Siamo stati letteralmente travolti dalle innumerevoli voci su Il Fabbricante di Lacrime, romance italiano scritto da Erin Doom nel 2021 sulla piattaforma online Wattpad per poi essere acquistato da Magazzini Salani nel 2022. Divenendo così il libro più venduto di quell’anno soprattutto tra le nuove generazioni.
Nel settembre dello stesso anno Alessandro Genovesi annuncia, con il plauso dei più, che avrebbe diretto il film tratto dal romanzo scrivendo la sceneggiatura insieme con Eleonora Fiorini. Da lì a breve verrà inoltre confermato il volto dei due protagonisti. Il rapper ed ex concorrente di Amici di Maria, Biondo (Simone Baldasseroni) e Caterina Ferioli, studentessa della IULM per la prima volta in televisione. Ma entriamo adesso nel vivo della storia per scoprire cosa ci aspetta!
La trama de Il Fabbricante di Lacrime
Il racconto inizia con l’immagine di una tranquilla famiglia composta da due giovani genitori e la loro piccola figlia di nome Nica (sì, come la farfalla Nica flavilla), che chiacchierano durante un viaggio in macchina. Tuttavia, come la maggior parte di film drammatici che si rispettino, il padre perde il controllo dell’auto alla vista di un camion e la macchina va fuori strada. Sopravvivrà soltanto Nica, che fortemente afflitta verrà portato al Grave, un orfanotrofio del terrore (anche questo luogo abbastanza comune) diretto dalla perfida Miss Margaret.
Costei impone subito a lei e a tutti gli orfani obbedienza, rispetto, depersonalizzazione e il divieto di piangere. Non a caso, tra le tante tristi storielle raccontate in quel postaccio, la più diffusa è quella del fabbricante di lacrime, un piccolo uomo dagli occhi vitrei che produce tutte le angosce e i malesseri delle persone. Privandole tassativamente delle loro lacrime. Nessuno può esternare quindi il proprio dolore se non è lui a dare indietro le lacrime necessarie.
Dopo anni di maltrattamenti, arriva un giorno miracoloso per Nica
Il suo desiderio di venire adottata da una famiglia normale viene realizzato dai Milligan, che non hanno remore a sceglierla si da subito. A differenza degli anni passati e delle premonizioni della sadica direttrice. Qualcosa però va storto. Prima di andarsene, infatti, i Milligan vengono attirati da un affascinante e tenebroso ragazzo che sta suonando il piano nell’altra stanza. Lui è Rigel, il più reietto e problematico dell’orfanotrofio, ma l’unico davvero apprezzato da Margaret. Nonostante ciò sceglieranno di prendere in affidamento anche lui, non sapendo che tra Nica e Rigel non scorresse buon sangue… o meglio che entrambi pensassero di odiarsi da quando erano bambini.
Una volta a casa, però, qualche strano atteggiamento inizia a verificarsi soprattutto da parte di Rigel, che sembra in tutti i modi voler sedurre Nica. Questa invece non perde occasione di mostrargli il suo disappunto e il desiderio di stargli lontano (o forse no). Il primo giorno di scuola Nica, che finora aveva avuto solo Adeline come unica e fedele amica al Grave, stringe subito amicizia con due ragazze. Miky, molto vivace ed estroversa e Billie, tipica ragazza con il fascino dell’outsider che rivelerà poi di essere attratta proprio dalla sua migliore amiche. Attirerà non poco anche l’attenzione di un ragazzo popolare della scuola di nome Lionel, scatenando in un lui atteggiamento più che possessivo per lei, nonchè dell’inaspettata gelosia in Rigel.
Nica è adesso confusa sui suoi sentimenti
Non rinuncia a vedere Lionel, nonostante in casa non fossero mancanti degli avvicinamenti con il “fratellastro”. Rigel infatti, come un fulmine a ciel sereno, sembra adesso non riuscire neanche più a trattenere una forte attrazione, soprattutto fisica, per la candida ragazzina. Che aveva sempre denigrato e chiamato addirittura Falena. Anche lei in maniera quasi passivo aggressiva cede alle avances di Rigel, senza però permettergli di andare oltre un certo limite. Di questo i genitori non hanno capito nulla. Riguardo a loro si scoprirà però, durante un pranzo con amici, che uno dei motivi dell’adozione era l’aver perso un figlio. Perdita che tocca ancora il cuore di Asia, figlia degli amici dei Milligan e probabilmente ex ragazza del ragazzo venuto a mancare.
