alicent Hightower, su quello di Spade. Due sovrane ad interim, ovviamente. Corlys Velaryon sta combattendo nelle Stepstones, dove è rimasto ferito gravemente, mentre Viserys è sempre più consumato dalla lebbra; ha perso un occhio (come suo figlio), il suo plastico è pieno di ragnatele, la sua mente è offuscata dal latte di papavero e ha guadagnato una maschera, che richiama quella de I figli dell’Arpia. Qui c’è un riferimento anche alla nostra storia, cioè a Baldovino IV d’Angiò, detto il Re Lebbroso, che indossava una maschera analoga. Ha lasciato il regno in buone mani, crede, quelle degli Hightower che, nel frattempo, hanno rinnovato la tappezzeria e rimpiazzato gli stemmi reali e i gioielli con la Stella a Sette Punte.
I figli di Rhaenyra e Alicent sono cresciuti. Ecco svelata – per gli scettici – la ragione del cambio attrici. Sebbene Emily Carey e Milly Alcock siano ventenni, a questo punto della storia, con dei figli della stessa età, sarebbero sembrate loro coetanee. Malgrado ci fossimo affezionati, la bravura di Olivia Cooke e Emma D’Arcy ha reso il passaggio meno traumatico. Così come è stato necessario cambiare gli interpreti dei figli, ora in un’età compresa tra i 17-21 anni. Cambiano i volti, ma restano vizi e virtù. Alicent si è indurita e ha trovato rifugio nell’unica cosa che si addice a una donna retta, come si considera: la nuova religione degli Andali, Il Culto dei Sette (Faith of the Seven). Una sfumatura più grigia che la rende diversa da Cersei Lannister. Una scappatoia per redimersi dalle malefatte – che, intenzionalmente o meno, ha compiuto – e una chiara presa di posizione contro i Targaryen.
Intanto Otto si gode il trono, come un topo. Rhaenyra giura a Rhaenys (sotto lo stesso albero in cui spergiurò anni prima) di non aver fatto uccidere Laenor. Ser Criston Cole fa capolino, ma è sempre insopportabile. Daemon e Rhaenyra, invece, sono in attesa del loro terzo figlio, vivono a Dragonstone con i tre figli castani della principessa, la figlia di Laena, Rhaena (Baela vive con la nonna) e i figlioletti legittimissimi e argentatissimi di secondo letto, Viserys e Aegon (un affronto ad Alicent!?). Daemon ha perso il drago di Lady Laena, ma in compenso ha trovato le tre uova di Syrax.
Ritorno a King’s Landing
Dopo sei anni, Daemon e Rhaenyra tornano ad Approdo del Re, ancora in costruzione. Ad accoglierli trovano però solo Lord Caswell, uno dei pochi alleati. Come suggerisce il titolo dell’episodio di House of the Dragon, c’è una questione da affrontare: la successione al Trono di Legno di House Velaryon. A chi spetta quella poltrona legnosa ora che Sea Snake, Lord of the Tides, Master of Driftmark e capo di House Velaryon potrebbe essere fuori dai giochi? La prognosi è riservata. Intanto bisogna assicurare la propria mossa. Il ritorno a casa dei Targaryen è traumatico. È cambiato tutto. La Stella a Sette Punte domina perfino l’ingresso principale.
La fotografia ieratica sottolinea quell’atmosfera plumbea e aggrava quel sentore di morte che incombe. King’s Landing sembra un monastero dove regna, apparentemente, la rettitudine e il rigore morale. La luce e la vitalità dei primi episodi è svanita. Anche l’erotismo è sparito, con la copertura degli arazzi più espliciti. Andate a dirlo al figlio sbruffone di Alicent, Aegon (Tom Glynn-Carney), il quale nei primi minuti dell’episodio ha già commesso uno stupro ai danni di una serva terrorizzata, la tata dei gemelli di Helaena (Phia Saban) e Aegon. “Non sei mio figlio!”, lo schiaffeggia sua madre affranta e sinceramente provata per le azioni del figlio degenere; non prima di aver dato da bere una ricetta di famiglia, il “tè del giorno dopo”, alla malcapitata e manipolata Dyana (Maddie Evans). Una scena raccapricciante. La ragazza è fuggita via con il denaro, ma siamo certi che ne sentiremo ancora parlare.
L’ottavo episodio è spettrale. È una sosta al capezzale del re agonizzante.
