C’è un sole all’orizzonte in questa 1×06 di Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere: è una luce tenue, appena nata. Un’alba che fatica a riscaldare e dietro la quale si nasconde tanta ombra. Se ne accorge Elendil che, guardando quel sole nuovo, ammette: “Navighiamo verso l’alba, eppure a me sembra l’arrivo della notte“. Dall’Occidente all’Oriente, dal tramonto all’alba, la gente di Numenor va incontro in realtà all’oscurità. Si confronta per la prima volta con un buio che genera incubi, con un insulto e uno scherno alla bellezza del creato, alle realizzazioni dell’Uno.
Questa ombra, però, non è solo là, verso Oriente, nelle terre del sud.
È al contrario qualcosa di familiare, un’ombra già nota, che tutti hanno già sentito su di loro, sulla propria pelle, nelle ossa, mentre scorreva nel sangue e attanagliava il cuore. Quel buio è un buio interiore che rischia di trasfigurare e deformare tutti. Rischia di farlo con Elendil stesso, il cui ricordo della moglie si unisce alla perdita, al dolore e alla rabbia. E con Halbrand, anch’egli vittima di una sofferenza che gli ha portato via una persona amata, forse un figlio. Ma il buio si fa strada soprattutto in Galadriel che vive nella tentazione della vendetta, dell’impartire la sofferenza più atroce a chi le ha causato tanto tormento.
Se ne accorge in questo episodio della serie tv targata Amazon Prime Video, Adar, che guardando, ascoltando, penetrando nelle debolezze di Galadriel le rivela: “Pare che io non sia il solo elfo vivo che è stato trasformato dall’oscurità“. Quell’oscurità che rende gli elfi “Torturati, distorti, ridotti in una nuova, guastata forma di vita“, che li piega nelle sofferenze e nei tormenti di crudeli esperimenti trasformandoli in orchi, uruk, sembra aver deformato, piegato, abbruttito anche Galadriel impartendogli atroci afflizioni nella perdita delle persone care.
Galadriel, Halbrand ed Elendil sanno però vedere quell’oscurità che è in loro e, soprattutto, resistergli, fare in modo che non prenda il sopravvento. Sembrano seguire le parole di Bronwyn per suo figlio Theo: “Alla fine quest’ombra è solo una cosa piccola e passeggera: c’è luce e grande bellezza per sempre oltre la sua portata. Trova la luce e l’ombra non ti troverà“. Si fermano prima che sia troppo tardi, prima che vendetta, odio, dubbio si impossessino di loro. La loro lucidità, la ricerca della luce li salva, nonostante Adar – il tentatore – provi a ridestare il buio che scorre nelle loro vene. Così l’alba si accende, il sole si alza sul mondo e si fa più forte, respingendo le forze del male, arse da quella luce.
Eppure dopo ogni alba c’è un nuovo tramonto.
Lo sa, in Il Signore degli Anelli, Arondir che ammonisce e carica il popolo libero delle terre del sud: “Presto il sole tramonterà: fate la vostra parte e io vi giuro che lo vedrete sorgere di nuovo“. È questo il ciclo di Arda, l’eterno rincorrersi del giorno e della notte, della luce e delle tenebre che mai pienamente potranno essere estirpate fino alla Dagor Dagorath, alla Battaglia Finale, che porrà fine al mondo e inizio a una nuova, più piena, creazione. Arondir guida chi ha scelto la libertà, chi ha deciso di riscattarsi, come Halbrand, e riconoscersi non suddito del male ma uomo libero.
Alla vittoria della luce, però, segue inevitabilmente il riscatto del male, all’alba il tramonto. Così Adar e il suo popolo deforme si fanno largo nuovamente. Il padre degli orchi si insinua nelle menti, si nasconde sotto false convinzioni. Come un elfo invoca “Nuova vita a dispetto della morte“, chiede terre per i suoi uruk, e prova a smuovere i cuori ribaltando la visione del mondo, capovolgendo l’alba in tramonto. “Ognuno ha un nome, un cuore. Noi siamo creazioni dell’Uno, Signore del Fuoco Segreto al pari di voi. Degni del soffio della vita e altrettanto degni di una casa“.
