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Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere 2×05: l’invisibile mondo

Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere
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“L’invisibile mondo” è una realtà nascosta. Segreta, celata sotto l’apparenza. Sotto le parole, le lusinghe, le buone e cattive intenzioni. Là, dietro il mondo dell’esteriorità, cioè il nostro mondo, si esprime l’invisibile mondo, l’irriducibile essenza che rimane dopo aver strappato il velo di Maya. “Chi di voi vede l’invisibile mondo non si sente più a suo agio tornato in questo“, afferma Annatar-Sauron in questa 2×05 di Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere. Ha ragione. Perché dopo aver visto la verità, il flusso ininterrotto che scorre sotterraneo ma vitale in tutto il mondo di Arda, in ogni creatura di Arda, è difficile tornare alla maschera. È difficile indossare e veder indossato di nuovo un travestimento che nasconda l’essenza.

Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere

L’elfa Mirdania, mettendo un anello non ancora calibrato, ha visto questo mondo. Che non è un altro mondo ma è la realtà nella sua essenza più pura. Quella che ti permette di discernere il bene e il male, flussi di un unica realtà. Così ha visto il vero volto di Annatar, il volto del male che si nasconde dietro le lusinghe, il fascino, l’apparente generosità. Annatar nell’invisibile mondo torna Sauron, “alto e la sua pelle era fatta di fiamme, è venuto verso di me respirando con fetore di morte e ho visto i suoi occhi spietati ed eterni“.

Vedere le cose nella loro essenza non è però concesso.

È dote divina, non umana. Vedere l’invisibile mondo significa non avere più libertà e peccato, tornare alla condizione di nudità pura di un Eden originario. A quel paradiso terrestre che ha nome Valinor, terra di Valar, non di mortali (tranne rare eccezioni come ben sanno Frodo, Bilbo e Samvise). Vedere questo invisibile mondo di verità dietro al velo è andare contro gli Ainur, contro gli dei. Quello che fa Sauron e con lui Celebrimbor spinto da avido desiderio di gloria è un sacrilegio. È scienza che va oltre i limiti terreni.

Ma Celebrimbor nella 2×05 di Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere pare capirlo. Vuole fare un passo indietro, trema di fronte al troppo potere che vede scaturire dalle sue mani. Prova a dire basta, a impedire che nuovi anelli finiscano nelle mani degli uomini come vorrebbe Annatar. Gli uomini, i più corruttibili tra gli essere di Arda. I più fragili, miseri, più volte traditori del bene, già al tempo di Melkor. Eppure, come sottolinea sibilante Sauron, “Gli uomini sono capaci di grandi fragilità ma quando le tenebre calano c’è qualcuno sempre che si rialza forte, sfavillante: Eärendil, Beren figlio di Barahir, Tuor“. Eärendil, Beren figlio di Barahir, Tuor sono tutti grandi eroi. E sono tutti umani. Eärendil, padre di Elrond, squarcia anch’egli il velo di Maya, approda nel mondo invisibile, oltrepassa come un Ulisse dantesco i limiti del grande mare, e giunge fino a vedere il Valinor, terra interdetta ai mortali.

Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere

Lo fa anche lui grazie a un gioiello, a un Silmaril che custodisce la luce di Eru Ilúvatar, la luce di Dio. Lo fa cioè come Dante nel viaggio per l’aldilà: con l’implicito consenso divino. E sta qui tutta la differenza rispetto a chi, come Sauron e Celebrimbor, vuole piegare Dio all’uomo, diventando Dio al posto suo, facendosi signore e dominatore del creato. Là, nell’invisibile mondo paradisiaco di Valinor, Eärendil, nella sua bontà, riesce perfino a scuotere i Valar, a convincerli a intervenire contro Morgoth salvando così nella Guerra d’Ira l’intero mondo di Arda. C’è poi Tuor, anch’egli mortale, e anch’egli ammesso a Valinor non prima però di aver eroicamente resistito a Morgoth e perfino a un balrog. E, anche se ancora Sauron non lo sa, sarà proprio un uomo a strappargli l’Unico Anello e a salvare Arda dalla rovina ormai certa nella Guerra dell’Ultima Alleanza.

Quell’uomo sarà, naturalmente, Isildur che abbiamo già imparato a conoscere in queste due stagioni di Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere.