La conclusione ci regala il coronamento di un amore tormentato
Con Rigel che confessa a Nica di non poter stare insieme in quanto sono l’uno il fabbricante di lacrime dell’altro. Essendo entrambi rotti dentro, risulterebbe difficile essere felici insieme. Lei affranta, ma melanconica come sempre, decide di andare alla festa della scuola per non pensarci troppo. Lì non perde occasione per ballare con Lionel e appartarsi con lui in un’altra stanza. Lionel a sua volta approfitta dell’occasione per provarci spudoratamente senza il suo consenso (non era difficile da intuire). Ma ecco che arriva in soccorso di Nica il suo demone dell’amore, che le dà di santa ragione a Lionel e scappa con Nica fuori dalla scuola.
Mentre camminano verso casa su un alto ponte incontrano Lionel in macchina fermo a metà del ponte. È molto agitato dopo l’accaduto e non esita a premere sull’acceleratore andando loro incontro. Rigel, in preda a uno slancio stucchevolmente ardito, si trascina Nica giù dal ponte con un salto! Solo che attutendo la caduta di lei sull’acqua entrerà in coma per via anche di altri suo problemi clinici al cervello.
Nica si risveglierà in ospedale e cercherà subito il suo Rigel
Ma i medici e i genitori le riveleranno appunto la sua condizione e una notizia non bella per lei. Infatti già prima della festa lui aveva comunicato alla madre adottiva di non voler continuare l’affidamento e di voler tornare al Grave. Questo perché dopo il discorso fatto a Nica, voleva che da ora in poi si godesse in pace la famiglia che aveva sempre desiderato senza farle da ostacolo.
Dopo averle dato la notizia, Anna consegna a Nica una piccola scatola che Rigel aveva lasciato per lei prima di andare. La apre e trova dentro la collanina che le aveva regalato da piccola la madre biologica e che Miss Margaret le aveva impedito di indossare. Mediante il gioiello le si sbloccheranno alcuni ricordi della sua infanzia. Collegherà infatti che quando la perfida direttrice la rinchiudeva in isolamento legandola al lettino, a stringerle la mano durante gli incubi notturni non era Adeline, ma proprio Rigel.
A proposito di Adeline…
Nica, seppur titubante all’inizio, accetterà la proposta dell’amica di testimoniare in tribunale insieme agli altri orfani per denunciare Margaret e la sua condotta. Durante la testimonianza però si lascerà prendere dalle antiche paure e da un forte panico che non le permetterà di parlare. Tuttavia, una volta ripresasi fuori dalla stanza, rientrerà rinata come un fenice e non avrà nessun filtro a raccontare tutto il male ricevuto e visto perpetrare anche su tutti i suoi compagni. Ponendo l’attenzione anche su Rigel, che non subendolo doveva sopportare il vederlo compiere su lei e gli altri.
Mediante questa tempra appena conquistata uscirà di corsa dal tribunale e senza mai fermarsi raggiungere il letto d’ospedale di Rigel, che in precedenza Margaret non le aveva permesso di vedere. Una volta entrata gli confessa il forte sentimento ancestrale che la lega a lui e che si mascherava da odio e distanza da sempre. Lui si sveglia tra le sue mani e ed è finalmente illuminato dalla gioia del cuore, dall’amore più puro che li lega nonostante non sembrino essere destinati alla favola.
Tuttavia, secondo Nica lasciandosi alle spalle tutto il male che li ha forgiati, possono averla vinta e riuscire anche loro a godere del bello della vita. Il finale platealmente aperto ci suggerisce una possibilità per i due inquieti innamorati. Saranno probabilmente riusciti a creare insieme la famiglia che desideravano dal primo momento al Grave. In cui spogliati da ogni forma amore e privi di corazze, avevano conosciuto il fabbricante di lacrime.