Un’agonia fisica ed emotiva. L’ennesima questione per la successione, quella di Lord Corlys, ha riunito la famiglia. La tensione drammatica dell’episodio, e quella voglia di saltarsi alla gola, però non esplode. Invece di correre verso il climax sanguinario, la pressione si condensa lentamente, fino all’ultimo respiro di Viserys. Stremato, il re compie l’ultimo ingresso trionfale nella sala del trono – come fece sua moglie – dove i neri e i verdi sono schierati. Interrompe quella farsa e – cortesemente – chiede a Otto di lasciargli il posto. Non capisce perché stiano discutendo una faccenda già risolta. Lord Corlys ha già stabilito la successione. Il re lascia quindi la parola all’unica persona incaricata, sua cugina Rhaenys. “The Queen Who Never Was” conferma sia le volontà di suo marito, cioè la successione dei figli di Laenor (di cui portano il nome), sia l’unione tra i figli/cugini/fratellastri/nipoti dei precedenti matrimoni di Daemon e Rhaenyra: Jace e Luke con Baela e Rhaena.
Avevamo frainteso la regale Rhaenys, la quale per il momento prende posto nella fazione dell’erede al trono. I princìpi non contano, conta il bene delle sue due nipoti, ancora vive e vegete. All’inizio la principessa sembrava essere assetata di potere, intenzionata a rivalersi su ciò che le era stato tolto. Invece, adesso, appare per quello che è: una donna saggia, vittima di un mondo ingiusto, che ama i suoi cari. Una caratteristica che condivide con suo cugino. Al contrario del cognato: Ser Vaemond Velaryon (Wil Johnson), il fratello minore di Corlys, che non ci sta. Accecato dall’ambizione, e intenzionato a difendere il sangue anziché i libri di storia, davanti al re urla quella parola che è sempre stata sulla bocca di tutti. Finora però nessuno aveva avuto il coraggio di indicare l’elefante bianco e castano nella sala.
I figli di Rhaenyra sono bastardi e lei è una p*****a!
Ser Vaemond Velaryon, House of the Dragon, 1×08
Ouch!
La verità è costata la testa all’impavido, e incosciente, Vaemond. Uno dei momenti più impetuosi e scioccanti visti finora. Il “secondogenito” ha sfidato la corona, sapendo cosa lo aspettava. Ha deciso di morire a modo suo. Daemon, un altro eterno “secondo”, si fa avanti e lo taglia in due, lasciandogli la lingua! Alicent premeva affinché Lucerys (e non il primogenito Jacaerys: Prince of Dragonstone e heir to the Iron Throne) venisse deposto per indebolire la fazione di Rhaenyra e rinforzare la propria. Vaemond era un alleato forte con il quale i verdi avrebbero avuto draghi e navi. Invece è stato impacchettato dalle Silent Sisters sotto lo sguardo di Rhaenys – che non teme lo Straniero – secondo i dettami della Fede dei Sette Dei e rispedito al mittente. Questa volta Daemon non ha fatto nulla di sconsiderato: è quella la fine che fai quando metti in dubbio pubblicamente la reputazione dell’erede al trono. È un agente del caos, ma “ha una sua strana bussola morale”, dichiara Matt Smith. La spada è sua, ma a muoverla è la Legge, cioè quella che Viserys non ha mai applicato a furia di accontentare tutti a colpi di “dai, so’ ragazzi, ci pensiamo dopo”.
Quale occasione migliore di una decapitazione di un parente per riunirsi davanti a un ricco banchetto?
L’ultimo desiderio del re è quello di vedere i suoi cari andare d’amore e d’accordo. La sua ora è vicina così lo accontentano. Ma quelle parole di affetto e stima, accompagnate dai ripetuti brindisi, feriscono più di mille lame. Dietro ogni sorriso si percepisce l’acredine. Ogni volta che s’incontrano, Rhaenyra e Alicent sembrano essere sul punto di uccidersi oppure di abbracciarsi. Quell’amore che le legava si è trasformato in odio, ma nei loro sguardi leggiamo il rammarico. Da qualche parte, sono ancora le amiche che ridevano spensierate. Fa male vederle così distanti. In fondo sono vittime di un sistema sociale che le vuole divise. Potrebbero riabbracciarsi, se non fosse per i loro figli, sempre pronti a saltarsi alla gola.
