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I Leoni di Sicilia – La Recensione del finale di stagione

I Leoni di Sicilia
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E’ arrivata zoppicando, facendo intravedere il suo potenziale ma senza mai consacrarlo del tutto. I Leoni di Sicilia, la nuova Serie Tv italiana targata Disney+ e tratta dall’omonimo libro di Stefania Auci, comincia la sua narrazione partendo dalle origini della Famiglia Florio, dal loro momento più infelice fino ad arrivare a quello più luminoso. Con un cast di prim’ordine che vede nomi come Miriam Leone e Michele Riondino ed Eduardo Scarpetta, I Leoni di Sicilia si presenta al grande pubblico con una narrazione troppo frenetica e dai tratti storici piuttosto superficiali. Il contesto in cui la Famiglia Florio diventa grande non viene, almeno nella prima parte, spiegato come forse avrebbe meritato. Il percorso storico viene infatti sottovalutato a favore di una narrazione completamente concentrata sul rapporto tra Vincenzo Florio e Donna Giulia.

Questi due aspetti, almeno nella prima parte, non sono riusciti a restituire a I Leoni di Sicilia quel che ci si aspettava da una produzione di genere storico, ma possiamo dire lo stesso della seconda parte e del suo finale?

I leoni di Sicilia (640×360)

Il nuovo e ultimo tornante di episodi de I Leoni di Sicilia si concentra sulla seconda parte della vita di Vincenzo Florio e famiglia. Riprendendo la narrazione dagli anni del Colera, momento storico che viene soltanto accennato, l Leoni di Sicilia si concentra sulla vita matrimoniale di Giulia e Vincenzo. Con tre figli, di cui il tanto atteso maschio Florio, i due coniugi cominciano a prepararsi alla vecchiaia insieme, ma non nel modo che Giulia avrebbe immaginato. L’ambizione di Vincenzo non smette infatti di respirare ma, anzi, sembra ancora più spietata. Interessi, soldi, controllo, potere: sono questi i capisaldi della sua vita, le uniche cose a cui crede davvero. Lo mostra spesso, lo fa perfino con i suoi figli. Le prime due bambine, oramai diventate grandi, vengono ignorate dal padre perché donne, perché non future detentrici del suo successo. Le cose sono invece diverse per il figlio Ignazio che, al contrario, viene sovraccaricato di aspettative che non sempre coincidono con le sue volontà.

Ignazio è una macchina da corsa che deve ripercorrere tutte le tappe già raggiunte dai Florio, un parassita che deve risucchiare tutto quello che è suo padre. Anch’egli innamorato di una donna con cui non riesce a stare, si sposa alla fine della serie con una ragazza che, secondo Vincenzo, coincide con le ambizioni della famiglia. In poche parole, la seconda parte de I Leoni di Sicilia rimescola quanto narrato nella prima cambiando soltanto i personaggi. La storia procede in modo piacevole, interessante, ma – come visto già durante i primi quattro episodi – non riesce mai ad andare fino in fondo. Nessun decollo, nessun momento capace di restituirci la grande potenza dei Florio. Se non si ha piena conoscenza della biografia sarà infatti difficile cogliere attraverso la serie l’importanza di questa famiglia, il momento storico in cui si è imposta.

Quel che più infastidisce, probabilmente, è che i contesti temporali vengono descritti soltanto da dei brevi prologhi in cui viene scritto l’evento protagonista del periodo. Questo non può bastare in una Serie Tv di genere storico, c’è bisogno di più accortezza, di più dettagli. Questa mancanza, che si era già resa protagonista nella prima parte, torna in questo secondo tornante di episodi rendendosi però fortunatamente meno fastidiosa.

I Leoni di Sicilia (640×360)

La seconda parte riesce infatti a concentrarsi sulle dinamiche familiari dei Florio senza più focalizzarsi soltanto sul rapporto tra Giulia e Vincenzo. La storia d’amore tormentata di Ignazio viene infatti soltanto accennata e sviluppata in modo equilibrato, senza mai prendersi l’intera scena come nel primo caso. Le dinamiche familiari, come il ruolo delle figlie, ottengono qui uno spazio maggiore riuscendo a restituire a questo secondo atto un nota di merito positiva, anche se con tutti i limiti del caso imposti da quanto già detto. Nonostante ciò, però, I Leoni di Sicilia non può purtroppo essere considerata a tutti gli effetti come un prodotto promosso senza debiti.

Il problema principale della serie – e questa seconda parte lo spiega bene – sono purtroppo gli stereotipi da soap opera. Abbiamo il marito ambizioso, la moglie stereotipo dalle ampie vedute, il figlio combattuto tra il dovere e il sentimento. Tutto quello che vediamo all’interno risuona in un modo che abbiamo già visto e sentito numerose volte. Certo, ci viene raccontato in modo più sofisticato rispetto alle produzioni spagnole come Il Segreto (sospiro di sollievo), ma non per questo adatto. Quello che più dispiace è che I Leoni di Sicilia era una Serie Tv dalle tante possibilità. Aiutata da una regia come quella di Paolo Genovese, il decollo avrebbe dovuto essere quasi immediato, e invece la sensazione che si ha durante il finale è che il vero volo non sia ancora stato spiccato.

Non sappiamo quale sia il destino della serie, è ancora troppo presto, ma se dovesse esserci una seconda stagione la speranza è che la narrazione possa essere più fedele possibile al libro restituendo quel necessario contesto storico che tanto ci è mancato in questi otto episodi. Fatta questa operazione, I Leoni di Sicilia potrebbe ottenere quel decollo che tanto abbiamo sperato di vedere in questi nuovi quattro episodi, ma che purtroppo non abbiamo mai visto arrivare.

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