Ma quando è sbocciata esattamente questa “atavica” passione?
Probabilmente la prima incongruenza del Il Fabbricante di lacrime è proprio l’iter di questo amore, È chiaro come questo risulti essere complesso e doloroso, tuttavia non bisogna perdere di vista che stiamo raccontando comunque una storia adolescenziale. Nonostante i protagonisti coinvolti abbiamo qualche tassello fuori posto nell’animo e abbiamo conosciuto per troppo tempo tutto fuorché amore.
Quello che sembra inappropriato è che ci si aspettava un odio iniziale tra i due più serrato, quasi viscerale. Invece sin dal momento in cui lui le intima di non toccarla mai casualmente o le mette la mano sulla coscia a tavola, non capiamo bene quando abbia avuto realmente inizio questa chimica passionale tra i due. Nica inoltre è quella che più ci confonde. In quanto Rigel sembra già magicamente proiettato ad avere più di un bacio con lei. Lei invece è come se dovesse autoimporsi di non desiderarlo ogni volta che capita l’occasione. Quando a noi ahimè trasmette tutt’altro sin dal primo momento.
I giovani attori de Il Fabbricante di lacrime sono ingessati e poco empatici
Beh questo è un fatto oggettivo, però siamo comunque tutti d’accordo che come prima esperienza cinematografica poteva andare anche peggio! Un altro aspetto che casca all’occhio in maniera repentina, è la connessione che le vecchie guardie del mondo di Wattpad come After, ma non solo. Non dimentichiamo tutta quella filmografia young adult, un po’ erotica, un po’ gotica o propriamente romance che rivediamo in Twilight (sapevate che c’è una serie in arrivo?), Time is up, The kissing Booth e, impossibile non citarla, la saga di Cinquanta sfumature.
A tal proposito a nessuno, osservando Rigel in certe circostanze, è venuto in mente Carmine Di Salvo nella quarta stagione di Mare Fuori (proprio lui protagonista di 5 delle scene più trash della stagione)?! Sembra un approccio parossistico ed alquanto ilare. Però quell’aleggiare di Rigel intorno a Nica, quelle bocche che si sfiorano e certe frasi filosofeggianti, ricordano il personaggio che si è creato il detenuto partenopeo follemente innamorato di Rosa Ricci. Non ci aspettavamo dunque un fenomeno così banale? Beh magari sì. Anche perché già dall’hype sollevato e da qualche spoiler, i contenuti esasperati e pertanto trash li potevamo prevedere.
Parlando di argomenti un po’ più seri
Anche la tematica dell’adozione (a tal proposito, vi suggeriamo un’altra ottima serie) non è abbastanza valorizzata e anzi iper-semplificata con superficialità. Infatti in quale universo risulta così semplice prendere in affidamento dei bambini? Inoltre già dal primo istante in casa, i genitori non sembrano trasmettere ai figli adottivi chissà quale calore, presenza o cura protettiva. Beh scopriremo solo dopo della perdita del loro figlio. Quindi si potrebbe affermare che il loro atteggiamento un po’ tiepido sarebbe conforme all’esperienza vissuta e al loro stato d’animo. Tuttavia proprio perché si è tratta di un avvenimento così tragico e cruciale, sarebbe dovuto essere descritto in maniera molto più approfondita, piuttosto che blaterato in modo indelicato da Asia durante un barbecue.
Qualcos’altro doveva essere sviscerato a fondo.
Primo fra tutti poteva sicuramente essere il passato di entrambi i protagonisti al Grave. Quali fossero i reali problemi di salute fisica e mentale di Rigel, considerata la diagnosi frettolosa del medico in ospedale, la forte febbre e l’uso costante di medicinali. Così come non è assolutamente molto chiaro da cosa fattivamente fosse nato questo ipotetico odio, che sembra non avere davvero delle valide basi. Magari non ce le ha mai avute, se non travestito classica antipatia tra bambini di sesso diverso. Avremmo anche voluto un inquadramento più concreto di Adeline magari, personaggio che ci attira per la sua apparenza stravagante e per trasmettere simpatia e bontà d’animo sin da bambina.