Mentre Aemond (Ewan Mitchell, il cui volto sembra essere stato creato su misura per lo show) si prepara a diventare il villain più inquietante, e pericoloso, di House of the Dragon, i figli castani di Rhaenyra crescono gentili e con un’intelligenza emotiva rara; come dimostra il gesto dolce, seppur provocatorio, di Jacaerys, il quale invita Helaena a fare quella danza bizzarra. Non prima di regalarci una nuova profezia: “Attenzione alla bestia sotto le assi”. C’è mancato poco che si cavassero gli occhi, ma i ragazzi vengono mandati a letto con mezza cena. Peccato! Non vediamo l’ora di veder combattere Daemon e Aemond. Un’assonanza rivelatrice!? In sordina, in una brevissima scena, rincontriamo anche Mysaria, potente e fiera sulla Via della Seta, che sta tramando qualcosa, e intravediamo anche un personaggio chiave nella futura guerra. Si tratta di un membro della Guardia Reale, ser Erryk Cargyll, che la regina confonde con il gemello Arryk.
L’ultima cena
La cena di famiglia – malgrado qualche screzio, gioco di parole tra l’aggettivo “forte” e il cognome “Strong” e un maiale arrosto piazzato di fronte a Aemond – è andata piuttosto bene. È questa paura che rende insostenibile la scena. La tensione sta divorando tutti, ma la mancata azione ci distrugge emotivamente. Rhaenyra brinda ad Alicent, Alicent brinda a Rhaenyra e Viserys ottiene il lieto fine che desiderava. Andrà tutto bene, dice il suo unico occhio. È straziante sapere che quella cena è una farsa. Ed è doloro sapere che questo basta al re.
La corona non può essere forte se la Casa del Drago è divisa.
Re Viserys I, House of the Dragon, The Lord of the Tides
Come Rhaenyra gli recriminerà, è stato lui a dividerli nominando lei come erede. La sua incapacità nel prendere una posizione è la causa di tutti i mali, dell’instabilità della corona e della crisi delle Stepstones. Perché non basta una battaglia eroica per sedare un conflitto. Serve azione, astuzia, abilità politica e lungimiranza, tutto quello che Viserys non ha. Il re è troppo umano per fare il re. Ha combattuto la sua ultima battaglia con la forza che gli era rimasta solo per essere il padre di cui sua figlia aveva bisogno. Si scusa per il suo operato e chiede di essere amato per quello che è davvero, senza maschera. La famiglia sarà la rovina di sé stessa, come preannunciava la voce fuori campo di Rhaenyra nella prima puntata.
Perché non possiamo solo amarci a vicenda?
Questa è l’eterna domanda di ogni famiglia distrutta. Ci vuole coraggio per amarsi e andare d’accordo; per accettare la molteplicità dei punti di vista e rinunciare ad anteporre sempre i propri interessi personali. Per questo Viserys è allo stesso tempo un uomo forte e un re debole. E lo dimostra imponendo la sua volontà, dettata però dalla sua umanità. Ma, anche in questo caso, le sue parole resteranno solo parole dette in un’ultima cena. Il re è morto. Una morte lenta, immersa nel buio, ripresa da molteplici angolazioni e diverse prospettive. Tuttavia è riuscito a fare un altro danno perfino con le sue ultime parole, stordito com’era dal latte di papavero, che gli Hightower non gli hanno fatto mai mancare.
Credendo di rispondere alla domanda posta all’inizio della puntata dall’amata figlia, Viserys farfuglia qualcosa alle orecchie della seconda moglie. Sappiamo cosa ha rivelato alla regina consorte. Cioè che ritiene vera la profezia de The Song of Ice and Fire tramandata dal re Aegon il Conquistatore, confermando dunque il passaggio di testimone tra re e regine che porterà a Aegon Targaryen, il “principe promesso” – “Prince that was Promised” – cioè Jon Snow tramite Rhaenyra. Ma Alicent ha capito che quelle parole non erano indirizzate a lei? Cosa crede che le abbia detto suo marito? Ha capito che quell'”Aegon” non è suo figlio degenere? La guerra civile, la Danza dei Draghi, sarà dunque alimentata dell’ennesimo malinteso che ha rafforzato le convinzioni dei verdi?
House of the Dragon migliora di settimana in settimana. Un ultimo brindisi, però, spetta a Paddy Considine che ci lascia con un epilogo tragico e una performance da 10 e lode. Gli ultimi minuti di vita di Viserys sono atroci. È solo, confuso, in lacrime. Ha fatto del suo meglio. Era un sognatore. Era un uomo giusto. Eppure non era quello giusto per il Trono di Spade.