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Humans: la recensione in anteprima dei primi due episodi della terza stagione

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Humans è una serie britannica AMC uscita nel 2015, in Italia disponibile su TIMvision. La serie porta sullo schermo la rappresentazione della singolarità tecnologica, ovvero quando l’intelligenza artificiale assume una propria coscienza. Un argomento spesso protagonista di grandi opere cinematografiche.

Humans parla di androidi potenzialmente senzienti, chiamati Synth, e sono presenti ovunque nella società. Vivono con le famiglie, lavorano nelle fabbriche, prendono la metro, svolgono lavori umili. Se le AI diventeranno mai così evolute, Humans offre un’anteprima realistica di come potrebbe diventare la vita con loro. Ma la serie tratta anche dei dilemmi etici che sorgono nei classici dialoghi uomo-macchina, le implicazioni – e le inevitabili complicazioni di ciò.

In occasione dell’uscita della terza stagione fissata per il 7 maggio, TIMvision ci ha inviato in anteprima i primi due episodi. Ecco cosa ne pensiamo.

In questa stagione vediamo concretizzarsi la minaccia della presa di coscienza di tutti i Synth, non più sottomessi agli uomini. Ora sono liberi di agire, pensare e… vendicarsi di tutti i maltrattamenti subiti. Mattie Hawkins (Lucy Carless) ha decifrato il codice di coscienza e l’ha caricato online per salvare Mia. Ma è proprio così facendo che ha risvegliato tutti i Synth del mondo, con conseguenze catastrofiche. Parliamo di 120.000 umani morti per incidenti stradali e aerei, massacri e attacchi terroristici. Ma anche della distruzione di milioni di Synth, un numero ingente ma volutamente indefinito perché considerato poco importante.

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Il Giorno Zero è dunque il primo giorno di vita di queste intelligenze artificiali così simili agli umani. Ma i produttori non sono rimasti a guardare: hanno lanciato sul mercato un nuovo modello di Synth. La novità consiste negli occhi arancioni, caratteristica che li distingue dai senzienti occhi verdi. Promettono l’efficienza e la fedeltà che la precedente generazione ha perso, e la certezza della totale mancanza di emozioni.

Un anno dopo il Giorno Zero, Humans ci racconta di una realtà piena di tensione, paura, aggressività nei confronti del diverso.

La terza stagione vede la maggior parte dei Synth nascosti, diffamati ed evitati dagli umani per la loro ritrovata umanità. L’androide Max (Ivanno Jeremiah) lotta per mantenere la calma nella comunità clandestina di androidi che cerca di proteggere, mentre alcuni ribelli iniziano a minare il suo ruolo di leader. Tutto ciò è esacerbato dal fatto che il governo volutamente priva loro dell’energia elettrica e dei pezzi di ricambio, necessari per la loro sopravvivenza. Max predica la pace e suggerisce ai suoi protetti di perdonare gli oppressori ma i Synth più giovani – e i più arrabbiati – non sono disposti a morire placidamente sotto il fuoco nemico.

Col tempo gli umani ci accetteranno.

Lungi dall’essere accettati, i Synth – una volta così utili alla società – sono stati messi da parte, ghettizzati e attaccati. I vecchi e anomali androidi dagli occhi verdi sono ora temuti e detestati dalla maggior parte degli umani.

Laura (Katherine Parkinson) continua la sua crociata per i diritti dei Synth sulla scia di atti sempre più violenti che minacciano di rompere il fragile equilibrio della convivenza tra androidi e umani.
Come avvocato, si batte per la formazione e il riconoscimento dei diritti fondamentali degli androidi, per il quale anche lei viene osteggiata e maltrattata.

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Mentre la linea narrativa principale ritrae gli scontri tra gruppi di umani e Synth, incontriamo nuovamente Joe (Tom Goodman-Hill). Fuggito nella comunità di soli umani, gestisce serenamente la sua nuova attività fino a incontrare Karen (Ruth Bradley). Ella prova a confondersi nella piccola città insegnando al piccolo Synth Sam (Billy Jenkins) come imitare gli umani, ovvero “agendo nella massima inefficienza” o verrebbero smascherati e distrutti. Mattie è ancora innamorata di Leo (Colin Morgan) e tormentata dai sensi di colpa per aver causato la catena di eventi che ha portato a milioni di morti e feriti tra umani e robot. Niska (Emily Berrington) continua la sua eterna vendetta.

Grazie a una più matura caratterizzazione dei personaggi, la qualità della serie emerge anche in questa terza stagione dimostrando di saper rischiare.

È veramente impressionante come questa serie riesca a migliorarsi nonostante il budget sia nettamente più modesto rispetto ad altre produzioni. Anzi, la qualità della sceneggiatura e la bravura degli attori (in particolare Gemma Chan, che interpreta Mia) non fanno notare questo aspetto.

Il tipo di fantascienza di Humans è quella che allude costantemente alla realtà, abbastanza da sedurre anche chi normalmente non è attratto dal genere. Non si tratta solo dell’intelligenza artificiale e dei robot che prendono il sopravvento, e le domande – sia filosofiche che pratiche – che ne scaturiscono. In questa terza stagione si affrontano temi come l’ingiustizia dell’ineguaglianza, il razzismo, la crudeltà e il pregiudizio. Tutti incredibilmente attuali.

L’indizio è nel titolo: Humans riguarda gli umani, non i robot.

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