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I viaggiatori – La Recensione dell’avventura nel tempo di Di Martino

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ATTENZIONE: l’articolo contiene spoiler sul film I viaggiatori!!

“Veniamo dal futuro!” è una frase che nel cinema continua ad avere il suo effetto. Il fascino dei viaggi nel tempo, dei salti temporali tra un’epoca e l’altra, è un classico che non perde mai la sua carica attrattiva, specie nelle sale cinematografiche. Il film di Ludovico Di Martino, realizzato insieme a Gabriele Scarfone e prodotto dalla Groenlandia di Matteo Rovere , riporta sullo schermo il grande tema dei viaggi nel tempo. E lo fa mescolando tra loro i gusti vintage con le tendenze più moderne, puntando sull’avventura e l’azione, ma senza accantonare la carica drammatica che è il motore di tutta la storia. I viaggiatori ha esordito su Sky Cinema il 21 novembre ed è attualmente disponibile sia On Demand che su Now. È la terza opera del regista romano Ludovico Di Martino, che aveva esordito appena ventitreenne con Il nostro ultimo, prima di approdare su Netflix con l’action La Belva. Progetto a cui ha partecipato, tra gli altri, lo stesso Fabrizio Gifuni che ritroviamo anche ne I viaggiatori nelle vesti dell’antagonista della storia. Si tratta di un racconto originale, uno dei pochi film italiani in cui i protagonisti sono chiamati a salvare il mondo – hai mai visto un film italiano in cui si salva il mondo? -, che guarda decisamente al cinema d’oltreoceano per svilupparne gli stessi schemi e gli stessi modelli.

I viaggiatori (640x360)
I viaggiatori (640×360)

Il protagonista della vicenda è Max Fulci (Matteo Schiavone), un adolescente che ha perso il fratello in un incidente sul lavoro e non è ancora riuscito a metabolizzare la perdita. Beo (Gianmarco Saurino) era un giovane ricercatore di fisica quantistica a cui avevano tagliato i finanziamenti per un importante lavoro di ricerca. Il ragazzo, insieme al suo capo (Vanessa Scalera), muore all’improvviso in un incendio al laboratorio, senza lasciare tracce di sé. Non riuscendo a razionalizzare il lutto, Max diventa sempre più rabbioso e solitario e, soprattutto, desideroso di scoprire qualcosa in più sulla morte del fratello. Tornato per caso sul luogo dell’incidente insieme agli amici Greta (Andreagaia Wlderk) e Flebo (Fabio Bizzarro), Max si imbatte in una strana macchina del tempo che finisce per attivarsi per errore e trasportarli indietro nel 1939. Siamo agli albori della Seconda Guerra mondiale, in una Roma fascista dominata dalle leggi razziali e dall’arroganza delle camicie nere che pattugliano le strade. Mussolini è vivo ed è in gran forma e il regime è ancora lontano dal vedere la sua fine. I tre ragazzi si trovano catapultati in una dimensione conosciuta solo attraverso i libri di storia e proveranno a non dare nell’occhio mettendosi sulle tracce di Beo e riattizzando la speranza che non tutto sia perduto.

Max e i suoi amici incontrano Lena (Francesca Alice Antonini), una giovane dissidente che sembra uscita apposta dai videogiochi per condurre i viaggiatori del tempo a compiere la loro missione: ritrovare Beo e rovinare il piano di Mussolini di fabbricare una macchina del tempo e cambiare per sempre il corso della storia. L’adventure movie ha dunque per protagonista una banda di ragazzini che proverà a salvare il mondo nonostante le difficoltà lungo il cammino. Il tema centrale resta il legame fraterno e la sua maniera di declinarsi attraverso rotture traumatiche, salti temporali, capovolgimenti di fronte. Max è spinto essenzialmente dall’esigenza di trovare suo fratello per dare un senso al dolore che la sua scomparsa gli ha provocato. Amore e amicizia sono le grandi coordinate entro le quali si muovono le vicende de I viaggiatori, che della suggestione dei viaggi nel tempo fa lo strumento attraverso cui raccontarle in maniera originale.

I viaggiatori (640×360)

I viaggiatori è un’avventura da videogiochi.

Anche visivamente, il film rimanda al pianeta dei videogames, con citazioni su Assassin’s Creed e Fortnight sparse qua e là. Il fascino del genere sci-fi viene cavalcato per dar vita a quella che è una favola moderna, che rimanda subito a un altro – ben più riuscito – esperimento made in Italy: Freaks Out. Il percorso – e il risultato – è ovviamente molto diverso, ma torna sempre sullo sfondo una Roma incastrata nella cappa opprimente della Seconda Guerra mondiale e del regime fascista. Anche qui, dei personaggi senza alcuna aspettativa, ribaltano il corso degli eventi e riescono a sconfiggere i cattivi, che nel caso de I viaggiatori sono interpretati da un insolito e mai banale Fabrizio Gifuni nelle vesti di un gerarca fascista. I destini personali dei protagonisti incrociano la grande storia, quella che è messa in pericolo dalla follia di una ricercatrice delusa e di un dittatore ansioso di abbracciare la vittoria totale. L’idea di Ludovico Di Martino, seppur scava in un solco già abbondantemente tracciato da tutta una narrativa cinematografica che ha come perno il fascino dei viaggi nel tempo, è pur sempre originale, anche se la messa in scena non riesce a essere dirompente come dovrebbe. Per Ludovico Di Martino – che ha ritrovato tra gli interpreti il Fabrizio Gifuni della sua Belva il cortocircuito è la parola con cui raccontare il percorso de I viaggiatori:

Cortocircuito è la parola chiave che ha sbloccato il processo creativo che c’è dietro la realizzazione di questo film, spingendo me e il resto dei miei collaboratori a reinterpretare costantemente il passato con uno sguardo contemporaneo e fresco, con l’obiettivo di avvicinarlo al nostro reale presente e dando vita alla provocazione alla base de I Viaggiatori: la storia altro non è che un cane (scemo) che si morde la coda.

I viaggiatori (640x360)
I viaggiatori (640×360)

Nel passato si può restare intrappolati, schiavi dei ricordi e della malinconia. Ed è quello che Max dovrebbe evitare di fare alla fine della sua avventura: restare bloccato, inerme, legato per sempre a qualcosa che non c’è più. Mentre si combatte per sconfiggere i cattivi – e si accenna un piccolo inno alla libertà e alla Resistenza partigiana -, i personaggi principali lottano per salvare se stessi dall’immobilismo e dal dolore. L’operazione è interessante, ma sembra riuscita solo in parte. Le scene d’azione sono le migliori, mentre sui dialoghi, sull’abbigliamento e sulla cura dei dettagli, qualche piccola imperfezione si registra. I viaggiatori appare come un’opera un po’ immatura, seppur coraggiosa. Un pizzico retorica in alcuni tratti, leggermente ridondante in altri – specie nel finale -, ma comunque piacevole e non priva di una certa inaspettata ironia. Nel cast, oltre a Fabrizio Gifuni, Vanessa Scalera e ai ragazzi già citati, troviamo anche Gianmarco Saurino nei panni del fratello di Max, Beo, e Federico Tocci, che interpreta invece Vulcano, il fabbro che combatterà al fianco di Lena e dei viaggiatori contro i fascisti.