L’uomo, insomma, è capace di grande eroismo. Ma come conferma Isildur stesso, anche di profondo male. Corrotto dall’anello il re numenoriano si rifiuterà di distruggerlo permettendo a Sauron di sopravvivere, celato, pronto, in tempi migliori, a tornare e impadronirsi dell’Unico. Ecco l’uomo. Eroico e malvagio, buono e pavido. Tutte queste cose è l’uomo, la più fragile ma anche complessa delle creature di Arda. La più libera e, forse proprio per questo, la più amata da Eru Ilúvatar. Se gli elfi hanno vita eterna (o la reincarnazione) e l’accesso nel beato Valinor, se i nani non sono soggiogabili a Sauron perché prodotti del Valar Aulë, gli uomini sono in completa balia del male. In precario equilibrio ma liberi. A loro Eru ha concesso il privilegio unico e misterioso di ricongiungersi nell’invisibile mondo al suo creatore, in un tutt’uno eterno. Questo è il fato degli uomini.

Su di loro, sugli uomini, si concentra questa 2×05 di Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere. Sulla grandezza ma anche miseria umana, che investe tutti i personaggi sulla scena, anche quelli non mortali. A partire da Sauron che non è male assoluto ma volontà di potere. Desiderio tutto umano di imporre la propria legge sul mondo, come bramerà fare Isildur e come già tenta di fare Celebrimbor. Tolkien ci suggerisce come perfino un Maia come Sauron, figurarsi un elfo come Celebrimbor, non possa sottrarsi alle tentazioni del male primigenio, di quel Morgoth che deviò dal melodioso canto della creazione. Ma non hanno un destino diverso i nani. È vero, lo abbiamo detto, non potranno essere soggiogati al potere dell’Unico ma pure non si sottraggono all’influenza degli Anelli del Potere.

Durin III

Lo vediamo con Durin III. Indossato l’anello, lui che mai era stato avido, inizia a desiderare sempre più ricchezze. Esige perfino che gli altri nani paghino un tributo per ricevere i loro anelli. Il male, insomma, non risparmia neanche queste creature. Proprio la corruzione, sempre foriera di rovina, porterà Durin III a risvegliare il balrog che già Disa percepisce agitarsi nelle viscere di Khazad-dûm.

La stessa brama di potere e ricchezze ha già rapito il cuore di Pharazôn e di suo figlio Kemen a Númenor.

Il più splendido e potente regno mortale sarà anch’esso destinato alla rovina, alla inevitabile punizione divina per la corruzione del suo re e del popolo. Pharazôn come Sauron e Celebrimbor bramerà l’impossibile e il sacrilego: vorrà conquistare il Valinor. Vorrà insomma spingersi oltre i limiti umani. Giungere nel Valinor per lui non significa agire per la salvezza dell’umanità come per gli eroici Eärendil e Tuor, ma farsi dio dei propri dei. La sua hybris, l’arrogante protervia del malvagio e del corrotto, di chi si insuperbisce ammirando la potenza di un regno umano, lo condurrà alla rovina. È questo il destino di ogni impero, come ci ricorda l’Ozymandias del poeta Shelley:

Il mio nome è Ozymandias, re di tutti i re,
Ammirate, Voi Potenti, la mia opera e disperate!»
Null’altro rimane. Intorno alle rovine
Di quel rudere colossale, spoglie e sterminate,
Le piatte sabbie solitarie si estendono oltre confine”.

È il fato degli uomini, la mortalità.

Tutto passa, e non esiste potentato o reame capace di sopravvivere alla rovina del tempo. Eppure nell’uomo un germe di immortalità c’è. Un fioco riflesso della luce divina di Eru. È il bene, che sempre si prepara a ridestarsi, che non manca di alzare la testa e lottare disperatamente. Il bene del comandante Elendil, che non accetta il nuovo malvagio corso di Pharazôn. Sarà merito suo se un piccolo gruppo di numenoriani, fedeli agli dei, potranno scampare alla rovina. È il bene anche di Valandil che non si fa sopraffare dall’odio verso il figlio di Pharazôn e depone l’arma. La bontà, più del male, insomma, sopravvive nell’uomo e negli esseri viventi di Arda.

Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere

Là dietro l’apparenza della finzione, dietro la maschera che indossiamo ogni giorno, nell’invisibile mondo che scorre sotterraneo e chiama le cose col loro vero nome, là l’uomo appare in tutta la sua complessità. Pendolo oscillante tra bene e male. Diavolo e angelo, Sauron ed Eru, corrotto ed eroico. Là, nell’invisibile mondo, il fato degli uomini non è ancora scritto ma ognuno può sceglierlo in totale libertà. Può scegliere il terreno o il divino, il puro o l’iniquo, il potere dell’anello o l’infinita bellezza della luce di Eru Ilúvatar. Sta a ognuno dei protagonisti di Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere fare la propria scelta. Sta a ognuno di noi.

Emanuele Di Eugenio