Per non parlare di come sia passato in sordina la dichiarazione d’amore di Billie all’amica Miki, confidandole pure che era lei a metterle la rosa bianca nell’armadietto ogni anno. Ci stava la reazione stranita e fredda di Miki, ma magari si poteva rispettare un po’ di più il delicato momento di Billie che ha tanto il sottotesto di un comig out. Di fatto né Miki né tantomeno Nica, quando le ha consigliato di rivelare il suo segreto, sembrano aver più di tanto attenzionato questo suo momento.
Ma in quale “epoca” ci troviamo ne il Fabbricante di Lacrime?
Provocatoria risulta sicuramente questa domanda, tuttavia non sembra troppo pretestuosa. Infatti la fotografia caratterizzata da questa tonalità un po’ cupa e fredda, le musiche abbastanza classicheggianti, gli ambienti e non per ultimi i riferimenti del mondo esterno come le automobili, fanno compiere estesi voli pindarici temporali. Sembra così di navigare dal Dopoguerra, per poi passare dai primi anni 90 e finire ai nostri giorni tramite i famigerati smartphone che fanno capolino in qualche scena.
Cosa dire a riguardo? Da un film, pure impropriamente breve, non possiamo rispondere in maniera esaustiva. In quanto tutto questo aspetto descrittivo insieme ad altri saranno sicuramente ben esplicati nel romanzo da cui è tratto. Quello che si addice a questa atmosfera è sicuramente la flemma dei personaggi e del tempo del racconto, che riescono a tramettere al meglio il clima quasi goth della storia (qui vi abbiamo elencato le 10 migliori serie gotiche che puoi trovare su Netflix). Sarà forse anche questo un po’ artefatto? Sembra quasi che in ogni caso si debba definire lo stile e il genere del prodotto, non dimenticando che questo potrebbe risultare forzato a tratti.
Italiani emigrati in Minnesota ne Il Fabbricante di lacrime
La scelta di una produzione italiana per un prodotto di grande fama (bella o brutta che sia), ci fa sicuramente onore! Però ecco, la trasposizione in Minnesota della storia e soprattutto dei personaggi, non risulta adattata alla perfezione affinché si crei questo patto di verità con lo spettatore. Sembra quasi che tutti i personaggi si fossero trasferiti in quella cittadina americana da poco tempo per trovare fortuna!
Al da lì di queste note negative, fa comunque piacere a volte, per chi non è amanti di lunghe letture, vedere attraverso immagini e persone “reali”, storie di cui tanto si parla. Ma anche per chi invece il libro lo ha già letto e ha immaginato scene fantasticando dalla prima all’ultima pagina. Che poi ne rimanesse deluso rispetto al fenomeno letterario è un altro discorso, che eviterei di affrontare qui… Si estende infatti all’atavico dilemma tra chi apprezza le trasposizioni cinematografiche e chi invece corromperebbe tutti i registi del mondo affinché lasciassero i libri solo agli scrittori.
Cosa ci trasmette il finale inaspettato de Il Fabbricante di lacrime?
Al di là della abbastanza prevedibile scena di Rigel che si risveglia dal coma, lei che le confida il suo amore e di aver capito tutto della vita. Nessuno si aspettava un ellisse temporale metaforico o verosimile tanto iperbolico. Questo ci disorienta e ci fa sorgere quelle domande a cui di solito si risponde con una risatina e qualche gesto parlante. Del tipo “No ma dai, dovevamo farlo finire davvero cosi!?“. Oppure ” Ma quindi cosa è successo? I due hanno avuto una figlia alla fine?”.
Insomma, che la connotazione di finale aperto fosse un eufemismo non possiamo essere tutti d’accordo. Pertanto è innegabile che la sensazione lasciataci da Il Fabbricante di Lacrime alla fine, non si avvicina a quella dell’appagamento provato dopo aver visto un film coinvolgente e pertanto apprezzato. Né tantomeno si può asserire che abbia superato le aspettative degli spettatori! Anzi è già tanto che, per qualcuno, non le abbia tradite del tutto.