È così che il male cela e giustifica il suo desiderio di potere. Adar millanta un ordine che con lui finalmente la Terra di Mezzo raggiungerà. Prospetta un mondo regolato, disciplinato, dove ci sarà terra per tutti. Smuove i cuori presentando sé stesso e i suoi figli come creazioni di Eru, l’Unico, esseri viventi al pari degli altri, altrettanto degni di vivere. Ma si tradisce quando mostra invidia per il potere di Dio, quel Fuoco Segreto che è il fuoco della vita, della creazione vera e libera. Sauron può solo deformare la creazione: nonostante tutti i suoi sforzi non può generare nuova vita, quel potere che tanto a lungo ha inseguito senza alcun successo.
Non ha lo spirito creatore, non può averlo perché lui desidera sudditi e marionette, non creature libere.
Quando nel Silmarillion di Tolkien, Aule, uno dei Valar, degli déi, crea i nani, questi ultimi sono nient’altro che marionette, privi di azioni proprie, capaci solo di uniformarsi al pensiero del loro creatore. Soltanto la loro adozione da parte di Eru, il vero Dio, permette di liberarli, di fargli ottenere la facoltà di un pensiero autonomo. Morgoth e Sauron non avranno mai questo privilegio, non padroneggeranno mai il Fuoco Segreto perché non vogliono liberare le proprie creazioni ma incatenarle al loro volere. Per sempre soltanto fantocci.
E allora ci accorgiamo che in questo episodio di Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere Adar è solo un falso profeta. Sta per diventare Annatar, il Signore dei Doni, un apparente elfo illuminato che predicherà agli uomini e agli elfi salvezza e felicità, libertà e prosperità, riuscendo ad ammaliare con la bellezza delle parole e annebbiando le menti. Sotto il suo potere cadranno tanti uomini liberi e perfino elfi che troppo tardi si accorgeranno di aver seguito una falsa guida. Sotto le sue suadenti parole andrà incontro alla rovina anche Numenor inorgoglita dalla sua potenza come profeticamente sembra annunciare Galadriel a Isildur: “L’umiltà ha salvato interi regni, l’orgoglio ha portato solo rovina“. Proprio al giovane figlio di Elendil sarà affidata la fondazione di un nuovo regno con i numenoriani sopravvissuti.
La serie tv di Amazon Prime Video ci mette di fronte ai pericoli di lasciarsi incantare da dolci parole, da promesse di libertà dietro le quali si nasconde in realtà soltanto il buio del male. Luce e tenebre si confondono, la notte si maschera da giorno finendo per allontanarci sempre più dal sereno, da Eru, da Dio. Così, basta un uomo corrotto, Waldreg perché la vittoria della luce di trasformi in un cielo oscurato dai lapilli e dal fumo del male. Un vulcano esplode, la terra si agita, il mondo torna buio mentre di colpo ci rendiamo conto di ciò a cui stiamo assistendo. Gli orchi ripetono ossessivamente “Udun Udun!” che significa “Inferno! Inferno!” e che sarà anche il nome che quella valle in cui ci troviamo assumerà per sempre.
È la creazione di Mordor.
Ci troviamo là, alla pendici di quel monte Fato che con la sua attività vulcanica renderà quelle terre, protette dagli Ephel Duath, i monti tutti attorno, il regno per eccellenza di Sauron, descritto da Tolkien come nero e invivibile. L’avamposto più inespugnabile delle forze del male. Ecco la nuova oscurità seguita alla luce, ecco il male che torna a farsi largo, che trova il suo nuovo posto nel mondo, pronto a radicarsi e a oscurare il cielo con i suoi fumi pestilenziali. Notte e giorno, alba e tramonto, in un rincorrersi perenne, in un mescolarsi pericoloso quando tutto ciò che ci sembra giusto si rivela orribile. Quando il mondo si capovolge e non distinguiamo più la luce dalle tenebre.
In appendice, qualche news relativa a questa produzione Amazon Prime Video: stando a un sondaggio di Parrot Analytics House of the Dragon sta appassionando il pubblico più de Gli Anelli del Potere. Il confronto per ora sembra davvero impari ma vedremo se la situazione cambierà con la seconda parte di stagione di entrambe le serie tv. Le possibilità di ripresa per Il Signore degli Anelli sembrano affidate a due figure in particolare: quella di Adar che come già teorizzato nella recensione Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×04 – La grande onda ci sembra sempre più identificabile con Sauron, e lo Straniero. Su quest’ultima figura ci siamo domandati a più riprese: Il Gigante degli Anelli del Potere è Gandalf? La risposta sembra essere affermativa.